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Un’antologia di Giuseppe Ruggeri
sulla cultura dell’isola
Aperta, originale e armoniosa. Ecco la Sicilia letteraria
Il mondo letterario
siciliano ha trovato un ponte significativo anche in Veneto, come dimostra il
successo ottenuto da Sicilitudine e letteratura, il volume antologico di
Giuseppe Ruggeri che è stato presentato a Padova nell’ambito di una
manifestazione curata dall’”Associazione Levi – Montalcini” e dalla Società
Dante Alighieri (comitato di Padova coordinato da Raffaella Bettiol). Le tante
“trame giornalistiche” di autori quali Piccolo, Quasimodo, De Roberto, Tomasi
di Lampedusa, Sciascia e Cattafi, presenti nel libro del medico-scrittore
messinese sono state evocate dall’introduzione di Roberto Fascina, dalle letture
di Federico Pinaffo e dalle analisi letterarie curate da Stefano Valentini e
Maria Luisa Daniele Toffanin.
La Toffanin ha ripreso
la recensione pubblicata nella rivista culturale “La Nuova Tribuna Letteraria”,
in cui si mette in evidenza il lavoro critico “ben strutturato” di Ruggeri, che
mostra una cultura isolana “proiettata in una dimensione altra”, che pone la
Sicilia radicata nella sua grecità, innervata dalle sue diverse anime, originale
e armoniosa nel coro a tante voci con vivi richiami con la civiltà italiana ed
europea. La stessa rivista veneta pone attenzione ad altri due grandi autori
siciliani, Mario Rapisandi (con la ricostruzione biografica di Maria Nivea
Zagarella) e Vincenzo Consolo, con un’analisi di Giuseppina Rando, che riprende
anche una recente critica dell’italianista messinese Giuseppe Amoroso.
Giuseppe Ruggeri è stato protagonista anche del progetto
teatrale dal titolo “Mare dentro mare”, tenutosi alla Motonautica delle Case
Basse di Paradiso, in cui i suoi versi dedicati al mare, alla terra e all’isola
si sono intrecciati, tra evocazioni e sonorità palpitanti, ai brani poetici in
siciliano di Maria Costa, attraverso le letture di Patrizia Causarano e Edoardo
Bucca e le musiche suggestive eseguite all’arpa da Debora Ferraro. Un “ordine di
versi” che diventa un “codice segreto” capace di evocare paesaggi e ricordi,
segreti e radici da coltivare come patrimonio personale e collettivo, in cui lo
Stretto si disegna come “contenitore di suoni” e di memorie “silenziose e
timide”, di leggende “ai piedi del focolare”, di sguardi e onde che scorrono tra
passato e eternità. Un progetto artistico dai forti tratti evocativi che può
diventare punto di riferimento per studiosi e operatori del settore nell’ambito
della valorizzazione dello Stretto come futuro “patrimonio dell’Umanità”.
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Recensione |
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