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Per lenti processi
Si sfoglia con piacere
la nuova pubblicazione in versi di Giovanni Tavčar, firma consueta e ormai
familiare al Convivio. L’autore triestino, cresciuto in famiglia e in patria in
uno spirito di tolleranza multiculturale, cittadino mitteleuropeo, ha respirato
per anni tre culture diverse, latina, slovena e tedesca, è un poeta e scrittore
dall’espressione trilingue. Premiato più volte, per citare solo alcuni dei
numerosi riconoscimenti, nel 2001 si classifica al primo posto al concorso
“Omaggio a Sarajevo” (San Giovanni Persiceto, BO); nel 2002 è vincitore dei
premi “Il Portone” (Pisa), “Michelangelo” (Ovada) e “Rosario Piccolo (Patti,
ME).
Ha pubblicato numerose
raccolte poetiche, tra cui Lo spessore del tempo (1995), Qualcuno
verrà (1995), Il profumo dell’infinito (1997), Ta mala zemska
večnost (1997, in lingua slovena), Le albe di madreperla
(1998), Ko bisere v očeh rojevaš (1999, in lingua slovena), Sospenda
la cartomante il suo gioco di carte (2000), Quel poco che ancora
avanza (2001), Le mie preghiere (2002), La memoria delle origini
(2003), Bisognerà presto voltare pagina (2005), Dih večne besede
(2005, in lingua slovena), Dove il cielo audace s’inarca (2006),
Purché nasca qualcosa (2007). Collabora a diverse riviste culturali, con
articoli musicali, poesie, prosa, saggi, approfondimenti religiosi e traduzioni
poetiche. E’ altresì autore del Dizionario biobibliografico dei musicisti di
Sicilia (ed. Il Convivio, 2013).
Quanto all’attività di
storico e ricercatore, citiamo soltanto due opere, notevoli non solo per il loro
contenuto, e perché prossime al nostro ambiente e territorio, ma per la capacità
dell’autore di calarsi in un contesto culturale lontano e diverso, quello
siciliano: dopo la Storia della musica e dei musicisti di Sicilia
(2010), ecco il Dizionario biobibliografico dei musicisti di Sicilia
(2013), con saggio introduttivo di Angelo Manitta, che “non è solo un importante
contributo per la storia culturale della Sicilia, ma è soprattutto uno strumento
che consente al lettore di poter scoprire i tanti musicisti … che, dal 1500 fino
al 1900, hanno contribuito con il loro impegno e creatività ad incentivare il
filone musicale.” (Enza Conti).
Ma, tornando a Per
lenti processi, come afferma Angelo Manitta che ne ha curato la prefazione,
“Una ulteriore indicazione proviene dalla lettura della poesia che dà il titolo
all’intero volume, in cui lo stesso autore ci presenta l’ignoto e il
percepibile, l’immaginabile e il reale in una dialettica che coinvolge sia la
scrittura che la vita. Infatti: Per lenti processi / ci dirigiamo / verso
spazi sconosciuti, / verso una luce nuova, / verso nuovi mondi, / verso abissi
incontrollati. / … / E’ l’ora dei ripensamenti / delle rivisitate certezze /
della coscienza risvegliata. / E’ l’ora della conversione. (da: Per lenti
processi).
Il volume, che si
articola in quattro sezioni, costituisce un traguardo, un punto d’arrivo e
d’osservazione disincantato, ma maturo e sereno, ricco di movenze introspettive
che si proiettano nella ricerca e ansia d’infinito, con frequenti slanci verso
l’assoluto. Desiderio di ricerca, di soluzioni a quesiti esistenziali, che
talvolta si immaginano remote e irraggiungibili, e magari trovano risposte
proprio davanti ai nostri occhi: E così, / poco a poco, / ci spegniamo, /
sotto la pressione / delle nostre stesse cieche indolenze. (da: Cieche
indolenze).
I versi sono
equilibrati, eleganti, impregnati di un certo preziosismo semantico, che non
scaturisce tuttavia da scelte lessicali elaborate, ma dall’accostamento
sapiente, melodico e calibrato di espressioni semplici e abituali.
Ci piace riportare i
versi della poesia conclusiva, che si aprono a una visione più serena e
fiduciosa: La vita non è mai / solo bianca o solo nera, / solo luminosa o
solo oscura. / In tutte le persone / ci sono sia luci che tenebre. / La vita non
ha mai / un solo lato da mostrare. / Molteplici sono le azioni / e le
motivazioni / che la muovono e le conseguenze / che ne escono. / Niente nasce
dal niente / e niente resta sempre eguale. / Tutto si può ricomporre, / ogni
azione si può ritentare, / ogni cammino si può ridisegnare. (Tutto si può
ricomporre).
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Recensione |
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