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Gli
ultimi uomini
Curioso
esempio di fantascienza nostrana, il romanzo di Fabio Zampieri è costruito su
una concatenazione di eventi che determinano il destino dei due protagonisti, il
ricco e famoso Rasjn e l’ordinario e complessato Cesare. A unirli è l’esperienza
traumatica del coma, avvenuta in seguito allo stesso incidente stradale: Cesare
vi rimarrà per otto anni, dopo essere stato reputato dai medici “clinicamente
morto”. Stessa sorte per Rasjn che resterà in questo stato per lo stesso periodo
di tempo per poi uscirne altrettanto miracolosamente. Sarà proprio
quest’ultimo, che accoglie in sé gli insegnamenti della cultura indiana e di
quella europea, in una fusione ideale tra passato e presente, il profeta
deputato a rivelare la fine della razza umana.
La
narrazione è pervasa da atmosfere cupe ed è incentrata sulla contrapposizione
fra questi due uomini che nel mondo onirico si incontrano per la prima volta per
poi ritrovarsi anche nella realtà.
Una nota
di amarezza caratterizza il finale nel quale un giornalista, indagando su
Cesare, scoprirà il rapporto che lo lega a Rasjn, senza riuscire tuttavia a
riabilitare la sua figura.
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Recensione |
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