|
I fantasmi della gipsotecaLussuosa pubblicazione della Biblioteca dei Leoni, “I fantasmi della gipsoteca” è un volume che non può mancare nella libreria di un appassionato di arte. Ruffilli ricostruisce la vicenda umana e artistica di Antonio Canova confutando la tesi secondo cui sarebbe stato uno scultore accademico.
Più che riproporre il modello classico, lo scultore lo ha reinventato in chiave personale, conferendo grazia e sensualità ai corpi immortalati, in particolare quelli femminili. Preceduto dalla prefazione di Sandro Bolchi è il testo composto per il cortometraggio sull’opera di Canova che avrebbe dovuto essere trasmesso in televisione. La sceneggiatura, inedita e riproposta senza alcuna variazione, va ben oltre l’intento didattico ed è ambientata nella gipsoteca di Possagno, dove una giovane giunge per ammirare le riproduzioni in gesso delle statue dell’Artista. Nel corso della visita la ragazza supererà la visione riduttiva del Canova quale freddo manierista e finirà per riconoscere il temperamento romantico dell’Autore di “Amore e Psiche”. I dialoghi sottolineano il passaggio di consegne dal vecchio al nuovo: sia il custode che il nonno della protagonista le faranno da guida, un po’ come avviene nella scultura “Dedalo e Icaro” in cui il mito è il pretesto per portare avanti l’idea di una trasmissione generazionale all’insegna del tentativo di conciliazione degli opposti, rispecchiato dalla costruzione a chiasmo prediletta dal Canova. Il pregio del libro non si esaurisce, però, nella sceneggiatura: interessanti sono anche le osservazioni sulla vita e sul metodo di lavoro dello scultore, la cui grandezza è attestata dalle opinioni di illustri e dalla selezione di foto in bianco e nero che ci illustrano parte della sua produzione. |
|
|