Storie di umani e consimili
Nei libri di Astolfi c’è sempre uno sguardo attento al mondo
animale, capace con la sua fedeltà e gratitudine di alleviare la solitudine
dell’uomo.
La produzione dello scrittore bolognese è permeata, infatti, da una
nota di amarezza che ricorre anche nei diciassette racconti inclusi nella
presente antologia.
Una quotidianità sentita come opprimente spinge talvolta i
protagonisti del libro a un estremo isolamento, compreso e condiviso solo dagli
animali.
Ecco Lilli, raccolta in un canile dall’ex impiegato e marito
modello Vainer, e Clo, testimone impotente dell’’incubo in cui è scivolata la
sua padrona in seguito al mobbing.
Sulla scia di queste storie di ordinaria disperazione è “Festa di
compleanno” in cui nemmeno l’amore del quattro zampe Totò riuscirà a distogliere
Silver dai suoi propositi autodistruttivi che nell’epilogo spiazzante hanno
quasi il sapore di una beffa.
Tuttavia, è nel dipingere situazioni surreali che Astolfi dà il
meglio di sé. Nella raccolta spicca “La cerimonia funebre”, cronaca di un
funerale sui generis che riecheggia le atmosfere di “Evirna”, finora la sua
prova più riuscita.
A scalfire il primato canino provvedono il canarino rimpianto dalla
madre di un irriducibile donnaiolo (“L’uomo che lasciava le donne”) e la
leoncina che indurrà la mite Prisca ad assumere sul lavoro un’indole combattiva
(”L’ufficio”).
Grazie all’umorismo garbato Astolfi evita di cadere nel moralismo,
tratteggiando un ritratto dei nostri tempi che trova la sua perfetta
incarnazione nel prete di una cittadina alle prese con imbarazzanti confessioni.
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