Ungaretti: vita d'un uomo. Una
“bella biografia” interiore
Nel suo esaustivo studio, la
Giachery prende in esame vari aspetti della produzione di Ungaretti, tanto
indagato dalla critica – in particolare quella formalistica – quanto frainteso.
Nove sono i saggi che compongono
la raccolta in cui a contributi di carattere tecnico (l’analisi formale della
poesia “Alla noia” o della sequenza di tre versi del componimento “Giorno per
giorno”) se ne affiancano altri imperniati su aspetti ritenuti a torto
marginali, quali la concezione di Ungaretti del barocco e dell’eros: del primo
il poeta colse inizialmente solo la parvenza esteriore individuandone
successivamente la componente tragica e umana, del secondo ne ebbe una visione
riduttiva, collegandolo alla temporalità ed associandolo all’illusione e alla
caduta. In merito alla guerra, a differenza di D’Annunzio, Ungaretti assunse una
posizione critica, considerandola una tragica esperienza collettiva attestante
la precarietà della condizione umana.
Già nel ripercorre la storia di
un cliché critico (Pascoli/Ungaretti) l’Autrice chiarisce i motivi del proprio
dissenso da letture che invece di chiarire un testo ci allontanano, nella loro
astrattezza, dalla sua comprensione. In particolare, nel saggio “La poesia
impoverita” viene discusso l’apporto fornito da quella critica – detta anche
“fontaniera” – che ha stabilito il primato del significante sul significato.
Anche l’impostazione filosofica antimetafisica è stata superficiale
nell’interpretazione dell’universo ungarettiano perché ne ha disconosciuto lo
spiritualismo, l’ansia religiosa alla base della sua opera.
Proprio al ruolo centrale
assolto dalla ricerca religiosa in Ungaretti va ricondotto il rapporto con
Blake, oggetto di numerose traduzioni nonché di riferimenti testuali da parte
del poeta.
Infine, nel sondare il binomio
continuità/metamorfosi – nucleo tematico che rimanda ad altre bipolarità quali
durata/precarietà, assoluto/contingente, essere/divenire, Dio/mondo – viene
ribadita la connessione tra poesia e vita nell’itinerario ungarettiano, le cui
scelte stilistiche sono sempre il frutto di una ricerca interiore e conoscitiva.
Ed è questo il senso di un volume teso ad offrirci un ritratto dell’uomo oltre
che dell’artista.
|