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La casa in mezzo al prato
blog
Bastano poche parole per descrivere le
poesie raccolte in
La
casa in mezzo al prato-in Boscoverde
di Rocca Pietore di Maria
Luisa Daniele Toffanin. Poche parole sì,
perché sono i versi-gocce a trasudare le
forti emozioni della poetessa di fronte allo
spettacolo della montagna Dolomitica, coni
suoi prati, sassi, fiori e odori, immersi
in una natura nutrice dei fecondi rapporti
familiari e amicali di Maria Luisa.
E
bastano poche, semplici parole per
descrivere la reazione del lettore, che non
può sfuggire all’emozione che questi
frammenti di vita spirituale e reale
trasmettono: la gioia della casa e del
lavoro condiviso, la ricostruzione del
ponte, la descrizione dell’alternarsi dei
mesi e delle stagioni, i giochi dei bimbi
sui prati, la pastora, gli animali felici,
lo stupore infantile eppur maturo di fronte
alla bellezza dei luoghi e dei suoi
abitanti, ma anche la conclusione
malinconica con il ritorno alle radici
dell’infanzia, purtroppo lacerata dall’urlo
aggressivo del vento e dell’acqua
dello scorso Autunno.
E tuttavia il messaggio di Daniele
Toffanin è di speranza, di fede nella vita e nella capacità dell’essere umano,
specialmente della tenace comunità di Rocca Pietore, di recuperare le radici e
ravvivarle per tornare a ri-costruire ricordi, legami, case, ponti…
Introduzione “C’è una casa
immensa in mezzo al prato, lungo il torrente Pettorina, ai piedi di una fitta
abetaia, all’ombra del Sasso Bianco, stretta alla strada statale da un ponte di
legno, opera del Checco cortese montanaro di Sottoguda. Una casa sorta là per
gioco, quasi una favola uscita dalla bacchetta magica di una ninfa boschiva. Un
gruppo di colleghi -amici, giovani sognatori, invia a vari comuni montani la
richiesta d’acquisto di un lotto di terra per costruirvi un loro condominio. E
Rocca Pietore, nell’agordino, è l’unico a rispondere, circa 45 anni fa.”
Settembre
Nel reale
potenza di dolomie
distese di abetaie
settembre fa alchimie:
visioni irreali
di un colore sublimato
di quella luce rara
di trasparenza pura.
Sollevato dalle ombre
il pensiero è più leggero
negli spazi di cristallo:
audace veleggia
a
quota altra di felicità.
Ritorno da Rocca Pietore, settembre
1997
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Recensione |
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