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Ruffilli: l'amore pieno svela il nostro legame con l'assoluto
In
questo intenso, compatto libro non c'è un nome proprio, non uno di luogo, non
una descrizione, insomma non un solo dettaglio fisico. Eppure, è un libro di
grande concretezza: si parla d'amore in modo preciso e corporeo, scandagliandone
sintomi e conseguenze. Paolo Ruffilli affronta la questione amore fra un uomo e
una donna da tutte le angolature: l'attrazione fisica, la passione, soprattutto
il sentimento che a volte è contrastato, ma sempre appare assoluto, invincibile.
Se l'autore sembra non considerare la tradizione dal punto di vista dei modelli
tematici più noti, in realtà la attualizza senza clamore, con lievi spostamenti:
nella prima parte l'amata è totalmente coinvolta dal sentimento; nella seconda e
nella terza è ritrosa, fuggitiva o persino ostile, nell'ultima in primo piano è
il ricordo dell'amore ormai finito. Il punto di vista è sempre quello del poeta,
proprio come nelle antiche canzoni dei trovatori, dove l'amore è uno dei temi
più diffusi e sentiti. E proprio come in quella tradizione, anche qui l'amore ha
come obiettivo la controparte femminile. Che però stavolta non resta sullo
sfondo, algida e statica, ma è raccontata nelle sue reazioni altrettanto vive e
passionali di quelle del poeta, sfiorando a volte la disperazione, la caduta nel
tradimento. Il tutto al ritmo insieme geometrico e cantabile di versi brevi e
brevissimi, più spesso settenari, come nelle ballate e nelle canzonette, le
forme metriche del poetare leggero. Eppure, in questo Affari di cuore, la
leggerezza non è protagonista.
Ruffilli, poeta, autore di raffinati racconti, traduttore di Gibran, Tagore e
dei metafisici inglesi, nei testi poetici più recenti aveva scelto temi
delicati, come la malattia, la tossicodipendenza, la morte. Memorabile in questo
ambito il suo poemetto del 2001 La gioia e il lutto. Anche questo nuovo
libro andrà dunque letto alla luce di questa tensione verso le più nascoste
sfumature della realtà umana. L'amore, come la rete di metafore con cui è
raccontato mostra bene, è vibrazione profonda della vita, forza che viene da
oltre l'umanità e la coinvolge portando con sé atomi di infinito. Un'energia non
del tutto conoscibile e mai controllabile, che si contrappone al peso del male,
spingendo verso l'alto come quello schiaccia verso il basso. L'amore è il
mistero quotidiano delle nostre vite, il nostro legame con l'assoluto. Ecco
dunque spiegato il senso di sacralità che pervade molti versi, il
contraddittorio gioco di fughe e abbracci, le «coincidenze degli opposti», la
beatitudine nel tormento, Il «ritrovarsi intero» nella frammentazione degli
incontri. «Essere strappati da se stessi»: questo il risultato estremo della
dinamica amorosa, che in tal modo trascina verso il vero sé. Essere al centro di
se stessi mentre si è protesi verso l'altro: questo il paradosso
dell'attrazione, delle schermaglie, e infine della resa al proprio sentimento.
05/11/2011
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Recensione |
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