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La piega storta delle idee
A che serve
vivere, se non c'è il coraggio di lottare? Questo
forte pensiero conduce molto lontano... La frase, che racchiude una complessa
operatività civica, di sentimenti e azioni, riporta le parole vivere, coraggio, lottare.
Il tutto serve! Già,
v'è il richiamo al servizio. Essere servitore. Non servo. Dare voce a chi non ce
l'ha. Non dimentichi "Chi ascolta un superstite diventa un testimone: per questo
bisogna parlare". Nel mezzo del servire, col coraggio e la lotta, si inserisce
una turbolenza letterario-espressiva che "urla" la presenza de "La
piega storta delle idee".
La nuovissima silloge poetica del marconese-pisticcese Giovanni Di Lena, cantore
lucano, edita da Archivia di Rotondella (Matera).
La titolazione dell'opera, fresca
d'inchiostro, è una agrodolce rappresentazione della realtà, campo d'indagine
del Poeta (da tempo) nel solco profondo del sociale. D'impatto evocativo.
Sembrerebbe di percepire sullo sfondo un'immagine di volpe diana memoria, "Il
cammino dei lavoratori". Il Quarto Stato, di Giuseppe Pellizza da Volpedo del
1901.
Il cammino di Di Lena, di formazione metalmeccanico, di ultratrentennale
maturità artistico-poetica, si arricchisce della settima produzione editoriale.
Un filo di continuità lega, a mo' di piccante serto,Un
giorno di libertà dell'89
con Non si schiara il cielo del '94, Il morso della ragione del
'96, Coraggio e debolezza del 2003, Non solo un grido del 2007, Il
reale e il possibile del
2011. E La piega storta delle idee... con in copertina l'acquerello
"Tulipani" del pittore Pietro Martino, concittadino del poeta. Da tempo il
maestro Martino raffigura le varie silloge. Una simbiosi, si potrebbe dire, tra
il distensivo quadretto floreale e l'impeto del poeta con lineari sentimenti,
senza incrinatura, che vanno al fondo... dell'animo umano. A volte rallentano il
respiro e creano un vero e proprio brainstorming... ritornano in superficie e
divengono tutt'uno con la quiete della campitura pittorica, la delicatezza degli
steli e la fragilità dei petali...
Giovanni Di Lena è pragmatico, il suo
linguaggio è asciutto, incisivo. Diviene dardo - «"Un'arma
spuntata": così
definisco la mia poesia» precisa il poeta - che mira, comunque, sempre al
cuore. E fa centro. Non vaga senza meta nell'universo dei bisogni, delle attese,
delle aspettative delle genti, della partecipazione attiva agli eventi. Ed è un
pungolo, di sensibilità sempre crescente, per chi detiene la manovella del
vapore. Ancor più per chi, privo di umiltà competenza e buon animo, gioca e
gestisce la vita dei più: "Castelli
di sabbia / celano realtà spettrali / e ospitano uomini senza coscienza.
/ Reconditi interessi / e trame segrete / ...".
Di Lena, per altri versi, suona la squilla "Ai lacché. (...)
Non aspettate / di essere barattati: / uscite dall'ombra / e cercate la vostra
dimensione!".
E pone l'interrogativo: "È sempre l'ora di tacere? Il sole non brilla più, /
(...) Sdegnata, / la luna spunta, / ma guarda oltre /...". E richiama certe
"Dichiarazioni. Lindi, spumeggianti / e con un sorriso sibillino, i Pagliacci
/ si presentarono per confermare / la collocazione in mobilità. / (...) Il
nostro padrone è la fame / e l'incapacità di far germinare / il nostro dramma".
E pensare che il poeta è figlio di una mobilità... immobile! La piega storta
delle idee è etica del lavoro. Pedagogia della politica. Una sollecitazione
a cogliere nel panorama umano, grazie alla fine metafora della piega storta
delle idee, la diversità delle stesse per un meditato discernimento. Eppoi, a
cucire un adeguato 'abito mentale'. E ancora, il poeta, ardito cantore, vorrebbe
far riflettere sulle pieghe storte che determinano, tra l'altro, l'identità di
una realtà. Spaziando nei variegati ambiti: poetico-artistico, sociale,
politico, economico, produttivo, ecumenico, filosofico, solidaristico,
antropologico, affaristico, perbenista, istruttivo-formativo...
La silloge
consta di due sezioni, con 56 liriche (forse, una per ogni primavera del
poeta), Lacerazioni e Vicinanze. Pieghe storte delle idee che lungo la
via si raddrizzeranno? Alternate, tra la dolcezza dei sentimenti e la
sentimentale dolcezza di un animo combattuto. Nel mezzo di quella che è pura
poesia esistenziale. "Sono
passati cinquant'anni / ... Da noi / la lotta / è un sogno pomeridiano"
(Il fallimento dell'attesa).
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Recensione |
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