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Biografia, con immagini e testimonianze, per Giorgio Menini,
nel ricordo a dieci anni dalla morte
È questo l’ultimo, eccellente lavoro
di Lucia Beltrame Menini, autrice di questo libro che, in un certo senso
rappresenta il trionfo della vita sulla morte, la vittoria dell’amore sul distacco,
il vivo ricordo sulla dimenticanza.
Così l’autrice ha voluto ricordare il
compagno della sua vita, il padre dei suoi tre figli, Ilaria, Maddalena e
Giacomo, ricostruendo con le immagini fotografiche la storia del suo uomo dalla
nascita all’infanzia, dalla giovinezza all’età dell’amore, dalla costituita
famiglia al tempo del lavoro, dalla vita spensierata con gli amici a quella con
i colleghi.
Tutto è bene documentato non solo
dalle varie foto, ma anche dalle testimonianze dei compagni di scuola, di
giochi, di parrocchia, di università, dell’ambiente di lavoro che lo ha visto
impegnato prima come informatore medico-scientifico e poi come capo-area della
Ditta Sandoz di Basilea, dove ha speso gli anni migliori, fino ad arrivare alla
pensione, senza avere poi nemmeno la soddisfazione di veder giungere la prima
rata di quiescenza. La sorte gli ha riservato una conclusione ingrata, dopo
avere illuminato le giornate e i rapporti con medici e colleghi, con
collaboratori e superiori con la sua integrità morale, la sua giovialità, la sua
filosofia di vita, che lo ha sempre portato a dare importanza alle cose che
contano.
Il dr. Giorgio Menini, nei titoli dei
singoli interventi del libro, viene definito dai testimoni: “come uno di
casa, con il suo modo angelico, un uomo con la ‘U’ maiuscola, benevolo e
socievole, affabile e mite, con il dono dell’equilibrio, serio e saggio, attento
alla sostanza, all’amicizia, alla giovinezza, elegante e sorridente, un uomo
buono, animatore instancabile, una presenza equilibrata e arguta, una persona
serena, persona educata, schivo e riservato, noto per la sua bontà come un
fratello, semplice e cordiale, uno dei ‘miei migliori ragazzi’ (Giuseppe G.
Miglio), vero amico sincero, ‘Number One’, mai servile od interessato, il suo
carattere così dolce, sapeva ascoltare, insegnava con l’esempio, esempio di
rettitudine, punto di riferimento, il lavoro non era lavoro, un vero uomo...”
Non sarebbe tutto, ma quanto basta per dire che sono sempre i migliori che se ne
vanno!
“della vita un canto”
diventa così un gesto di grande riconoscenza, un canto “a più voci” dedicato ad
una persona che ha dato tanto per la sua famiglia, ma altrettanto alla società
del suo tempo e a quella d’oggi, perché è la dimostrazione che è possibile
essere onesti, intelligenti, socievoli, altruisti e infinitamente simpatici,
come è stato Giorgio Menini.
Un
doveroso ringraziamento a Lucia Beltrame per il valore letterario e soprattutto
umano della sua opera.
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Recensione |
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