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Non è
successo niente
Non è successo niente
è, in ordine di tempo, l’ultimo
lavoro letterario di Genoveffa Pomina. Un lavoro
che rappresenta
una tappa importante lungo il suo seducente
percorso
poetico, ricompensato puntualmente da altrettanti
importanti riconoscimenti e lusinghieri consensi
sia dalla
critica letteraria che dal vasto pubblico di
lettori. Dunque,
quest’ultimo lavoro di Genoveffa Pomina in ordine
di tempo
è il terzo libro da lei pubblicato con i tipi
delle edizioni
Albatros, dopo Sensazioni… apoteosi…rimpianti?(2011)
e
Sussurri nelle ombre
(2012). Questi testi non sono i soli a
esser stati pubblicati da questa considerevole
autrice, possiamo
annoverarne altri già dati alle stampe in
passato, ma
è opportuno soffermarsi a prendere in analisi
quest’ultimo,
perché di notevole interesse.
Pagine delicate queste di Genoveffa Pomina,
permeate
da sottili emozioni nel suo piacevole andare,
specialmente
quando il silenzio amoreggia con le sue parole
lungo
il costrutto del quotidiano, là dove, l’ultimo
anelito di vento
viene ad impreziosire la sua poesia con
modulazioni costanti
nelle realtà del tempo. Versi che vanno a
esprimere
con profondità d’animo un percorso di vita dal
sentore malinconico.
Mentre il tempo e le stagioni passano avventizie
a richiamare con consequenzialità tutte le
bellezze della
vita, lei continua a comporre con incanti.
Incanti di vita
veramente unici, giustamente coronati nella loro
totalità, da
quell’intenso fascino passionale tra le numerose
e incondizionate
pieghe del suo cuore sia di poetessa che di
donna.
L’Autrice ha messo i suoi ricordi su pagine
silenziose
per un lato ma altrettante vive per l’altro lato,
perché su di
esse scrive e trascrive momenti tristi e momenti
felici sia del
passato che del presente. Questo è il modo
migliore per comunicare
con gli altri, attraverso pagine di vita che
raccontano
sogni velati, strappati al tempo nella dolce
attesa di poter
rinascere e germogliare come tenere rose nel
bianco deserto
dei sentimenti. Nel bianco e quieto deserto
dell’anima,
a rischiarare il buio delle incertezze dei giorni
futuri.
La sua poesia è una lunga fiaba che nasce
compatta e
limpida a materializzare improvvise emozioni,
specie nell’abbraccio
del crepuscolo, a narrare ancora antiche realtà
tra
l’appassionato scorrere di delicati momenti,
fatti da attese e
speranze. Spesso l’autrice s’immerge
nell’universo dei sentimenti
e dei ricordi per gratificarci con traboccanti
versi
che vanno ad addensarsi univoci sui confini
dell’anima, di
un’anima tersa, limpida per narrarci con parole
profonde la
sua intimità. Ed è qui che si connota, chiaro e
saggio quel
suo profondo desiderio di vivere. Di un vivere
semplice,
sincero e che non graffi più la sua anima con le
ombre e i
vuoti delle assenze le quali, continuano a
scardinare verità
negli echi del silenzio di notti insonni.
Comunque, poesia
che si fa profondo respiro tra gli innumerevoli
vortici dell’infinito.
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Recensione |
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