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L’ultima opera di F.A. Giunta si presenta nella veste di un romanzo d’idee, sempre stimolante e quasi una provocazione per l’intelligenza, ma il genere narrativo, chiamato in causa, viene abilmente variato, camuffato, ricorrendo a contaminazioni accattivanti con l’avventuroso e il poliziesco.

Frequenti, nel tessuto del testo, sono le digressioni, volte ad informare il lettore: a carattere artistico, storico e geografico, tali interventi si presentano come una sorta di dettagli a te “finestre” di un ipotetico ipermedia, quasi a sottolineare la linea attualizzante del percorso narrativo, calato nella realtà contemporanea sia dal punto di vista socio-politico che da quello legato alle scelte etiche individuali. Ancora più chiaramente si può considerare Karin è tra noi una specie di bildungsroman (romanzo di formazione), incentrato sulla figura della protagonista, Karin, che, attraverso una sua crescita, matura nel confronto con le regole accettate o rifiutate e passa da uno scenario privato, familiare a quello assai più vasto delle complesse questioni mediorientali.

L’ottica della giovane donna è spesso empatica, il lato emotivo dei problemi non è stato soppresso e la visione del mondo concede all’espressione diretta delle proprie pulsioni, spesso anche pericolosamente in contrasto con la prudenza, ma sempre caratterizzata dalla volontà di non arrendersi e di gettarsi nella vita. La sostanza etica del suo impegno per la pace e la tolleranza, quindi, s’innesta sulle crisi, sulle vicissitudini a carattere etico-sentimentali, in altre parole sulle “macerie del privato” che sono proprie della vita di Karin, si tratta dell’emergere del problema di scegliere, affidandosi ad un sistema di valori tutto da definire, data la messa in discussione dei modelli di vita offerti dalla tradizione. La protagonista è perciò segno narrativo delle contraddizioni etiche del nostro tempo, naturalmente non le risolve, né potrebbe farlo senza destituirle di senso, ricerca piuttosto una strada praticabile, delegando ai lettori il compito di aderire alla sua proposta e seguire il suo esempio.

Resta aperta senz’altro la questione se sia possibile, in concreto, risolvere i grandi problemi del mondo in mancanza di criteri più solidi dal punto di vista etico, capaci di orientare in maniera positiva anche le cosiddette scelte private, ma l’autore, che pure è onnisciente rispetto alla storia narrata, non ritiene giustamente di “comparire” con giudizi di parte, lo sguardo è spesso improntato ad una benevola comprensione di tutto ciò che è umano, comprese le conseguenze del dolore sugli animi. La sofferenza non dà luogo a riflessioni edificanti artificiose e sterili, seguiamo Karin nel suo vagare alla ricerca di un riscatto sentimentale, vissuto anche come una sfida verso le convenzioni, un atteggiamento talvolta di rifiuto del dialogo la cui natura affonda le sue radici nella fragilità, ossia nell’umanità della giovane donna, divisa fra opposti slanci: d’insofferenza e d’idealismo.

La materia narrativa si presenta nello svolgersi del racconto prevalentemente omogenea, digressioni a parte, riguardo al sistema dei personaggi, è possibile notare una certa attenzione nel delineare la figura della madre di Karin che l’autore ha voluto impiegare.

Con ragione, quindi, il prefatore F. Lanza ricorda il ruolo significativo delle donne nei romanzi di F. A. Giunta, al di là di qualsiasi retorica che per tutti, comunque, rimane un rischio, considerata la ricchezza di personaggi femminili eccellenti del nostro ‘900. Le ultime pagine, quasi una sorta di testamento spirituale o chiave di lettura dell’intera vicenda narrata, scorrono secondo un ritmo più accelerato, i fatti cedono il posto alle idee, la stessa protagonista si fa entusiasticamente strumento di una missione tanto elevata quanto ardua. Con quella incoerenza che è propria dell’uomo di oggi, Karin emerge dal proprio disorientamento, puntando in alto con lo scopo persino di orientare, di schierarsi dalla parte giusta, così nell’insieme il testo presenta qualche distonia nel tentativo di esprimere, cogliere, nel reale anche le contraddizioni che la protagonista vive proprio tra noi.
Recensione
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