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Affari di cuore

La raccolta poetica Affari di cuore si divide in quattro sezioni che propongono in itinere una pluralità di varianti sullo stesso tema: l’eros, ora vissuto come violenta lotta e demistificazione del sacro, ora come gastronomico rito, ora come donazione o mistero , mezzo per apprezzare il respiro della vita.

Tuttavia P. Ruffilli attraverso la sessualità, rimanda ad ”affari di cuore” appunto, ad una intensa analisi di stati d’animo, di sentimenti che nella sessualità trovano compimento, sia tale compimento in rapporto analogico al sentire o sia esso in antitesi; dunque la carnalità non esclude l’interiorità, che nel sesso trova uno strumento di rispondenza ai bisogni dello spirito: Solo a toccarci ……. | sapremmo tutto | ... | del vuoto che ha lasciato | qualcun altro … (Maggio, pag.118), oppure un motivo di rimorso, di angoscia: …. mi chiedevi | di essere legata | mani e piedi | ... per non sentire | ….. | il rimorso di tradire,…. (Sogno, pag.13) e tanto altro ancora. Insomma la carnalità è connessa ad una fenomenologia interiore che la determina e a dominare, di conseguenza, non è l’istinto per l’istinto: la primigenia pulsione che si esplica anche con violenza e crudeltà, rimanda, talvolta anche sottotraccia, ad una condizione esistenziale.

La sessualità raramente è però collegata alle lodi della donna, all’attrazione determinata anche solo dalla bellezza delle parti più erotiche del suo corpo, spesso trattasi di una donna dominatrice che “assale e uncina” (Ardente, pag.20), o psicologicamente motivata, che nell’eccesso crudele dell’atto amoroso trova il mezzo di espiazione“per non sentire | ... | il rimorso di tradire (Sogno, pag.13), o che ancora ama atteggiarsi a vittima nel volersi annullare, nell’essere posseduta, “strappata finalmente da se stessa” (Via, pag.21).

Da ciò deriva che tra i cinque sensi la vista ha un ruolo secondario ( d’altronde essa potrebbe essere rilevante se si trattasse di una poesia contemplativa,quale era, ad esempio, quella stilnovista), mentre l’olfatto, il gusto e il tatto diventano i sensi dominanti, i complici della sessualità e la loro presenza ispira la poesia più leggiadra, così il poeta si arrende “all’odore | della pelle” e “al sapore di mandorla | e limone” (Eccezione, pag.128) e fruga ” con la mano |  il corpo arreso” (Abbraccio, pag.83).

P. Ruffilli in tale genere è sicuramente a livello dei grandi poeti del Novecento, quali J. Prevert, P. Neruda, F.G. Lorca, etc… sia per lo sprigionarsi primigenio di sentimenti e passioni, sia per la sobria pregnanza dello stile. Il poeta infatti, ora con tono lieve e fluido, ora drammatico ed incalzante, non allude, ma dice, eppur svelando, nasconde. Per tal motivo sollecita a una visione realistica e nello stesso tempo a trascendere dall’immediato sensuale e carnale, combattivo e violento che pur è l’elemento caratterizzante la silloge.

Recensione
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