| |
Il romanzo di Giancarlo Micheli
è un romanzo cosmopolita
ed internazionale, offrendo un
incrocio tra diverse culture,
dislocate anche in tempi
diversi (i due protagonisti vivono,
infatti, una distanza di tempo
di tre secoli), e, promuovendo
nella fictio incontri tra
personaggi di varie nazioni,
ne acuisce i vari contatti
sociali e commerciali, come ad
esempio tra giapponesi e
commercianti olandesi. Si tratta di
«un viaggio narrativo per
risalire al tempo dei primi contatti
tra le culture occidentale e
orientale, alla ricerca di una vita
umana e sensibile, equanime e
felice nei limiti della necessità.
Una fuga dall’Europa del
cinquecento, devastata dai conflitti
religiosi, e dal potere
monocratico del medioevo giapponese.
Una navigazione lungo le
contraddizioni della storia,
orientata, sotto le
costellazioni delle differenze, verso il
congiungimento dell’azione alla
memoria, del desiderio alla
realtà». A questo si intreccia
la teoria della salvezza degli
uomini, che è vista sia
nell’ottica della libera scelta che della
predestinazione. «Riguardo al
dogma della predestinazione,
che certo concerneva
intimamente la sua anima quanto quella
di ogni altro cristiano, egli
(il protagonista Dekker) aveva
assunto con fermezza un
atteggiamento agnostico. Per quanto
dure fossero le prove alle
quali la vita di bordo lo sottoponeva,
la sua eccellente attitudine a
sostenerle con virile fortezza non poteva bastare quale segno indubitabile di
appartenenza
al novero degli eletti» (Giuseppe
Panella). Il
rapporto
tra oriente è occidente assume
quindi due risvolti, sia
quello storico che quello
attuale, incentrando tutto sotto
l’aspetto religioso-filosofico
della salvezza.
La ricchezza diventa parametro
dei valori sociali. Si
tratta di «una ricchezza intesa
in senso occidentale, sotto la
categoria della qualità, ma non
disgiunta da una correlativa
accezione orientale, quale
ricchezza interiore e dissipazione
di essa (Stefano
Busellato). La
filosofia occidentale si fonde
quindi con la filosofia
orientale, avvicinando anche le diverse
classi sociali, ma mettendo in
evidenza i rapporti religiosi,
evidenziati nell’ambito della
Compagnia di Gesù. Il romanzo
appare quindi, con il suo stile
sobrio ma preciso e puntuale, un
chiaro affresco storico, benché
non rifugga da un carattere visionario.
«Il carattere visionario del
romanzo si ripresenta nel
fatto che i due protagonisti
principali sono legati attraverso il
sogno. In virtù di tale legame
onirico, che emerge gradualmente
lungo tutto il racconto, i due
protagonisti, pur vivendo a
tre secoli di distanza l’uno
dall’altro, sono accomunati nella
scoperta di quanto il potere
sia in grado di condizionarli e rinchiuderli
in una sorta di trappola» (Marinella
Lazzarini).
Il romanzo di Micheli offre una
varietà di luoghi e un
ricchissimo campionario di
paesaggi. Appare anche abbastanza
erudito e a volte richiede un
sostanziale impegno da parte
del lettore, in questo però
sono utili le note al volume. Il suo
valore sta inoltre nella
varietà linguistica e contenutistica.
| |
 |
Recensione |
|