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Parole finalmente atteseBelle, profonde, intense e sofferte. Adesso inizio a vedere oltre il tuo consueto ermetismo, che non è assolutamente chiusura verso gli altri, bensì una componente caratteriale.
Nelle tue parole vedo un uomo forte, determinato, con tanta voglia di mettersi in gioco e di raccontarsi, seppure in modo velato, ma esponendosi esplicitamente: un uomo di altri tempi, dote che ammiro e ormai in via di estinzione, ma un uomo fragile. Bischero, si dice così dalle tue parti no? Ma fragile… Alla fine poi componente comune a tutti quelli tosti, che sono i più fragili. Mi permetto di andare oltre perché me lo hai chiesto. Sei chiuso in una prigione, in un mondo che ami ma che non ti permette di essere ciò che sei. Butti fuori poesia, la racconti, la disegni, la fotografi, ma tutti i tuoi lettori non hanno mai capito fino in fondo chi sei. Perché è una condizione, quasi una clausola per proteggere ciò che è tuo soltanto. Condizione che io percepisco in quanto streghetta, ma che forse non c’è e magari vedo solo io. Le tue parole, che altro dire? Lavoro importante, esaustivo: è G, ma il vero te, la tua incertezza tienila stretta, c’è sempre qualcosa che abbiamo il diritto di non mostrare. La condivisione è importante, ma l’appartenenza al proprio io è un tesoro di inestimabile valore. Questo è il mio modesto parere, il commento di una donna del popolo, che ama leggere non solo i libri, ma anche le persone. Ciò che hai fatto è un insieme di lavori belli, liberi, scorrevoli, e soprattutto che arrivano. Ora dimmi, ti pare poco? A me hai dato tanto, tutti i giorni. |
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