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Con noi instancabile

Si procede, dubbiosi, lungo gli impervi sentieri della terra, dopo l'incomprensibile e incolpevole caduta nell'esistenza. Costretto, senza essere stato interpellato, a recitare la sua parte nell'avventura chiamata vita, l'uomo si muove a fatica, tra ostacoli soverchianti, ombre, insidie, strapiombi, aridi e sconfinati deserti. Deve confrontarsi con la realtà, coglierne le coordinate, la struttura, le istanze, le insidie: da solo. In un angolo segreto della memoria ci sono frammenti di una musica amica, come quella dello sciabordio delle onde di un edenico "mare della tranquillità" dalle tiepide acque, ricche di nutrimento, protettive, materne... Come serenatrice nenia di culla, l'ancestrale melodia diventa approdo dell'anima, riparo in cui trovare rifugio per difendersi da ogni sorta di tempesta.

E' stata questa la mia prima riflessione quando ho terminato di leggere Con noi instancabile, l'ultimo libro di Gianni Ferraresi: un'opera ricca di pathos e, insieme, lineare, profonda, edificante, suggestiva, capace di svelare al lettore orizzonti confortevoli e luminosi. L'autore racconta la sua vita e ne esamina le tappe, evidenziando in esse, di volta in volta, la presenza protettiva e instancabile della "Mamma Celeste", creatura divina e metafora sublime dell'alveo primigenio dal quale tutto ha avuto inizio, la Madre di Cristo, figlio di Dio, ma anche fratello di tutti gli uomini.

Il racconto, solo in apparenza ingenuo e frutto di una religiosità semplicisticamente vissuta, rappresenta invece una testimonianza emblematica di una letteratura dalle radici forti e dalle prospettive ben più ampie e stimolanti, proprio perche ha il coraggio di muoversi, sia pure a volte in modo temerario, lungo it filo sottile che lega fisica e metafisica, fenomeno e noumeno, umano e divino. Laureato in ingegneria, ma anche diacono dedito all'evangelizzazione e alla carità, Gianni Ferraresi non è uno sprovveduto, né un visionario. E' uomo abituato a immergersi nella realtà in modo concreto, ad auscultarne le voci, a coglierne le piaghe e le istanze. Ma si sa che la cultura occidentale, aristotelica e cartesiana, fortemente condizionata da paradigmi che le impediscono di muoversi oltre i confini dell'immediatamente visibile, e sospettosa nei confronti di qualsivoglia incursione nell'oltremondano... Gianni Ferraresi non ha la.pretesa di fornire dimostrazione delle cose che narra. Ben altro è il suo intento. Gli basta solamente rendere partecipi gli altri dei segnali colti nel corso di una vita in cui mai gli è accaduto di sentirsi abbandonato, privo di sostegno, smarrito. La Madonna gli è stata accanto, premurosa e discreta; gli ha rischiarato il cammino; gli ha teso la mano aiutandolo a risollevarsi dalle cadute; ne ha lenito le pene, fugato le paure; ha riempito di senso i suoi giorni, insegnandogli la carità e la misericordia. Le "apparizioni" di cui parla Ferraresi non hanno nulla di teatrale o di folcloristico; sono "teofanie" incarnate, reperti concreti di quotidianità, visibili all'occhio attento ed esercitato a guardare le cose e gli eventi con umiltà, devozione e mente sgombra da scorie. E hanno un nome: Ortolani, primario di pediatria; la madre che parla della fatina dai capelli turchini e che gli descrive la Sacra Famiglia; it camionista che gli fa visita dopo l'incidente; padre Pio; Virginia; l'assunzione avvenuta nel mese mariano, lo stesso in cui sono nati lui e sua moglie; il professore di filosofia che gli ha insegnato a rifiutare "la tentazione gregaria"... Ferraresi racconta la vita, la sua e quella di tutti, col candore innocente di un fanciullo e con la sapienza dello Spirito che gli spira nell'anima. Il suo atto di fede e di speranza nasce da una visione dell'esistenza solare e incoraggiante. Lo dimostrano le considerazioni, tenere, limpide e disarmanti, con le quali termina la sua narrazione: "Posso dunque affermare con ragione che, attraverso gli avvenimenti che hanno segnato la mia esistenza, Lei mi e stata sempre vicina e lo è tuttora, ispirandomi a scrivere questa mia testimonianza per stimolarmi, e stimolare chi mi legge, a cogliere la sua dolce e instancabile presenza nella nostra vita".

Recensione
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