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I figli dell'illusione
'Illusione' e termine per denotare errore dei sensi o della mente, distorsione
della realtà, visione, spesso fiduciosa e testarda,
di
cia che non c'e e che mai potra essere... Ma fermarsi a questo significato non
aiuta a capire in modo esauriente la sostanza del messaggio contenuto nel
romanzo di Wilma Minotti Cerini. La mente, perciò, corre subito al peso attribuito a questo vocabolo da Foscolo e da
Leopardi, tanto per fare un esempio. Entrambi i poeti, sia pure con atteggiamenti
diametralmente opposti, se ne servono. Ma, mentre per it primo esso rappresenta
una meta possibile, da inverare nei fatti, per it secondo, invece, si tratta di
'amen° inganno', da esaminare vivisezionare e confutare con lucida e algida
ragione... Sia l'uno che l'altro, pur senza rendersene con-to, dicono la verità.
Da
sempre, i giovani, non ancora defraudati della loro innocenza dalle
mistificazioni della società, nel primo approccio con la realtà, costruiscono i1
loro progetto di vita guidati dai sogni, dalla volontà ferma di edificare un
mondo governato da giustizia, onesta, pace... E, oggi più di ieri, scrutano
I'orizzonte
in
cerca di ci6 che manca nel loro contesto di vita, la luce adatta a rischiararne
it cammino, a guidarli nelle scelte, aiutandoli a crescere e a dipingere it
futuro con tinte rasserenanti, chiare... Spesso, per6, si lasciano sedurre da
falsi miti, da pseudo verità, da visioni inquinate indicanti traguardi distorti,
obiettivi mirati all'esaltazione del male e del nulla.
Impegnata nella ricerca della verità e del bello, la scrittrice sa del rischio
e, con l'intento di fornire indicazioni a chi ne ha bisogno, racconta la storia,
emblematica e formativa, di una ricerca spirituale,
di
un itinerario di conoscenza stimolante per quanti hanno voglia
di
raggiungere l'illuminazione. Rabindrannath Tagore, citato in esergo, è la chiave
per cogliere il monito del libro. Che è quello di capire che "la profonda verità
del mondo" e nella sua essenza spirituale. Peter e il suo viaggio; Mirit,
sognatrice col "dono della fine ironia"; il Santo, che emana "un senso di pace e
di saggezza"... sono personaggi esemplari e dai contorni netti e ben delineati.
Le filosofie orientali, e in particolare il buddismo, possono essere, dunque, il
punto di incontro tra visioni diverse, il collante nuovo e duraturo capace
di
legare tutta l'umanità, coinvolgendola in un grandioso progetto
di
rigenerazione e di crescita.
Wilma Minotti Cerini, vera protagonista del romanzo, proietta nei fatti e nei
personaggi il suo sogno di restituire al mondo intero verità, speranza e pace.
La scrittura, sobria e lineare, contribuisce a rendere questa sua nuova fatica
letteraria efficace e gradevole.
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Recensione |
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