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Paesaggi e figure
Giunge, improvviso, in un preciso momento del nostro
percorso esistenziale, un desiderio improrogabile di fare il punto, di
raccogliere pezzi sparsi del nostro vissuto, di mettere insieme reperti
importanti prima che, impietosa, la polvere dell’oblio ne cancelli per sempre le
tracce. E’ così, per tutti. Chi siamo, oggi? Quali sono i connotati autentici e
irripetibili del nostro “io”? Il nostro inconfondibile “io”, quello che fa di
ciascun vivente un unicum, un singolo capace di distinguersi da infiniti
altri, è la risultante di traiettorie diverse, la somma, una sorta di
comune denominatore estraibile solo rimettendo insieme le varie “forme”
in cui, nel corso degli anni e in una interazione costante con paesaggi e
figure, il nostro io si è inverato …
Franco Orlandini, con umiltà e amore, si guarda dentro,
s’interroga, scava nella memoria, ne scruta gli angoli più segreti … E il
miracolo avviene, il talismano della scrittura , usato con eleganza e
rispetto, rende il sogno possibile. E la pellicola, a poco a poco e con ritmo
ineguale, prende a srotolarsi: a tratti velocissima, poi più lenta; qualche
volta si ferma, s’inceppa, richiede un supplemento di attenzione o, forse, di
coraggio nello spettatore totalmente coinvolto. I fotogrammi si susseguono:
lo zio Antonio; Piripicchio, il gatto bianco; la guerra, i
cadaveri; la scuola; il nonno carpentiere, il padre ferroviere, maestro nelle
macchine a vapore; Gogol e i Racconti di Pietroburgo; il marito di Marta, con le
sue mucche e il carro cigolante; gli anni sessanta …
Nel suo “tempo ritrovato”, Franco Orlandini recupera, tappa
dopo tappa, esperienze, eventi, personaggi, modelli, punti di riferimento, che
gli hanno fatto da viatico in un percorso spesso complesso, accidentato, minato
da trappole e da sirene sempre in agguato.
Lui, nel personale e segreto diario di bordo, con saggezza,
di volta in volta ha annotato le coordinate utili a non perdere mai la rotta …
Novalis gli ha insegnato che “l’anima non si sveglia che a piccoli sussulti”;
che lo sviluppo della coscienza è faticoso. Paolo VI gli ha fatto comprendere
che il disegno di Dio è imperscrutabile e che “l’avvenire dello Spirito è
imprevedibile” …
Franco Orlandini ha dedicato la vita all’insegnamento, ha
aiutato generazioni di giovani a crescere, ne ha nutrito il cuore e la mente,
convinto del valore e dell’altezza del proprio magistero. Ed è per questa
ragione che, pur prendendo atto delle aberrazioni del presente, conclude il suo
libro ribadendo con vigore un suo convincimento: “Non avranno valore i progressi
della scienza e della tecnica, pur strepitosi … Avrà invece valore il
perfezionamento … raggiunto nella sfera spirituale e umana, per l’instaurazione
di un mondo di giustizia, di pace e di fraternità.”
E noi,
nel mentre esprimiamo apprezzamento per la prosa lineare e misurata,
condividiamo il suo nobile atto di fede e di speranza.
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Recensione |
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