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Carissimo Veniero,

da molto tempo ho ricevuto la tua ultima e suggestiva opera poetica Genesis. Fiaba della guerra e della pace, ma non avevo potato rispondere perché sono stato molto fuori per impegni e convegni che sarebbe lungo dire. Approfittando ora di un po' di tempo, vorrei dirti le mie impressions dal momento che ho letto il libro sin dal suo arrivo. Genesis mi è apparsa subito come una delle tue opere più mature e davvero anche stupefacente nella sua straordinaria sintesi di pensiero e di autobiografia. E tutto ciò tenuto conto del fatto che il tema del libro era tutt'altro che semplice. Si vede bene, a me pare, che tu vi hai lavorato a lungo e con uno scrupolo che rende onore alla tua serietà con cui senti e tratti la parola poetica.

Di fatto, chi comincia a leggere Genesis non può fermarsi nella lettura che va fino in fondo con una naturalezza e una incisività anche lirica che tocca e convince. La tua scrittura poematica si è veramente affinata molto poiché sa tenere viva una materia poetica in cui il pericolo dell'ovvietà potrebbe presentarsi a ogni passo. E invece, la tua ispirazione genuina e feconda, religiosa e filosofica insieme, concentrata sul dato della fede cristiana e al contempo aperta a un respiro universale, dona a Genesis la qualità di una voce poetica che, di questi tempi, e non solo rarissima, ma anche inaspettata. Dovrei dirti molte cose ancora su questo tuo libro, ma nella brevità di una lettera non c'è molto spazio, come lo capirai. Tuttavia, mi è piaciuta tanto la sezione 25, dove evochi la figura di Francesco con frate cane: in pochi tratti hai fatto sentire quanto certi contenuti sono ancora vitali, niente affatto scontati o risaputi. Tra l'altro, è molto bella e puntuale la prefazione di Sandro Gros-Pietro che occorrerà riprendere; nelle sue linee critiche, per qualsiasi discorso sulla tua poesia.

Carissimo Veniero, io spero di trovare un po' di tempo per dare notizia da qualche parte di questo tuo libro, ma come sai dovrai avere pazienza poiché ricevo libri e posta a non finire e non godo di tutto il tempo che vorrei per rendere giustizia alle cose buone. Tuttavia, ti basti pensare che, grazie non solo a Genesis, ti conservo una grande stima e un vero apprezzamento per la coerenza del tuo dettato poetico.

Ti invio, come segno di amicizia e di stima, un mio libro recente che, forse, ti potrà aiutare a capire quanto io sia vicino alle tue tematiche e alla tua profonda ricerca. Augurandoti ogni bene, credimi con il cuore migliore...

Recensione
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