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Armonici cromatismi emozionaliArmonici cromatismi emozionali: è questo il titolo del romanzo di Giovanni Tavčar, poeta, scrittore, giornalista, musicologo ovvero critico d’arte, ma non di pittura quanto piuttosto di musica.
In una situazione analoga viene a trovarsi il personaggio Marco, prestigioso pianista, il cui amore, ricambiato, per la violinista, altrettanto brava, Melanie, si muta poi, in una condizione che per lui diventa come un limbo. La trama del romanzo verte su un sodalizio artistico tra un suonatore di pianoforte, una di violino e un’altra di violoncello, un trio di pianoforte e strumenti ad arco, che dà concerti nel Centro Europa, Baviera, Austria e Veneto, riscuotendo un vero trionfo. Lo scrittore mette in luce anche i sacrifici e le fatiche, che stanno dietro al successo: la lontananza dalla famiglia, i viaggi, l’impegno; lo studio, le prove. Ma c’è pure il risvolto positivo: la conoscenza di nuovi luoghi, che qui vengono descritti con precisione e dovizia di particolari, sia sotto l’aspetto geografico che storico e soprattutto artistico specialmente con riferimento ai soggiorni dei vari musicisti e alla composizione di loro opere. I musicisti che figurano qui e i cui brani il trio esegue, sono, oltre a Schubert, anche Beethoven, Bach, Mozart, Brahms, Mendelson e qualche altro ancora. Da vero intenditore, Giovanni Tavčar, nei suoi meravigliosi brani di critica musicale, che sono veramente sublimi, distingue ad esempio la tecnica dalla interpretazione, e riesce a cogliere con squisita sensibilità e profondità, la essenza e l’unicità dell’anima che ogni esecutore riversa nel suonare e nell’interpretare il musicista in questione. A prescindere poi dalla musica, nel romanzo spiccano sentimenti tenaci e profondi: l’amore, intenso e appassionato, l’amicizia sincera, leale e capace di sacrifici; inoltre il rispetto, la comprensione, l’ospitalità. Giovanni Tavčar ritrae un mondo certo non comune, per la sublimità dell’arte, la eccellenza delle figure di artisti, la dirittura del comportamento pur nei cedimenti, e la purezza della vocazione artistica che disdegna la spettacolarità e il funambolismo, propri di tanti pseudoartisti. Un’opera che si può ritenere un vero capolavoro. |
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