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Sagana
Il rinnovarsi della
scansione poetica di Lucio Zinna traspare in questa sua silloge Sagana che
racchiude le poesie di “Il filobus dei giorni” (1955-1963), di “Un rapido
celiare” (1964-1974) e le dodici liriche (1974-1976) comprese nella sezione
dalla quale questo libro trae il titolo.
Un libro che al di lą
della vicenda creativa di Lucio Zinna si offre come documento puntuale e
significativo della sua evoluzione, del suo ricercare instancabilmente un
approdo al di fuori dell’incombente realtą quotidiana.
Ne emerge una poesia a
tratti autobiografica, a tratti rievocativa, a tratti intimista, ma sempre
decisamente capace di riannodare l’attuale momento di ricerca alla tradizione
italiana del “far poesia”, di ricreare sulla pagina l’alchimia dei giorni e la
magia dell’immagine: « Dietro il velario | di fumo e di vetro | la solita folla
| intravedo che passa | e questa pioggia | noiosa di novembre | che cade lenta
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come i miei sogni | di domenica sera | e di sempre » e ancora i ricordi
divengono essenza vitale nei versi di “C’era un portone”: «Giocavo
| coi fiori
le bimbe i gatti le latte | di pesce in conserva, mi guardavo | attorno con
stupore e ripetevo almeno | dieci volte le parole di suono elegante | e
incomprensibili che talvolta scoprivo | nei libri di scuola o d’avventure ».
Lucio Zinna
raggiunge, in questa sua prova, la sintesi del proprio pensiero, l’estrema
definizione di una profonda analisi interiore, l’attenta individuazione del
rapporto fra creazione poetica e contenuti sociali, fra freschezza d’immagine ed
intensitą di sentimenti.
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Recensione |
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