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Introduzione a
Il turbinio della vita e Le
ragioni del vivere
di Rudy de Cadaval e Pasquale
Montalto
la
Scheda del
libro

Testimonianza d’amicizia
Pasquale a Rudy con infinita stima e gratitudine
Pasquale Montalto
un
tema a me tanto
caro, quello
della correlazione
tra la
Persona e il
tempo,
la storia
e i
luoghi, gli
ambienti di
vita e
la Realtà esistenziale
che ognuno
si trova
a vivere
nella propria
quotidianità,
e i richiami,
i
rimandi
inevitabili
che
si
stabiliscono
con
l’altro
e
la
Comunità,
l’arte
e
la
Poesia,
la
scrittura
e
il
sogno/
l’immaginario.
sembrano
apparentemente
mondi
complessi e
contrastanti,
lontani
e
diversi,
quasi
separati,
forse
frantumati, quanto
invece sempre
più scopro
che possono
intrecciarsi e
convivere
insieme,
perché
li
osservo e
li
percepisco
intimamente
connessi, e
l’uno si
nutre, richiama
e si
avvantaggia dell’altro,
all’interno
di
una
multiforme
e
variegata,
fragile
e
colorata,
labile
cornice che
si colora
di ricordi
e di
memoria, quella
essenziale del passato,
e da
un presente
mosso da
un pensiero
positivo collaborativo
e cooperativo,
inclusivo che
unifichi e
accompagni e risponda
all’energia vitale d’ognuno per
tutta la vita.
un
rilevante
contributo
allo
sviluppo
di
questo
progetto
allargato
proviene questa
volta dal
poeta Rudy
de Cadaval:
te
e Me,
la nostra amicizia,
i sentimenti
e le
sensazioni dell’anima,
gli affetti
delle persone che
ci stanno
vicino, la
collaborazione portata
avanti
attraverso
lo
scambio
di
lettere,
riviste
e
libri,
note
critiche, prefazioni,
questa introduzione.
il vero
senso del
mio scrivere,
soprattutto
in
poesia,
si
ritrova
proprio
in
questa
ricca
linea
di
fenomenologia
esistenziale, di
poetica esistenziale,
che prende
le mossa
da
un
buio
e
magico
momento
di
coincidenza
cosmica, quella
che ci
ha
chiamati
a
nascere
e
vivere,
quando
e dove,
forse, nemmeno volevamo, e
poi dai
patimenti del
corpo e
del cuore, ferite
e dolori,
esperienze ai
bordi della
sopportabilità, di
sicuro, altrimenti se
ne perderebbe
il senso,
controbilanciate dal
loro legittimo opposto,
fatto di istanti felici e momenti di gioia, di
libertà e verità, amore, che mi prenderò il tempo di continuare
a rifletterci.
all’interno
di questa
labirintica matassa, che
è la
nostra vita
e l’ambiente familiare e sociale e culturale che ci accoglie, è
nata e si muove la conoscenza e l’amicizia, maturata nel mondo letterario della poesia, tra me, Pasquale Montalto, e Rudy de
Cadaval, andata via
via assumendo
sempre più
i connotati
della
stima
e
della
fiducia
reciproca,
della
robustezza
e
della
forza
delle
idee, di una parola essenziale destinata a durare nel tempo, andando
oltre
ogni
difficoltà
dell’esistenza,
vissuta
certo
da
lontano,
ma non per questo
con distacco,
e mantenuta
sempre viva
dal rilevante
scambio creativo
delle opere
di scrittura,
quanto basta
per informarsi e godere
del successo
dell’amico e rispondere
con vicinanza e gratitudine.
nelle
note
biografiche è
possibile leggere
lo spessore
letterario e il
grande contributo
offerto
da Rudy
de Cadaval
alla cultura
italiana.
qui
vorrei
solo
ricordare
che de
Cadaval,
da
parte
di una
qualificata giuria
e sotto
l’alto patrocinio
della Presidenza della
Repubblica, è
stato insignito
del Primo
Premio
I
Poeti del ‘900;
e
la
international
Poets academy
ha dichiarato
e nominato all’unanimità
Rudy de
Cadaval
Poet of the
Millennium –
2000;
>segnalandolo
nell’anno
2001 all’accademia
di
svezia
per
il
conferimento
del Premio
nobel per
la letteratura.
Cosa questa
da rinnovare
e
sempre
auspicabile
e
da
augurare
alla
letteratura
italiana tra i privilegi
migliori.
in
questa nota
introduttiva ad
un lavoro
creativo di
poesia, si
vuole ora ripercorrere per sommi capi l’intensa amicizia
sviluppatasi tra Montalto e de Cadaval nell’arco di tempo che va
dal loro primo incontro negli anni ottanta, ai nostri giorni. Montalto era allora un giovane studente universitario, ad un
certo punto buttatosi, è il caso di
dire, all’improvviso, e chissà perché,
nell’ambiente di un mondo sconosciuto, quello appunto
letterario,
pubblicando a Roma
nell’anno 1981
il primo libro
di poesie
L’amore
dell’alba sociale,
con prefazione di Antonio Coppola. in una
ricostruzione
documentativa
una
prima
corrispondenza
di Rudy
de Cadaval
verso Pasquale
Montalto è
datata:
verona,
16 ottobre
1988,
dove
il
poeta,
in
risposta
ad
una
lettera
di
Montalto di
alcuni mesi
prima, così
dice: ”Caro Montalto, sono
felice deltono
confidenziale
con
cui ti
sei
rivolto
a
me. Non
amo
altre
forme. Ho
ricevuto Glass
Bits che
leggerò con
l’attenzione che merita.
Da una
prima lettura
veloce il
tuo discorso
poetico è
interessante
e merita
attenzione …
anch’io auspico
una
reciproca
collaborazione”. Poi
a piè
di pagina,
con inchiostro
a penna,
de Cadaval
aggiunse
la
seguente
preziosa
e
essenziale
nota:
“Nel
1988
pubblicherò
una
tua
poesia
nella
mia
rubrica
la
nuova
Poesia in
italia, con
le dovute
note biografiche.
Un modo
significativo per
dirti quanto
apprezzi
la tua
poesia”. in
prossimità delle feste natalizie
Montalto invia
una lettera
a de
Cadaval, che così
si conclude:
“Sono contento
di questa
spontanea collaborazione
instauratasi tra
di noi,
e spero
continui a
svilupparsi così che
in futuro
possiamo conoscerci
meglio e
incontrarci
di persona”.
de Cadaval,
da subito
mostra la
sua vera
e sincera
amicizia
a
Montalto, rispondendo
puntualmente
e
generosamente
e punto per
punto ai
quesiti che
egli ripetutamente
andava, di
missiva in
missiva, ponendogli,
e per
ciò che
concerne la
poesia e per le note di
critica che iniziava a scrivere.
“Un consiglio … “,
scriveva de Cadaval nel novembre
del 1989, “La
tua poesia
è valida
per quella
che è,
non certamente per
i premi
ricevuti”.
Poi
riprendeva alcuni consigli
in una
importante e lunga
lettera del
Marzo 1990,
che per
molti anni
Montalto ha tenuto come riferimento fondamentale per la
sua scrittura, andando
di tanto
in tanto
a rileggerla:
“Sono contento che tu
abbia apprezzato i miei suggerimenti. Purtroppo
molti autori cadono nell’errore … e non comprendono che il>
libro, con o
senza i
premi, rimane
sempre lo
stesso, quello
che conta è
il contenuto.
Non solo
tu, anch’io
ho ancora
molto da
imparare,
non si
è mai
finito,
credimi.
Cerco
solo di
non far
ripetere ad
altri gli
errori
che ho commesso, quando
mi sono
affacciato sul mondo
letterario. Anch’io credo nell’amicizia (…) Ricordati che il lavoro dello scrittore ti conduce dentro una profonda solitudine,
dove l’unica cosa certa è il foglio bianco che il più delle volte rimane tale.
Se lo
riempi, il più delle volte ti alzi dal tavolo
insoddisfatto. Questo
è lo scrittore!
Tutto
il resto
è nada,
oppure per dirla con un termine hemingwaiano, è
merda!!”
queste
sono note
di un
più robusto
carteggio, intercorso tra
Montalto e de
Cadaval, che
richiederebbe più
tempo d’analisi
e maggiori considerazioni
sui vari versanti della
scrittura.
negli
anni successivi
ci sono
state pause,
silenzi, vuoti
e interrogativi,
non
certo
distanza
d’amicizia.
Montalto
capiva
che
era
un
periodo
difficile
e
sul
piano
della
salute
fisica
e
su
quello
del
versante
esistenziale. di
certo
per
meglio
addentrarsi
nell’animo
rattristato
del poeta
è valsa
la lettura
dell’opera fondamentale
Rudy De
Cadaval
scritta
da orazio
tanelli,
docente alla
Rutgers university
del new
Jersey negli
stati uniti
(istituto editoriale
Moderno,
1988).
Montalto
iniziava
inoltre
a
notare
nella
corrispondenza con
de Cadaval
una diversa
forma di
grafia, più
grossa
e
marcata
e
più
distanziata
nei
caratteri,
anche
un
saliscendi
rispetto
alla
linearità
del
rigo
e il
telefono
spesso
squillava a vuoto.
“Caro Montalto” scrive de
Cadaval nel
Marzo 1995
“il mio
silenzio è dovuto a causa della mia vista. Prossimamente
dovrò sottopormi ad intervento chirurgico
agli occhi.
La mia
infermità non mi permette di leggere né di scrivere. È un inferno …
con l’amicizia di sempre”. e
un anno
dopo: “Ho
ricevuto le
tue pubblicazioni.
Temi
molto
interessanti
i tuoi.
Purtroppo
a causa
della vista non li ho letti. Purtroppo non scrivo più nulla. Malgrado
i due interventi non riesco ancora a leggere e quindi scrivere.
Le cose che vedi pubblicate sono scritte da alcuni anni.
Dovevano
servire per
Mostri sacri
due invece
vado a
pubblicarle nelle
riviste”.
un dolore,
questo dato
dal deficit
visivo, non
superato da
de Cadaval,
tant’è che
in una sua
recente lettera,
in quanto
affezionato al vecchio
sistema del
cartaceo più
che all’uso
del computer,
così dice: “Scusami per la scrittura, ma purtroppo sono cieco
parziale, quindi la scrittura lascia desiderare come la
concentrazione del mio dire”. e in risposta scrive Montalto:
“Caro Rudy …
riguardo alla mia richiesta di approntare e
dare alle
stampe un nostro libro di poesie, ti ringrazio di cuore per avermi
fatto sentire la tua disponibilità aderendo al progetto.
Avverto anche tutto
il tuo
dispiacere nell’aver dovuto rinunciare
all’intensa attività letteraria che conducevi, a causa dei tuoi occhi non
più funzionanti. Non rattristarti
troppo
perché,
ci
credo
fermamente, la vita toglie e dona, ed è imperscrutabile nei suoi
disegni, e ci pone
davanti a
prove difficili che
possono trasformarsi
in nuove occasioni.
Ti
spedisco, in allegato a questa lettera, una traccia di come
io vedo il
nostro libro,
diviso nei
suoi elementi
strutturali. È
chiaro che è solo
una proposta
di lavoro,
alla quale
tu,
caro
Rudy,
puoi offrire il meglio della tua
esperienza.”
Montalto
ha molti
debiti intellettuali
nei confronti
di de
Cadaval e soprattutto nutre una profonda gratitudine per non averlo
mai fatto sentire
fuori da
un mondo,
quello della
poesia e
della critica letteraria,
nel quale egli era ed è profondamente inserito:
voce autorevole e dal valore riconosciuto nel serrato e costante
dibattito che si sviluppa sulle pagine dei giornali, delle riviste e nei consessi delle varie manifestazioni culturali. Con molta
generosità nei confronti di
Montalto, de
Cadaval ha
offerto sempre
collaborazione culturale,
gentilezza,
disponibilità
e
stima,
che
spesso si concretizzava in utili consigli sulle forme della
scrittura e sul modo di fare
critica, rinsaldando di volta in volta conoscenza
e amicizia, nata
e portata avanti
nel riferimento
continuo della
poesia e delle lettere. sono
certamente
molti i
motivi
d’interesse
dell’amicizia
e
del senso dell’incontro
letterario tra
questi due
poeti, che
si spera
di poter continuare
ad approfondire
in altri
spazi più
mirati, dove riprendere
a confrontare
gli scambi
d’idee e
di riferimento
esistenziale,
non
abbandonando
la
traccia
indicata
di
fitta
corrispondenza
e
le
tante telefonate,
che,
senza
soffrire
il
logorio
del
tempo, perdura
a tutt’oggi.
l’espressione
poetica, che
qui presentiamo,
certo testimonia
e avvalora
l’energia
di tante,
diverse e varie
tonalità affettive,
oltre che
di discussione
e d’intervento
nel
dibattito
della
cultura
poetica
e
che,
comunque,
sempre
muovono
dal loro cuore amico.
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