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Al di là del
tempo

Poesia. Una delle
aspirazioni che senza dubbio attrae i poeti è che la loro opera resista al di
là del tempo: è infatti il tempo coi relativi eventi a decidere cosa rimarrà
delle parole scritte, come d’ogni altra cosa. Eppure la parola è proprio quella
che di più si protrae nel tempo, se è vero che ci restano antichi poemi
tramandati nei secoli. Ma la parola poetica è una speranza. L’autrice ha
ricevuto lo stimolo a scrivere proprio per un accadimento doloroso. Si potrebbe
pensare che solo il dolore, o casi drammatici, possano dar vita a spunti
poetici. In realtà questa raccolta contiene una ingente quantità di temi e
soggetti. In primo luogo è la rievocazione di persone e ambienti che ricreano un
mondo apparentemente assente, ma vivo invece nella memoria, forse il più forte
impulso che fa del linguaggio lo strumento assoluto per trasmettere emozioni e
descrizioni. L’abilità della Minotti arriva a stendere in versi una biografia,
quella di Leonardo da Vinci, genio universale del quale ricorre quest’anno il
quinto centenario della morte. Né poteva mancare l’ispirazione alla natura, che
spesso sembra attenuare i nostri mali e distenderci nell’ampio suo seno in cui
si svolge la vita degli esseri viventi. Ma anche lo scenario naturale a volte
presenta aspetti precari; ne sia esempio la lirica La foglia: con fresche
linee se ne segue il percorso, allorché un “vento capriccioso” la stacca dal
ramo, e pare allora la foglia danzare, per finire poi “ridotta in cenere”. Una
visione pessimista? Non direi. Dall’humus rinasce nell’eterno periodare delle
stagioni la certezza di nuove esistenze.
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Recensione |
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