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Among Water, Angels and Wind

Poesia. È
evidente che una traduzione poetica tra due lingue diverse per fonetica e in
gran parte per l’origine dei vocaboli pone delle difficoltà, ma non tante
se si parte dal principio per cui una traduzione equivale a un rinascere dello
stesso testo in altra prospettiva. Del resto, anche nella lingua in cui un testo
è stato scritto l’esegesi può dar luogo a interpretazioni divergenti.
Dobbiamo
quindi accogliere la traduzione in tal senso, pur se la traduttrice ha
sostanzialmente rispettato la versificazione. Ma un esempio chiarirà il senso di
quel che andiamo dicendo.
L’originale: “Ange sails the big waves of | the bed”.
Traduzione: “Ange
naviga | sulle grandi onde del | letto”. Si noterà che non solo la traduzione
dispone due versi su tre, ma l’enjambement (of) fratto deve per forza
ridursi (del).
Le parti del libro sono quattro: è consigliabile leggere
la nota biografica dell’autore. Partendo da Storie di Acqua di Angeli e di
Vento (2013), un poemetto, già si percepiscono quei caratteri che sono
pressoché uguali per tutta la raccolta, e questo vuol dire stile.
Che
mantiene un raffinato equilibrio tra verso e testo, in genere con versi che
esercitano una scansione anche visiva, e seguono una logica formale senza
alcun cedimento. Ma, oltre a questo, vi è anche una certa originalità nel
porsi al lettore, sfuggendo sempre dall’ovvio, una specie di obliquità della
scrittura per cui mai si è certi di ciò che ci aspetta, pur seguendo un filo
coerente che sposta il significato e lo rende creatore di luoghi e presenze. La
tematica ne viene liberata, ancorché cerchi di riannodarsi al soggetto iniziale:
“Strano angelo, | che cammini sui tetti dei sogni”.
L’asserzione ci porta a
individuare quei valori che non si limitano a un dato formale, ma lo
trasformano in contenuto. Un dato forse religioso? in che modo allora si
spiegano versi come questi? “ora le tue preghiere spaccano il senso delle cose”
(omissione nostra della divisione in versi). Preghiere, viene da dire, che
procedono nella sezione successiva, un altro poemetto, tipologia
congeniale all’autore: Preghiere oltre se stesso (2016).
E ancor più
marcata la terza parte: Il prete dei fanciulletti, riferito a Don Lorenzo
Milani. Si chiude con Miei sensi (My Senses). L’icona religiosa si
sposta a un ‘oggetto’ naturale (Visione), ma nel contempo affiora l’idea
metafisica del tempo che viene definito “insulsa astrattezza”, mentre per
alternativa la materia sembra avere l’ultima parola. Non certo più del poeta:
lui sa quando e come rivelarsi.
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Recensione |
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