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Le verità nascoste

Narrativa. Non accade molto spesso che dei racconti vengano dedicati al
Padreterno. Questi diciotto racconti potrebbero in ogni caso venir accolti con
favore anche nelle alte sfere. È il loro contenuto, che nasce sostanzialmente da
un principio, a far sì che diventino una guida e una proposta: in ambedue i casi
l’esito sarà positivo.
Dal titolo viene il concetto: quali sono le verità
nascoste? Non di rado quelle del dolore che qui ritroviamo in diversi racconti:
la parte meno gradevole della vita, coi suoi problemi che si acuiscono quando ne
va di mezzo la salute. Sarebbe sufficiente il finale del primo racconto (Il
colloquio) per dirci che in queste pagine non manca la poesia, che
sopravvive malgrado tutto, malgrado la sofferenza. Ci viene pure insegnato che
le ultime volontà vanno rispettate, altrimenti si rischia di finire come certi
eredi di Una volontà ferita: l’eredità.
Chi poi ha avuto un ammalato
grave non può che immedesimarsi nel racconto Cono d’ombra. A volte la
memoria addolcisce anche i momenti tragici, come quelli della guerra, ma non è
possibile dimenticare che “gli ordini li davano i generali, che se ne stavano al
sicuro nelle retrovie”. Dalla guerra apprendiamo quanto fragile sia la presenza
umana, la corporeità soggetta alle ferite e alla morte.
Per fortuna la musica ci
salva. Citando il preludio in do diesis minore di Chopin ci rendiamo conto che
il suono organizzato suscita in noi echi di una profondità spirituale, e
proprio questo pezzo, che è in effetti aggiuntivo, viene visto in più
modi, essendo comunque tra i preferiti di Niecks. A proposito invece del
racconto Ancilla per l’ultima volta, articolato in due parti, c’è da
chiedersi: dobbiamo perdonare l’errore?
Tra i racconti più originali citeremo
La luce di Kalidasa: qui si entra in una dimensione diversa, si percepisce
un mondo che all’apparenza lontano dalla nostra cultura viene accolto e
compreso. La stessa cosa possiamo dire per L’albero della croce salvo,
connesso alla dedica iniziale. Il dialogo avviene tra Gesù e la croce, compresi
i chiodi, il rovo e la lancia. È il regno non di questa terra che si profila,
poiché “tutto è effimero” in questo nostro mondo.
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Recensione |
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