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Bramiti
La voce poetica di Lucia Gaddo Zanovello si erge chiara
sulle alture dello spirito come il grido dell’elegante cervo che lacera il
selvaggio mondo che lo ospita.
Non a caso ella ha voluto, dando il nome di
Bramiti alla
sua nuova raccolta poetica, identificare nell’angoscioso verso del cervo lo
struggente anelito dell’uomo di ieri e di oggi sin dal dischiudersi della vita.
Profonda nelle sue riflessioni dialettiche ed esistenziali,
Lucia Gaddo Zanovello giunge a toccare il fondo del cuore di chi si avvicina
alla sua lettura. Di fronte ai turbamenti dell’animo, alla fragilità dell’uomo
ed alla irrealtà dei più alti ideali assume atteggiamenti pacati, ma nello
stesso tempo irruenti come lo dimostra nella forza del pensiero. La
delicatezza dell’immagine e l’intensità dell’espressione, riscontrabili in modo
particolare in “Tenerezza” e “Notturno”, sono alla base dei suoi scritti: così
la poesia rispecchia nei versi a volte spezzati, a volte ermetici e incisivi,
velati di pianto il continuo sussultare del cuore in un’inquieta ricerca del
bene oppure svela l’animo che grida nell’ansia delle innumerevoli lotte.
Non c’è dolore, pessimismo come potrebbe sembrare ma vive
nei suoi scritti la filosofica certezza di una realtà acquisita ed immutabile;
per questo la sua opera è avvolta in colori e toni malinconici uniti ad un lieve
costante desiderio di valori immortali come la speranza, la fiducia e l’amore,
valori pronti a fugare, come lei stessa dice, “la trama di oppressi pensieri”
per poi abbracciare nel rifugio dello spazio cosmico, in un’armonia di colori,
di suoni e di felicità, gli animi dubbiosi e inquieti uniti finalmente in una
pace inviolabile, agognata da sempre.
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Recensione |
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