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Bramiti

Nel risvolto di copertina di questo libro di poesie si legge che la Gaddo Zanovello “… non ha età… anello di congiunzione tra il passato e l’avvenire… patisce il presente, anticipa il futuro”, ci pare che la identificazione dell’opera di questa A. in fondo sia esatta nel senso che il suo dire parmi intermediario garbato e convincente tra ciò che fu e ciò che sarà, comunicato al lettore in un velo di sofferenza e di speranza, mescolati, che si interseca alla realtà atroce o puramente dolce del mondo umano contemporaneo.

Ma tutto sommato – come d’altronde accade a ogni artista di sangue puro – l’A. ha dinanzi a sé, dentro di sé, ovunque insomma, una sorta di alitare divino onnipresente, da cui emerge l’immagine dell’uomo. Di questa immagine ora mistica ora vieta o impietosa, essa scopre non solo quei sentimenti perenni, inobliabili, ma anche ogni impercettibile vibrazione fisica e morale senza la quale, è impossibile talora leggere il libro della storia; è l’“imponderabile” stesso, ciò che sfugge alla critica e non è percettibile dalla ragione, ma senza il quale sfugge ogni verità o più propriamente, la “verità”.

Ben scrive V. Vettori nella sua lucida prefazione: “Verità specchio in cui si riflette il ‘paese sincero dell’anima’”, che non sia – come è – “un paesaggio interiore falsificato e convenzionale”; tuttociò conferma questa tendenza esistenziale dell’A. per cui, ad esempio, basterebbe leggere i versi di “Agonia”, eccoli: “Questo amore sfuggente / di fragole spente / di giardini muti / di rospi soli / fa l’anima strana / come di buche / di topi in agonia”. Tra amore e solitudine si involge la ‘speranza’: “Domani/ indosso speranze / le colgo negli occhi / alle donne…”, scrive ancora la Gaddo Zanovello, ma cos’è la ‘speranza’ se non ‘fede’? e dunque certezza di ‘beatitudine’?: “Spes est certa expectatio futurae beatitudinis…”, come appunto si legge nel “Liber sententiarum” di Pier Lombardo. Per tale motivo riteniamo che il lavoro poetico della Gaddo Zanovello debbasi seguire con attenzione e gratitudine.

Recensione
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