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Rileggendo Ruffilli dal tedesco
Piccola Colazione
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Camera oscura
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La gioia e il lutto
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Ho ricevuto in gradito dono tre volumi di Paolo
Ruffilli. usciti anni addietro e pubblicati dall’Editore tedesco Verlag Im Wald,
con la traduzione di Tobias Burghardt e Rüdiger Fischer.
Si tratta di Camera Oscura, edita da Garzanti
nel 1992 e tradotta nel 2002; La gioia e il lutto, edita da Marsilio nel
2001 e tradotta nel 2003; Piccola Colazione, edita da Garzanti nel 1987 e
tradotta nel 2006.
Avevo già letto i libri a suo tempo ma la rilettura
dopo tanti anni mi ha aperto nuovi orizzonti. In La gioia e il lutto ho
ritrovato un’intensa emozione per la tematica che tratta la morte per uso di
droghe ed elabora ogni dettaglio legato alla sofferenza, al bisogno, al dolore
sia di chi sa di suicidarsi sia di chi osserva impotente il lento e inesorabile
declino. Ho ritrovato anche la musicalità del verso, che scorre velocemente e
distingue Paolo Ruffilli. Ho ritrovato soprattutto la sua capacità di svolgere
un tema così complicato con una trasparenza e una semplicità tali da renderlo
accettabile, pur entrando profondamente nei sentimenti e nelle emozioni. Riesce
per di più a non scadere nel sentimentalismo con la forza del pensiero e della
stesura poetica.
La storia familiare che si dipana nel volume Camera
oscura accentua l’abilità di Ruffilli di addentrarsi in una materia carica
di ricordi e motivi sentimentali con un distacco quasi fotografico. In effetti,
il tema si concentra sulla visione di fotografie raccolte in album che
nell’insieme danno vita a un poema familiare. I personaggi sono descritti con
precisione e la loro staticità prende forma vitale rivivendo emozioni e dolori
che li hanno coinvolti; vite vissute e perdute che rimangono per sempre fissate
in uno scatto fotografico. Con la consueta scrittura che si snoda impeccabile,
Ruffilli propone un affresco di volti, figure, interni ed esterni, e riesce a
raccontare un romanzo familiare ricco di chiari e scuri, gioie e ferite. Un
romanzo che forse lo tocca da vicino, anzi, lo coinvolge talmente da renderlo
capace di estraniarsi e di raccontarlo con la lucidità dell’intelletto.
In Piccola colazione Ruffilli ci offre un
componimento suddiviso in sette sezioni le quali, nell’insieme, creano un poema
che si dipana in un tempo di crescita, sia fisica sia psicologica, e si aggira
intorno al mondo della scuola dove egli è impegnato professionalmente e che
conosce molto bene.
La stesura e ancora più veloce, carica di musicalità
interna, stacchi, introspezioni in corsivo, che denotano una matura abilità
descrittiva e compositiva. Ruffilli rende desideri, come l’impulso sessuale
dell’adolescenza, la scoperta del corpo, i pensieri disordinati ed estremi della
crescita, l’innamoramento e l’ampliamento psicologico che si forma nel tempo,
sino ad arrivare “All’infuori del corpo” per capire che “La vita è acqua
sporca. / E’ tutto e non è niente”. Descrive inoltre dettagliatamente
l’ambiente scolastico nel quale si muovono i personaggi, tanto da suscitare una
visione cinematografica dell’insieme e coinvolgere appieno il lettore. Fuori di
tale ambito propone altre trasgressioni, come quella coniugale dove l’uomo
potrebbe risultare il suo alter ego, oppure un pensiero che si espande
socialmente e rileva un disordine collettivo.
Sono tre libri di sicuro spessore, che ho avuto il
piacere di apprezzare con una diversa personale maturità, e che evidenziano il
valore della poetica di Paolo Ruffilli.
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Materiale |
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