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Io resto a casa
“Io resto a casa” è l’imperativo categorico che ha
dominato il periodo di “quarantena” dovuto alla pandemia del Coronavirus
(2020). Come
passare il tempo ? Le soluzioni non mancano mettendo in moto un po’ di
creatività, che in tempi di grande trasformazione epocale apre le porte ai
bagliori dell’alba di un nuovo giorno. Certamente gli effetti del Coronavirus
saranno molti e non solo per un ricambio generazionale che, dopo la strage in
particolare nelle case di riposo, vedrà a fine anno un notevole incremento
demografico.
Rino Piotto, nel tempo del “Io resto a casa”, ha anche
letto libri e ne ha scritto uno: “La Via della Seta – Sete della Conoscenza”,
che uscirà in questo mese di maggio. Partendo dalle vie carovaniere attraverso i
deserti dell’Asia Centrale, che portano in Cina (dove è iniziato il Coronavirus
!) l’autore padovano esplora diversi percorsi evidenziando che non esiste solo
la seta, ma una moltitudine di “sete”. Con un gioco di parole, la Sete di
Conoscenza “lungo questa Antica Via è sempre una ricerca emozionante”
dove “ogni passo è una nuova scoperta che rende visibile l’invisibile”.

Nella copertina di fronte c’è il Gur Emir, il Mausoleo
di Tamerlano, mentre dietro le due foto a colori diversi della Piazza
Reghistan di Samarcanda lanciano uno dei messaggi del libro: “Tutto si
trasforma”.
“La Via della Seta – Sete di Conoscenza” è uno scritto
denso e sintetico, composto da 40 capitoletti (paragrafi), quasi a simboleggiare
i 40 giorni della Quaresima, dove esperienze personali, notizie storiche di
personaggi e luoghi, si alternano “in modo intrigante”, frammiste a riflessioni
dell’autore anche su temi di attualità. Non mancano i respiri poetici, come il
paragrafo 24 “Sognando Samarcanda”:
Samarcanda … il tuo nome evoca la lontananza indefinita delle
fiabe: irraggiungibile e familiare allo stesso tempo. C’era e non c’era (Kan ma
kan) come ombre del destino, che vibrando appaiono e scompaiono su un
immaginario orizzonte fluttuante fra le dune (onde) …. e te le senti dentro. La
storia (o leggenda) ce la tramanda fondata (Maracanda) da Alessandro Magno (Iskander
Khan), poi ascesa agli splendori della capitale di un immenso impero con
Tamerlano (del quale conserva come un santuario il Mausoleo Gur-Emir). Il
terribile Grande Emiro ha rincorso una utopia di dominio, che è divenuta una
devota leggenda dopo la sua morte. Samarcanda è tutto questo e ancor di più,
centro di un mondo surreale che sussurra poesia dai suoi orti e giardini
fioriti, immortalati in romantiche miniature, che cantano con voce di fonte. Sa
riassumere in sé l’intera Via della Seta, anche se sono molti, e in periodi
diversi, coloro che l’hanno trascurata e mandata in rovina. Adesso che hai
capito, puoi immaginarti, fra giardini volanti e stelle cadenti, la tua
Samarcanda: quella che non c’è perché non è mai esistita, quella che non muore
perché tu la ami, quella che è solo tua e nessuno potrà mai distruggerla.
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