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Il demone P.Ho camminato a fianco al demone inconscio, rapito dal suo lato estetico, l’ho nutrito ho aperto ogni spazio della mia casa pensando che la cattiveria l’insensibilità la superficialità spesso e dovuta alla solitudine. Come ad un malato ho prestato cure e fatto largo ad un nuovo cammino, ho sfidato i consigli le apparenze, sono sceso al compromesso tra la mia anima e il cuore, ho diviso il mio pranzo ho coperto i suoi brividi, ma inconsapevole ho alimentato quel piccolo individuo nero camuffato da dolce e indifesa delizia nel carnefice che ha dentro. Di assenzio mi ha inebriato, ma non anestetizzato, di gioia amici e luce e il mio selciato, posso curar ferite e dal vento non essere spiazzato. Non c’è peggior malato di colui che non vuol essere curato. Questo ha capito e nuova preda adesso ha cercato, ma ovunque vada dietro porterà il mio grido di dolore che marchio sia a chi distratto se la avvicini al cuore. |
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