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Navicello Etrusco
Un percorso sulle tracce della storia e del mito
per riscoprire le antiche radici della Toscana
Roberto Mosi. ex dirigente per la cultura alla Regione Toscana, è noto nel
milieu fiorentino per il suo carisma di scrittore e saggista, poeta e narratore,
declinato nel felice connubio con la sia attività di fotografo. Innumerevoli le
sillogi poetiche pubblicate – antologia Poesie 2009-2016 (Ladolfi
Editore) – che rendono ragione di un percorso lirico denso di contenuti, dal
verseggiare ispirato, moderno per ideazione e ritmi sinfonici, secondo linee
propositive originali in cui l'introspezione dei vissuti si carica di valenze
etico-sociali. facendo appello alle ascendenze del mito, tra un passato da
rileggere e un futuro da reimmaginare.
La
nuova raccolta poetica Navicelllo Etrusco – Edizioni Il Foglio, gennaio
2018 – canta l'attaccamento per la terra di Toscana. soffermandosi sulla Costa
degli Etruschi per l'unicità dei suoi litorali, pinete e distese marine, dinanzi
all'acropoli di Populonia, spaziando dal Golfo di Baratti alle spiagge del Golfo
di Follonica al cospetto dell'isola d'Elba: il navicello mercantile etrusco
divenne l'emblema di una civiltà dedita alla lavorazione del ferro e del bronzo.
Roberto Mosi esplora l'anima dek territorio ricollegandosi alla fisionomia
mitico-politeista del popolo dei Tirreni per riesumare le antiche radici,
ripercorrendo siti archeologici, riassaporando vedute naturalistiche, leggende
popolari.
Nello scenario paesaggistico della Maremma a Piombino s'innerva la dialettica
tra passato e presente per riflettere sulla crisi delle acciaierie e rilanciare
la dignità del lavoro – Lontano si è spenta la fiamma dell'alto forno –
per nuove lotte, per sostenere il fenomeno dell'immigrazione nel Mediterraneo
riallacciandosi alle imprese dell'eroe Dardano alla ricerca di nuovo terre su
cui insediarsi.
Le due sezioni della raccolta, Lo specchio di Turan, dea dell'amore
(giorno-rinascita), e L'ombra della sera (oscurità-tramonto),
sottolineano l'anelito alla riscoperta delle bellezze storico-naturalistiche del
territorio, alla luce della magia del mito.
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Recensione |
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