| |
Affari di cuore questioni erotiche
Paolo Ruffilli in 135 poesie tratteggia l'amore e il
sesso liberi da ogni moralismo
Se
gli affari di lavoro si fanno a tavola, quelli di cuore si concludono (spesso
felicemente) a letto. Ce lo ricordano i versi riportati nella copertina
dell'ultima raccolta di Paolo Ruffilli, Affari di cuore, che descrivono
il talamo come I'unico campo di battaglia dove più c'è guerra più c'è amore, e
dove più si è morti / più si vive meglio.
In queste poesie non si canta l'amor platonico o cortese ma si racconta
l'eros come forza primigenia travolgente che scaturisce dalla fusione dei
contrari, portando chi ama, ed è riamato, a sentirsi sia conquistatore che
conquistato, pa-drone e schiavo della persona desiderata.
Non è la donna-angelo quella che Ruffilli ci propone, e neanche la princesse
lointaine, irraggiungibile traguardo, non è Beatrice, né Laura, e neppure
Silvia, ma la femmina in carne e ossa, che si concede (o si nega) e scatena i
sensi nell'amplesso che è tensione verso uno stato di perfezione in fieri, mai
definitivo. Ruffilli, poeta-drudo appassionato, incarna tutti i ruoli, a volte
innamorato possessivo e ossessionato, altre volte deluso e traditore, e racconta
con lo stile antilirico e antiretorico che gli è consueto, l'eros e le persino
banalità che pensano e si dicono gli amanti, ma anche le situazioni fisiche e
psicologiche più intriganti e strane. Centotrentacinque poesie audaci ma non
oscene, ammiccanti, dove i versi fluiscono rapidi ed essenziali come un
torrentello, al ritmo di una musicalità leggera, liberi da ogni forma di
moralismo e compiacimento estetico.
28/10/2011
| |
 |
Recensione |
|