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L’Universo parallelo degli Acquatici

Veniero Scarselli ci regala a getto continuo sorprendenti opere assolutamente originali, perché sganciate dai classici canoni della letteratura. Già la prefazione ci introduce in quegli Universi Paralleli e in quei nuovi principi della Fisica Quantistica, secondo i quali tutto può germinare, anche “dallo stato d’animo dell’operatore”. Inoltre rivela di essersi enormemente sorpreso per la teoria della memoria dell’acqua.

L’autore riprende la sua affabulante vicenda esistenziale dalla vischiosa risalita nell’utero di Dio che genera in lui il desiderio di ritornare alla vecchia vita familiare. Una presenza femminile, La Donna Acquatica, lo trasporta in un mondo impensato dominato dall’acqua. Lo dissuade dal ricercare la carne presunta di un dio e di lasciarsi annegare nell’amnio / sconfinatamente più accogliente / della nostra grande Madre Acqua, ovvero, la somma di ogni perfezione.

Tutte le creature, secondo questa speciale ottica, si formerebbero per pronube cariche elettriche / che inducono le buone molecole / a stringersi l’una con l’altra / per il piccolo atto d’amore. Però, anche le più belle creazioni /del Materno Acquatico Pensiero, un giorno si disgregheranno, come anche gli splendidi cristalli di ghiaccio o le stelle marine. Ma l’acqua ha la capacità di serbare le forme e di foggiare copie delle sue creazioni, labili in contrasto con le idee che le hanno generate.

L’autore non accetta di essere una realtà virtuale sospesa sugli orrendi abissi del nulla e rifiuta un Dio che è mera acqua di un acquario.

La saggia maestra gli rivela infine la sua natura di scarafaggio malato con l’insufficienza respiratoria. Solo un magistrale intervento ingegneristico potrà guarirlo. Resta però il cruccio di non poter raggiungere la gran Destinazione, l’idea / così potentemente abbagliante / che si chiamava Altissima Luce.

Il poemetto, ancora una volta mosso alla ricerca di una spiegazione sulla vita e sulla morte, denso di ironia, si legge d’un fiato, come una fiaba scaturita da una fertile fantasia.

Recensione
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