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Dall'esordio nel 1988 ad oggi, Scarselli ha
composto numerosi poemi che gli hanno meritato un posto particolare nella
letteratura contemporanea. Il suo muoversi tra scienza e filosofia, in tutte le
opere che ha scritto, gli ha consentito di creare un suo stile riconoscibile, un
respiro ampio nel tessuto versicolare di ciascun lavoro. Questo, premiato al
"Città di Pomezia", ricostruisce con prodigiosa fantasia la storia degli esseri
umani dal giomo del Big Bang, inizialmente ritenuti angeli mal riusciti, "infami
scarti di Creazione", poi "triste impasto di atomi e molecole". L'umanità,
nonostante la religione, vive una condizione tragica di lotte e paure,
peggiorata dalla conoscenza delle ferree leggi cosmiche. Purtroppo la grande
energia che lega il mondo è destinata a disgregarsi. Come noi ci consumiamo
nelle nostre fosse (e qui con ironia viene rievocata la figura del prete al
capezzale del morente), anche le stelle si raffreddano "fino a spegnersi
lasciando buchi neri".
Il poeta dipinge lucrezianamente un quadro desolante: "Il
freddo eterno, la Non-esistenza, lo zero assoluto". Mentre il male "ci imbeve" e
sogniamo di morire almeno nel nostro letto, godendoci i raggi del sole nel mondo
dell'Hi-tech, si potrebbero inventare "potenti cromosomi amorosi". Scarselli
ipotizza vaccini d'amore da iniettare nelle cellule dell'anima, nei cervelli dei
neonati per mezzo di una sorta di ingegneria chirurgica che prevede anche il
trapianto delle anime dei morti nel corpo dei vivi. Simile procedura si potrebbe
attuare per la fusione spirituale degli sposi. Dopo millenni di esperimenti,
nascerà l'Homo Sapiens Amorosus e lo stesso Universo rifiorirà, senza più buchi
neri. Anche i robot avranno l'autocoscienza e un'anima artificiale
indistruttibile e potranno partorire "mille piccole imitazioni digitali | della
pura Ragione Divina" destinate a seminare I'amore.
Al tennine della lettura di questo poemetto,
siamo scossi e meravigliati, trascinati da questa visione tecnico-biblica. Ci
viene il desiderio di credere fermamente a questa ipotesi benefica sul destino
dell'uomo in ere future.
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Recensione |
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