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Villa degli Orti Redi. Un giardino aretino da scoprire

Una lacuna stata colmata con il libro "Villa degli Orti Redi" di Anna Bartolini e Patrizia Fazzi che tratta tutti gli aspetti ambientali, artistici, storici e socio-culturali di quello che stato un luogo magico degli aretini, finito lentamente fuori dagli itinerari della città e oggi custodito dalle Suore Carmelitane Scalze.

Le autrici ripercorrono la storia della villa col passaggio dai primi proprietari, i Fossombroni (almeno dal 1520) ai Nardi (1628) fino ai Redi (la comprò nel 1659 Gregorio Redi, medico di corte del Granduca di Firenze). Con agile sintesi vengono esposte le vicende, gli ampliamenti e le migliorie di una dimora simbolo del prestigio sociale raggiunto dalla famiglia Redi, che raggiunge l'apice con lo scienziato e letterato Francesco che già presagiva la futura parabola discendente : "Quando sarò morto - scrive - i nostri nipoti si avvedranno se non ci sia altro che l'ombra della mia vita che può esser loro di giovamento". Sono narrate le vicende legate ai futuri proprietari della villa e la questione delle acque col contenzioso con la Fraternita dei Laici.

La narrazione è minuziosa, incalzante, ricca di fotografie, nel testo e fuori testo, in bianco e nero e a colori. Di particolare interesse la sezione sulle donne di casa Redi che emergono dal rapporto epistolare dello scienziato con le cognate Anna Nardi e Maria Chiara Gamurrini, la nipote Maria Cecilia e le sorelle suore. Interessante il caso di Maria Cecilia la quale, resistendo alle fortissime pressioni dell'illustre zio, non si sposò e non si fece monaca dichiarando che se le sue cagionevoli condizioni di salute non le consentivano di essere "donna da marito" tanto meno poteva essere "sposa di Cristo". Una Monaca d'Arezzo mancata!

24 febbraio 2017

Recensione
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