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Diletta sposa
Poemetto in 17 lasse dal
Libro Tibetano dei Morti
© 1988 by Veniero Scarselli
Tu che sei la mia sposa diletta
e
m'hai guidato con amore e saggezza
fra le luci e gli orrori del mondo
sai che
presto verrà il compimento
della lunga mia vita corporale.
Ti ringrazio per
averla protetta
in questo viaggio e resa tanto felice
che ormai senza timore
né rimpianti
m'appresto consapevolmente a lasciarla,
sazio di conoscenza e
d'amore.
Ma la piccola luce dell'anima
è nata
da una Luce infinitamente
più grande, che i miei sensi ciechi
possono soltanto
indovinare
oltre l'orizzonte della vita
e che la labile memoria, distratta
dalle luci e dai rumori
quotidiani,
aveva colpevolmente dimenticato.
Ora aspira ardentemente a riconoscere
quella Luce che è la
vera Luce,
per farla finalmente sua
e abbandonarsi esausta alle sue braccia.Sai quanto questa piccola anima,
che ondeggiava smarrita
senza patria
nell'oceano spaventoso del cosmo,
sia fiorita accanto alla tua
e con te abbia dato i buoni frutti
che l'hanno riempita di
gioia
nel pur piccolo e semplice corpo
che un dì le era stato affidato.
Sai
quanto amassi guardarti
tutta raccolta negli occhi,
e quanto anche amassi il tuo grembo
così pieno di grazia e
d'amore
immeritatamente donatomi
certo da una mano divina
per farne con la mia una sola carne.
Sai anche quanto la mia anima
sia
ancora congiunta alla tua carne,
prigioniera di tutte le dolcezze
che sono in
te e delle buone cose
che vollero allietarci la vita
e ci resero sposi felici;
era come se l'anima mia
fosse dentro alla tua, e la tua
nella mia, e crescessero insieme
saldandosi in un nodo
inestricabile,
poi che il mio attaccamento per te
di giorno in giorno è diventato più forte
nonostante la
vecchiezza incalzante.
E questo è stato certo il bene
più grande che potesse accadermi
nella lunga mia vita
corporale.Ma un giorno dovrà pur venire
la tristissima ora del
distacco
da tutta questa troppa felicità;
il dolore che già mi preme il cuore
annuncia che sarà
difficile
separarmi dalla tua persona,
temo che il mio pavido spirito
non sia capace di tagliare i lacci
che mi uniscono a te ed alle gioie
vissute
insieme nel mondo a noi caro
pur sapendo ch'era fatto di luci
effimere e
prossime a morire;
temo che quei lacci saranno
un carcere dorato di ricordi
che distrarrà la mia anima incerta
nel distinguere senza
esitazioni
la Luce vera dalle false luci,
e forse non saprà staccarsi in tempo
dal proprio corpo
prima dell'estremo
disfacimento, prima di soccombere
insieme a lui, prima di
potere
forse mai riconoscere Dio.
La Vera Luce infatti può essere
così forte da apparire
accecante
e perfino terrifica, forse
difficile anche riconoscerla
come Luce
divina d'Amore;
temo che le luci del mondo
siano sempre le più seducenti,
e
chi è fortemente attaccato
col suo cuore semplice e ignaro
alle Fate Morgane
bugiarde,
che appaiono nelle cose materiali
e che
forse sono opera dei dèmoni,
avrà l'anima pesante di impurezze
e non potrà presentarsi all'Invisibile
per la salvezza, ma dovrà seguire il Karma
nel buio d'un
corpo più rozzo
in cui dovrà fatalmente reincarnarsi.Ma quando sarà giunto il momento,
e i dottori ti diranno
brutalmente
guardando nei loro apparecchi
che il tuo sposo ormai non è più,
non devi credergli: sappi che quel corpo
non è ancora
totalmente morto,
le sue cellule ancora per molto
tenteranno di riunire le
forze
per restare tutte unite come un giorno
e mantenere integro
quell'Io
ch'esse amano e che sta per disgregarsi.
Anche se immobile
e freddo.
l'anima gli aleggia vicina,
i suoi sensi sono ancora desti,
egli sente e forse vede, forse anche
desidera avvolgersi
ancora
al tuo corpo così caldo in un tenero
struggente ma
impotente abbraccio,
oh che piacere
se tu lo accarezzassi e baciassi
come sempre facevi amorosamente
nella nostra vita felice!
Ma ti prego, non dovrai più farlo;
questo stato di
morte-pre-morte
è una sorta di Vita Intermedia
in cui
l'anima sosta, ancora incerta
se liberarsi dai lacci dei ricordi
per correre
verso la Luce;
i ricordi sono caldi e buoni,
i lacci del corpo son forti,
ed esso è ancora tutto avvolto
dal tuo amore e da quello del Creato;
è ancora solo un
corpo di bambino
che trattiene tenacemente il suo spirito
come allora il dolce
seno della Mamma;
Lei adesso sta già davanti a me,
ma sorride per prodigio con le tue labbra.Solo quegli spiriti eletti
che in vita hanno vissuto santamente
e meditato sui
precetti dei Sapienti
con occhio puro contemplando solo il Bene
e tenendo lontano
da sé
ogni brama di piaceri corporali,
solo i pochi che nel mare
della vita
hanno visto e seguito come un faro
soltanto la Luce del Vero
ora non avranno difficoltà
a riconoscerla senza timore
anche nell'Esistenza Intermedia,
né ad entrarvi; e avranno l'anima salva
perché potranno
finalmente ricongiungersi
con la Madre della Luce che un giorno
li aveva
teneramente partoriti.
Ma quelli come me ch'ebbero in sorte
di amarti, dolce sposa,
così tanto
da non riuscire a staccarsi da te
un solo giorno; tutti quelli che soffrono
a lasciare le
cose troppo amate,
tutti quelli che rimpiangono la vita
e temono a lasciarla
pur sapendo
ch'è fatta di immagini apparenti,
di effimeri chimismi corporali,
di sogni che sfumano all'alba
del risveglio alla Vera Nuova Vita,
oh mia troppo amata,
amata sposa,
mia terraferma, mia isola, mio scoglio,
quelli come me hanno
bisogno
che una guida severa e amorosa
li aiuti a staccarsi dal mondo
ricordandogli i precetti dei Sapienti,
per potere
attraversare i fantasmi
e gli ostacoli della Vita Intermedia
e cercare di
distinguere fra tante
la Vera Luce, ch'è solo di Dio.
Quando infatti la persona ha cessato
di
respirare, non ha ancora abbandonato
il corpo fisico, è entrata nella
grotta
labirintica della Vita Intermedia
dove ancora la mente si dibatte
in giostre ingannevoli di luci
e di ombre tenebrose, di ricordi
acremente
gioiosi e dolorosi,
di pensieri dolcissimi e orribili,
di fate seducenti e
di paure,
che distolgono l'anima del morto
dal riconoscere la via della
Luce:
una vera tempesta di neuroni
che cercano disperatamente di rivivere
la vecchia vita di quel corpo morto.
Ma se
ascoltano i precetti dei Sapienti,
anche quelli per cui era difficile
lasciare le lusinghe del mondo
potranno ravvedersi e riconoscere
la Grande
Luce; gli altri, appesantiti
dalla fame di piaceri materiali
e intossicati
da una vita infelice
di azioni egoistiche e turpi
poiché non badarono ai
precetti,
dovranno ancora a lungo purificarsi
rinascendo nella cieca
materia
come uomini infami o animali,
sdebitarsi dei propri peccati
e
rifare ancora una volta
l'esperienza della Vita Intermedia,
cercare con fatica e dolore
di distinguere la Luce lontana.Se
tu, mia sposa diletta,
vuoi essermi angelo e guida
anche dopo il mio ultimo sospiro
e aiutare il mio spirito
dubbioso,
lascia ancora, ti prego, il mio corpo
sul letto della nostra umana
unione,
non lasciare che mani brutali
e frettolose ricoprano di terra
questo
corpo che forse è già freddo
ma che sente ancora così forte
il calore amoroso
del tuo corpo,
stenditi ti prego accanto a me
che hai tanto amato, ma non piangere mai;
se vuoi salvarmi,
rammentami ti prego
la giusta via nel turbine oscuro
di quell'impervio tunnel
intermedio
che dovrò attraversare frastornato
dagli avidi lampi dei sensi
e dagli astuti insidiosi incantesimi
della vecchia mia vita
corporale,
la quale cercherà di trattenermi
ad ogni costo nella carne
disfatta;
ti prego, mia sposa diletta,
ripetimi a lungo all'orecchio
le antiche esortazioni dei Sapienti,
sì che possa ravvedermi e riconoscere
la via che porta alla
mia nuova nascita.
Appena è cessato il respiro,
devi
pormi le tue labbra amorose
vicinissime al mio orecchio umano
per farti bene
udire dai sensi
certo ottusi dalla tabe incipiente
e che sempre di più si ottunderanno
fino a spegnersi presto
del tutto
il giorno della resa definitiva
d'ogni cellula e nervo al suo destino.
Pronuncia, ti prego,
distintamente
le invocazioni stabilite dai Libri
per proteggermi dai turbini dei sensi
che insidiano
l'Esistenza Intermedia;
ricordati, non devi trattenermi
fra le tue calde
braccia amorose,
e nemmeno toccarmi con le mani,
che spandono tenero pianto,
ma anzi aiutarmi a dimenticarle;
ripetimi, facendo
crudelmente
gran forza sui tuoi sentimenti,
che anche il nostro amore così puro
apparteneva al mondo
materiale
ed ora lo si deve abbandonare
come tutte le forme seducenti
che nutrirono il cuore e la.mente
ma per qualche disegno imperscrutabile
non erano che
apparenze ingannevoli.Dovrai, pur essendo la mia sposa,
esortarmi a scordare
anche i ricordi
più teneri e cari, anche quelli
delle cose che un giorno con affetto
chiamavamo coi nomi
dolcissimi
di alberi, erbe, animali,
ed erano appena illuminate
da una fioca bellezza materiale:
i Maestri hanno detto che
esse
sono solo sostanze impermanenti
e non sono la via per riconoscere
la Luce
cui devono tendere
gli spiriti che agognano leggeri
a liberarsi della vita
corr,'ale.
Dovrai mia sposa diletta
lasciarmi andare,
così come talvolta si lascia
in un oceano che sembra pauroso
la mano di un naufrago a noi
caro
aggrappato a un effimero relitto
ma che più non teme di soffrire
le tempeste della morte intermedia
ed anela soltanto di
tornare
nel grembo profondo dell'Essere,
luminosa molecola fra le
molecole.
Se farai tutto questo per l'amore
che ci ha unito e che adesso ci separa,
forse saprò
riconoscere
fra le tenebre la luce lontana
ma vera che alla fine del Tunnel
si apre in quel mare di pace
su cui splende senza più accecare
la Luce materna di Dio.
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