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L’universo parallelo degli Acquatici
Laudato si', mi’ Signore per
sor'Acqua, la quale è multo utile et
humile et pretiosa et casta.
Anno Domini 1226
Laudato si’ mi’ Signore per l’acquatico universo
in cui ci hai concesso di nascere e morire.
Anno Domini 2013
1
Alla fine di un erto canale
che qualcuno m’aveva
indicato
fosse il cordone ombelicale
di Dio
e che io avevo asceso
arrancando
senza perdere mai la
speranza
di vedere l’Altissima Luce,
mi colse invece grande
ripugnanza
quando fui mio malgrado
carnalmente
congiunto con la grassa
mucosa
dell’utero di Dio e
trattenuto
con caparbietà inaspettata
mentre mi succhiava dalle
vene
sangue e anima come fa un
grosso ragno
sulla preda imprigionata
nella tela.
Credetti allora, forse
ingenuamente,
con una brusca fuga di
staccare
la mia carne dall’orribile
Carne
per tornare libero e
vergine
alla tenera luce del sole
fra i colori del caro
vecchio mondo
portando con me la salvezza
dell’anima e del corpo;
così
mi lasciai rotolare a
perdifiato
giù a ritroso nel canale
ombelicale
da cui ero salito, ma mi
accorsi
che stavo sempre più
precipitando
in oscuri gironi infernali
dov’era orrendamente
cocente
l’assenza del Bene e già
s’aprivano
i paurosi recessi del Male.
Ma io giuro, non volevo
nient’altro
che ritrovare la mia
vecchia vita
tanto familiare e attraente
di innocente peccatore,
inseguire
il mio mondo luccicante di
luci
e sentire scorrere veemente
la linfa generosa della
vita
nelle vene a quel tempo
ancora intatte
del mio pure già vetusto
albero.
2
Non so se nondimeno
dall’Alto
mi fu benevolmente concesso
di vedere ancora una volta
almeno con l’immaginazione
le irresistibili delizie
del mondo;
con la mente obnubilata
infatti
udivo solo un brusio a
malapena
percettibile, un vago
miscuglio
di cose lontanissime, forse
campane, forse fiochi
belati
di pecorelle, forse anche
voci;
o erano lamenti appena
udibili
di umani che s’erano
smarriti,
incautamente allontanandosi
dal Vero?
E io, che altro così
disperatamente
andavo cercando di
rivivere,
se non la mia nascita
primigenia,
l’origine di ogni
beatitudine,
le acque tranquille
dell’amnio,
e almeno per un po’ la
pelle calda
della poppa della mamma,
ch’era stata
l’unico Tutto,
l’unico mio Vero?
3
Mi destò dal nostalgico
dormiveglia
una strana Presenza
Femminile
che mi parve al primo
acchito extraterrestre
poiché nel mondo non
l’avevo mai vista;
ella infatti si disse
appartenente
al Regno Acquatico d’un
altro universo,
e mi spiegò gentilmente
trattarsi
d’uno dei tanti universi
paralleli
che possono
capricciosamente
saltar fuori dal Buco
metafisico
della burlona Meccanica
Quantistica
a dispetto del rigido
determinismo
del newtoniano universo;
tuttavia
possono essere vissuti
anche da noi,
ignari individui
appartenenti
alla semplice specie
terrestre,
come mondi veri e reali
soltanto se accade l’evento
straordinario di una
consonanza
col nostro stato attuale di
coscienza.
I Gran Dottori assicurano
anche
che sono uguali a quello
vero in cui viviamo
con i nostri
importantissimi affari,
se non per qualche
irrisorio particolare;
un universo ad esempio può
esser fatto
di buona Acqua ed un
altro di Aria
forse inquinata come quella
che respirano
i poveri mammiferi
cittadini,
ma di solito scorrono
impassibilmente
paralleli senza mai
incrociarsi
col nostro, e forse è per
questo
ch’io non mi sono mai
imbattuto in alcuno
di quegli strani universi,
anzi nemmeno
ne ho mai avuto il minimo
sentore
(ammetto pure per mia colpa
o distrazione).
4
L’Essere Acquatico, il cui
grazioso aspetto
m’aveva intenerito, disse
anche
di conoscere bene la mia
storia
e di avermi addirittura
trattenuto
premurosamente per il
braccio
in quella mia discesa
forsennata
quando brancolando come un
cieco
stavo per smarrire la
ragione
tra le fitte tenebre
dell’Ade
e lei standomi sempre
dappresso
si prodigava ad inculcarmi
i lumi
atti a diradarle, che non
dubito
avessero la chiara evidenza
di veridiche verità
filosofiche.
Ora dunque finalmente
sapevo
da quale dotta fonte di
sapienza
ero stato salvato sull’orlo
del profondo obnubilamento
che m’aveva portato a
rotolare
all’indietro giù per la
china,
che pure una volta avevo
asceso
forse troppo
baldanzosamente
ma ora stava
minacciosamente
precipitando nel buio del
Non-Essere.
5
Così dunque parlò la Donna
Acquatica
forse obbedendo alla parola
che il suo Dio
le aveva infuso: <Caro
amico titubante
forse ancora un po’
timoroso,
è naturale che avendo tu
durante
la virtuosa seppure
temeraria
ascesa del Cordone
Ombelicale
bene appreso la dottrina
teologale,
abbia creduto d’esser
giunto finalmente
a contemplare una parte
così intima
di Dio, l’Utero, il Grembo
Ancestrale
che pensavi t’avesse
plasmato
a Sua esatta immagine e
somiglianza
con la sua propria medesima
carne,
seppur per mala sorte
provvedendoti
d’un difettoso cervello
pensante;
è anche naturale che tu
creda
di portarne l’impronta
indelebile
essendoti sembrato di
vedere
che vene ed arterie
sospinte
dalla sete di Dio
spuntassero
simili ad aguzze radici
dal giovane virgulto del
tuo ego
appena aveva creduto di
sentire
il tepore della Carne
Divina;
tuttavia avevi anche temuto
che una Mente grandemente
superiore
volesse forzatamente
annidare
il tuo piccolo e timido
feto
nel suo cupido Utero
possessivo
per fargli succhiare per
sempre
non i fluidi d’una vita
ultraterrena
ma il succo dolcemente
velenoso
della sua prosperosa
placenta;
e tu sapevi che un tale
connubio
significava diventare un
incestuoso
orrendo figlio-tumore
concresciuto
nella Carne del proprio Dio
Padre.
E’ naturale che ora tu
creda
d’averne riportato
cicatrici,
causate dal tuo atto
violento
di doverti strappare con le
barbe
dall’abbraccio mortale
d’una carne
divoratrice e con le sole
tue forze,
certo ancora deboli e
mollicce
di orfano di padre e di
madre.
6
<Ebbene sappi che fu grande
errore
rinunciare a proseguire il
viaggio
oltre quelle che speravi
fossero
le pareti amniotiche
accoglienti
dell’ultima tana, l’estremo
e insuperabile punto
d’arrivo,
i confini invalicabili
dell’Essere;
fu anche errore avere
scioccamente
creduto di poter
ripercorrere
all’indietro quel Canale
Ombelicale
e tornare alle gioie
allettanti
d’un mondo purtroppo
illusorio
seguendo l’ingannevole
chiarore
di tossici funghi
fosforescenti
attaccati alle viscide
pareti:
essi non erano altro
che gli infidi resti
avariati
di quel mondo mai esistito
se non nelle farneticazioni
di cui spesso sono affetti
gli umani.
Sappi infatti che fu solo
il volere
della nostra Grande Madre
Acquatica
a iniettarti con la Sua
lungimiranza
nella tabula rasa della
mente
l’equivoca apparizione
dell’utero
e delle finte carni
placentari
e addirittura l’onirico
scenario
d’un altro universo, il cui
sogno
la Generosa concede
d’ufficio
soltanto per lenire alle
anime
la mestizia della morte
corporale
e per rendere meno monotona
la lunghezza infinita del
viaggio
che le separa dall’unica e
vera
irraggiungibile sorgente di
Bene,
seppure per la loro potenza
si sentiranno eternamente i
suoi raggi
provenire come onde
benefiche
dalle infinite profondità
dell’Acqua.
A te aveva anche concesso
in via assolutamente
provvisoria
la consolante illusione
d’esser nato
nell’amoroso accogliente
sacco amniotico
d’una mamma carnale, e tu
ingrato
anziché approfittare del
dono
per coltivare il tuo
spirito in vista
d’un più alta redenzione
metafisica,
anelavi soltanto
l’abbraccio
di quel grasso infimo
simulacro
di grembo carnale:
inseguendo
quell’ingannevole Fata
Morgana,
rotolavi pazzamente
all’indietro
dentro il tubo d’un cordone
ombelicale
purtroppo totalmente
immaginario
per tornare in un Tempo e
in uno Spazio
che in realtà non sono mai
esistiti
se non iniettati a bella
posta
nella tua piatta tabula
cerebrale
ove solo purtroppo pochi
guizzi
di sparuti e impotenti
neuroni
alimentavano una mente
insipiente.
7
<Dovevi ben sapere che ogni
strada
proveniente dal Mondo delle
Idee,
anche fosse davvero
l’invitante
divino cordone ombelicale,
è infinita, laonde non ha
fine
il cammino di colui che ne
intraprende
la percorrenza; ma ciò che
tu non sai
è che a mano a mano che
avanzavi
con paziente virtù in quel
canale
credendo guadagnarne ad
ogni passo
un bel tratto e avvicinarti
a Dio,
dietro di te invece la
strada
all’istante svaniva, come
accade
che svaniscano i sogni
notturni
al risveglio d’una mente
malata;
t’era infatti concesso di
vedere
soltanto ciò che stava
avanti a te,
e tu credevi che fosse la
verace
Gran Destinazione, proprio
quella
di cui in cuor tuo, seppure
trepidando,
sentivi l’attrazione fatale
poi che avrebbe dovuto
incorporarti
nella carne di un utero che
allora
non potevi certo sapere
che non apparteneva ad
alcun dio;
ma almeno, ferito e
disgustato
da tanta sanguinosa
voracità,
facesti il gran rifiuto e
ti gettasti
a rotoloni giù per una
china
anch’essa totalmente
inesistente,
e che quindi non potevi
certo
averla prima neanche
risalita
se non con l’immaginazione.
8
<Ebbene ora in verità ti
dico
che la carne di quell’utero
carnivoro
era soltanto un’esca per
attrarti
verso il vero Massimo Bene,
il quale per antica e
conosciuta
definizione è immensamente
superiore
ad ogni altro che si possa
immaginare;
laonde quella carne così
gravida
di attraenti umori uterini
e altissime sembianze
divine
giammai poteva essere la
Meta,
anche se credevi
ingenuamente
d’esservi annidato tuo
malgrado
con le barbe dei tuoi vasi
sanguigni.
Ciò che dunque allora
credesti
fosse il terminale rifugio
nel ventre d’un Dio che
esteriormente
s’era fatto carne d’un
Cristo
per venire incontro alla
tua anima
ancora lorda di materia
animale,
in realtà era solo una
sosta,
uno stadio nel tuo eterno
avvicinarti
ad una meta che
continuamente
s’allontanava e ancora
s’allontana.
Il Superno Intendimento era
infatti
di permettere al tuo ego
provato
dal lungo strisciare in un
tunnel
grondante di lubriche
materie,
qual era il canale
ombelicale,
di riacquistare forze
spirituali
prima di riprendere un
cammino
che ben presto assurgerà ad
un’erta
via via sempre più
metafisica
e lontana, seppure crederai
d’avvicinarti alla Sorgente
del Tutto
e crescerà sempre più anche
la brama
purtroppo impossibile ad
estinguersi
di vedere coi tuoi piccoli
occhi
quasi ciechi l’unico Bene,
che nel nostro Acquatico
Universo
è l’Acqua, la Santa Madre
Acqua;
la quale infatti – è
doveroso dirti –
a causa del suo Essere
sfuggente
non può essere mai
raffigurata
sotto alcuna forma
conoscibile
e nemmeno vagamente pensata
per quanto tu possa acuire
ogni forza cerebrale
disponibile.
9
<Come dunque t’avevo
annunciato,
il viaggio che avevi
cominciato
colmo di speranza ed
entusiasmo
nell’umido e caldo canale
che credevi del cordone
ombelicale
non poteva che esser
fatalmente
senza alcuna fine né
principio
per la semplice ragione
geometrica
che una retta non inizia né
finisce.
Ergo anche la Gran
Destinazione
cui tanto ancora ambisci
non esiste;
come già altre volte ti
dissi
l’idea ti fu iniettata
nella mente
insieme alle delizie del
mondo
per dare conforto al tuo
ego,
ma è priva di sostanza
reale;
parimenti, sono privi di
sostanza
anche i falsi teoremi
inventati
da filosofi e grandi
fattucchieri
che vanamente si sono
industriati
di dare con grandi paroloni
un senso al
Principio e alla Fine,
ovvero alla Vita e
alla Morte;
ma tu potrai facilmente
trovarlo
nelle infinite profondità
dell’Acqua
del nostro universo
parallelo
se sarai tu stesso
partecipe
del perpetuo divenire del
mondo
come obbediente molecola
Acquatica
fra obbedienti molecole
sorelle.
10
<Ora dunque mio ignaro
fratello
accetta di buon grado la
realtà,
che il tuo viaggio non
finisce affatto
annidato nella carne
presunta
d’un dio dalle forme
improbabili,
magari con la folle
speranza
di poter sonnecchiare come
un bimbo
mentre succhi da una grande
Poppa
il latte dolce che credi
tuttora
faccia crescere le
minuscole anime,
ed ora che sei vecchio e
stanco
magari nutri anche la
speranza
di poterti dolcemente
abbandonare
all’infinito oblio senza
ritorno
d’un nirvana che ti privi
d’ogni affetto
e sofferenza. Invece ora ti
dico
che il passo successivo –
per te forse
coraggioso ma assolutamente
necessario – che dovrai
intraprendere
impegnando ogni forza
cognitiva
della tua debilitata
intelligenza,
è scordare la mitica
placenta
dei tuoi infranti sogni
giovanili
e lasciarti annegare
nell’Amnio
sconfinatamente accogliente
della nostra Santa Madre
Acqua,
creatrice di questo
straordinario
incantevole universo
acquatico
da cui Ella può seguire con
lo sguardo
ogni piccola creatura del
suo grembo,
essendo Ella l’unico Dio,
la Somma di ogni perfezione
che a noi Acquatici sia
dato immaginare.
Qui anche tu col tuo grumo
di cellule
non più dolorosamente
bisognose
potrai nuotare senza più
desideri,
saziato da quella felicità
che soltanto la vita
nell’Acqua
è capace di donare; sappi
anche
che i tuoi piccoli inutili
cromosomi
sono stati già battezzati
e le cellule così benedette
sono accolte nel consorzio
acquatico
già intente ad una nuova
rigogliosa
ricostruzione, immerse nel
silenzio
del Liquido Amniotico e
attorniate
da infinite molecole
acquatiche.
Ben presto coi metodi
precisi
della scienza metapsichica
dei quanti
potrai valutare tu stesso
il progresso delle brave
molecole
intente a strutturare il
tuo ego;
potrai calcolare l’altezza
della tua pur modesta aura
astrale
nella zona visibile dello
spettro,
così da sapere esattamente
la statura raggiunta
dall’anima;
la quale è certamente
orgogliosa
d’accompagnare il tuo
piccolo ego
nelle profondità
subacquatiche
dell’immenso Universo
oceanico.
11
<Potrai anche constatare
coi tuoi occhi
che le grandi profondità
dell’Acqua,
cui tu stesso pur senza
saperlo
in qualità di Acquatico
appartieni,
son di tale cristallina trasparenza
da vedere nuotare quietamente
come pesci in un enorme acquario
le creature ideate, oltre a quelle
mai pensate ma già accovacciate
come uova non ancora deposte
in un angolo
dell’onnicapiente
Mente Materna; tutte però
se evocate da qualche
incantesimo
erompono dal cielo
iperuranio
come vere assolute Idee
Platoniche
di animali, vegetali,
minerali;
ma possono acquisire a poco
a poco
anche quelle forme reali
certamente a noi più
familiari
plasmate nella materia
acquatica
e fiorite con enorme
abbondanza
nei millenni di sapiente
evoluzione
darwiniana: il protozoo
primigenio,
indi il verme, il baobab,
il mammifero
e infine l’ominide, un tuo
simile
però sempre così stolto da
supporre
di essere il Re della
foresta.
Tutte queste creature
tuttavia
sono invisibili al semplice
occhio nudo
dei rari profani
sprovveduti
che siano casualmente
arrivati
da un altro universo
parallelo:
esse infatti sono state
ideate
nel mondo profondo della
Madre
e possono affiorare in
superficie
soltanto come mere Idee
Platoniche;
ma tu che sei della stessa
nostra specie
e hai anche l’occhio
acquatico fornito
d’una dose discreta di
coscienza,
potrai senza fatica
ammirarle
e scoprire che la loro
evoluzione
non ha fine poiché è
assoggettata
al sempiterno Ordine
Acquatico
che regola con ferreo
determinismo
il destino del più piccolo
gamberetto.
Ogni semplice molecola
d’acqua
in forza di
quell’Ordine
è legata
così strettamente alle
sorelle
da formare tutte quante
insieme
l’omogeneo Regno
dell’Acqua,
eppure basta un’Idea della
Madre
perché scatti subitanea una
forza
diversamente attrattiva che
le induce
a sganciarsi dalle anonime
sorelle
per riagganciarsi in modo
tutto nuovo
a formare le specifiche
figure
ideate dalla Grande Mente,
ed allora diventa Atto
Puro
la creazione d’ogni nuovo
essere
dalla sua aristotelica
Potenza:
dal mare amorfo di molecole
infatti
per venire alla luce
attende solo
il dono prezioso della
Forma.
12
<Ora certo sarai
soddisfatto
d’avere appreso che l’acqua
benedetta
del Divino Ventre Materno
è un oceano infinito di
molecole,
le quali come un popolo
fedele
di gentili pecorelle sono
spinte
ad unirsi l’una all’altra
da una grande
amorosa attrazione
parentale,
ma la cui reale natura
– ecco il meccanismo
segreto –
è una squisita forza
elettrostatica
che strisciando su di esse
come un cupido
serpentello le avvince ad
una ad una
e in un piccolo coito
incestuoso
avviene facilmente il
fatidico
scambio di elettroni che le
unisce
per formare la nuova
creatura.
Ebbene, certo ancora ti
ricordi
per averlo appreso ai tuoi
tempi
da meritevoli studi
filosofici,
che ogni molecola d’acqua
è fatta da un atomo
d’ossigeno
e due d’idrogeno, e tale
comunione
gli conferisce una forma
allungata
molto simile a un
micro-bastoncino
cosiddetto dipòlo, ai cui
capi
si formano per forza
naturale
le pronube cariche
elettriche
che inducono le buone
molecole
a stringersi l’una con
l’altra
per il loro microscopico
atto
santamente benedetto
dall’alto
dall’onnisciente Volontà
della Madre.
E’ dunque grazie a questa
attitudine
copulatoria delle brave
molecole
e al volenteroso lavoro
di pochi elettroni della
gleba,
che sotto l’imperio severo
dell’Ordine Universale si
riesce
a tenere saldamente unito
il gregge delle acquatiche
operaie
durante la felice
formazione
delle nuove ideazioni nel
ventre
della Grande Madre,
creature
la cui natalità è benvenuta
e da tutti lietamente
festeggiata.
13
<Adesso dunque sei pronto
per apprendere
anche il prossimo livello
del Sapere.
Ogni prodigiosa ideazione
di acquatiche forme da
parte
del pensiero volitivo della
Madre
avviene ogni volta in un
attimo
tramite la copula elettrica
di prescelte unità
molecolari
dove i legami di semplice
vicinato,
che di solito mantengono
insieme
un gregge di oziose
molecole
per natura senza arte né
parte
e prive d’un nobile movente
o almeno d’un disegno
morale,
d’improvviso diventano
d’imperio
potenti legami incestuosi
fra idonee molecole sorelle
dando luogo alle ardite
architetture
che seppure celate nel
profondo
del Mondo Acquatico hanno
il privilegio
di rendere immensamente più
alta
la gloria della nostra
Madre Acquatica.
14
<Tuttavia, come avrai
sperimentato
anche tu nella tua piccola
vita,
perfino la più forte
coesione
dei più possenti
agglomerati molecolari
è duramente assoggettata a
una fatale
entropica erosione: è una
tara
malauguratamente innata
ai molteplici universi
esistenti,
preclusi purtroppo ai
nostri sensi
ma che scienziati di gran
fama certificano
ciecamente in base ad ardui
oroscopi
e chiamano appunto
“paralleli”
perché corrono
infinitamente
senza mai in alcun punto
toccarsi;
senza contatto non può
esserci mai
alcun minimo scambio
d’informazione
fra gli ignari abitanti
dell’uno
o dell’altro universo, essi
pertanto
son destinati a morire da
infelici
senza averne mai visto o
immaginato
nella loro triste vita
neanche uno.
Ma è molto più triste
pensare
che perfino le grandiose
strutture
immaginate dal Materno
Pensiero
siano destinate un bel
giorno
a disgregarsi, seppure ci
conforti
sapere che saranno
sostenute
ancora per un tempo
limitato
(purtroppo incertamente
calcolabile)
da miriadi di semplici
molecole,
anonime sorelle operaie
che come api d’un grande
alveare
con solerzia si danno un
gran daffare
per conservarle nel Mare
Comune.
Tu stesso hai potuto
constatare
come le magnifiche
strutture
per il tempo in cui restano
in vita
abbiano le forme armoniose
di straordinarie creature
tentacolate
molto simili a stelle
marine
o bellissime acquatiche
anemoni,
e certo avrai anche
apprezzato
come tali sublimi creazioni
risparmino altruisticamente
un oscuro destino da pecore
anche alle molecole
circostanti,
le quali pur da semplici
operaie
son chiamate a celebrare
anch’esse,
nel loro piccolo, il grande
trionfo
di questa Magna Opera
Acquatica
se solo per un attimo
riescono
ad allontanare dalla mente
il loro incombente futuro
di miserevole dissoluzione.
15
<Ma proprietà delle anonime
molecole
tremolanti nel tedio
dell’Acqua
perennemente in attesa di
eventi
straordinari quali l’atto
volitivo
della nostra Altissima
Madre,
è di essere anche sensibili
ai comandi, ancorché
infinitamente
meno autorevoli, dei
piccoli pensieri
dei semplici Acquatici come
noi,
poi che anch’essi sono atti
ad indurre
nell’omogeneo medium
dell’Acqua
le minuscole copule
elettrostatiche
spesso sufficienti a
riaggregare
le molecole in modo che le
forme
ricalchino il profilo dei
pensieri,
specie quando sorgono
esplosivi
nelle giovani menti; ecco
allora
che nell’Acqua si formano
glomeruli
di molecole assai
differenziati
capaci di copiare
esattamente
anche i nostri più umili
dettati
pur restando totalmente
immersi
a causa della loro natura
indissolubilmente acquatica
nelle profondità
dell’Oceano.
Sono dunque anch’essi
bellissime
per quanto fragili
ideazioni sottoacquatiche,
spesso anche talmente
labirintiche
da risultare quasi
incomprensibili
alla stessa mente pensante
che le ha generate:
arabeschi
che come piccole cattedrali
sommerse
vivono soltanto in virtù
dei nostri pensamenti,
pertanto
hanno gli stessi naturali
attributi
di nobiltà delle creature
viventi,
come quelle, seppure più
perfette,
disegnate dal possente
Pensiero
di nostra Madre Acquatica
allorché
Ella ordina a Sua immagine
e somiglianza
le anonime molecole del
Regno.
16
<Come ho detto, tutte le
molecole
che ebbero la ventura di
nascere
e vivere lungo il canale
del nostro nobile Universo
Parallelo
sono in grado di amarsi e
copularsi
anche solo per l’azione
induttiva
di natura come ho detto
elettrostatica
di un nostro pensiero
qualunque
che pellegrino ci
attraversi la mente,
ma anche di una sola
fortissima
emozione; tuttavia ti
ripeto
che le belle strutture
fantastiche,
che hai la buona sorte di
osservare
formarsi così incisivamente
da imprimere quasi come il
vento
sul piatto Mare oceanico di
molecole
una bellissima onda
quantistica,
sono assolutamente virtuali
cioè restano immerse
interamente
nel mondo Acquatico,
nascendo e morendo
come accade alle fuggevoli
apparizioni
delle stelle cadenti grazie
al dono
generoso di poter degustare
l’intenso piacere di
esistere
seppure per i pochi brevi
istanti
concessi dall’Acquatica
Autorità.
Esse sono circondate da una
folla
irrequieta di molecole
sorelle,
infelici perché meno
fortunate
non essendo state aiutate
neppure da un fuggevole
pensiero
umano o divino a
organizzarsi
per formare almeno la più
semplice
delle architetture che
potesse
farle uscire dal loro
triste stato
di pecorile anonimità.
17
<Tuttavia lo stato virtuale
delle belle strutture
create
dalla forza dell’ideazione
può essere in qualche raro
caso
e solo in via meramente
sperimentale
rimosso per rendere
visibile
in dimensioni a noi più
familiari
tutto quello che gli
incolti non vedono
non essendo abilitati ad
entrare
nel mondo impermeabile
dell’Acqua
e a decifrare con l’organo
aristotelico
della ragione (creato
d’altronde
per altri universi
paralleli)
le nuove dimensioni
molecolari.
Un tale palesamento
tuttavia
può avvenire soltanto per
le semplici
acquatiche ideazioni del
pensiero
dei normali abitanti come
noi
poi che siamo ancora
incrostati
di residui di materia,
peraltro
utilizzabili
vantaggiosamente
per una buona e fedele
copiatura;
con un po’ d’attrezzatura
tecnologica
si può infatti estrarre dal
profondo
del mondo acquatico l’Idea
progettuale
copiandola appunto senza
errori
attraverso la preziosa
falsariga
delle piccole tracce di
materia
(che qui fanno da
catalizzatori)
e adattando le nuove
dimensioni
all’occhio più semplice e
intuitivo
della ragione di origine
acquatica.
18
<Si deve ovviamente
procedere
seguendo le precise
istruzioni
dell’inventore Masaru Emoto
con un lento e accorto
congelamento
controllato al microscopio
elettronico
della zona di Acqua
interessata;
in questo modo, se con
grande cautela
in quello stato di
super-glaciazione
si è raggiunto il punto
ipercritico
di massima tensione delle
forze,
ecco che si vedono emergere
completamente fuori
dall’Acqua
delicate trame di ghiaccio
che al microscopio
ricordano quasi
delle piccole imponenti
cattedrali;
esse balzano dal loro mondo
acquatico
con la graziosa veste
appariscente
dei cristalli di neve, e in
questo modo
gli invisibili volatili
pensieri
che li hanno generati
dall’Acqua
si palesano anche
all’occhio più miope.
Perfino gli idioti
scientifici,
purtroppo com’è noto
ignoranti
del Mondo delle Idee e dei
misteri
quantistici dell’Universo
Acquatico,
sono in grado finalmente di
ammirare
le stravaganti minuscole
ideine
che la loro rigida mente
irriducibilmente geometrica
qualche volta riesce a
concepire;
in teoria potrebbero anche
essere
visualizzate in forma di
fantastiche
seppur difficilmente
decifrabili
corone di frattali, ma più
spesso
sono solo orrendamente
confuse
accozzaglie di aghi di
ghiaccio.
Ma belle o brutte, accade
purtroppo
che tutte le strutture,
perfino
le magiche architetture di
ghiaccio
create dalle menti
benpensanti,
non sopravvivano alla
congelazione
essendo troppo rapide a
sciogliersi
come tutti i cristalli di
neve;
nondimeno, seppure essi
vivano
pochi istanti al di fuori
dell’Acqua,
sono sempre una grande
attrazione
per gli occhi sgranati di
meraviglia
di grandi e piccini, i
quali armati
di piccoli ordinari
microscopi
non si stancano mai
d’ammirare
le immagini dei propri
pensieri,
purché siano stati in
precedenza
rivolti onestamente solo al
Bene.
Non si riesce infatti a
sopportare
l’accozzaglia degli aghi di
ghiaccio
o la bruttezza deforme dei
cristalli
abortiti o malamente
generati
solo da pensieri cattivi.
19
<Ma l’Universo di molecole
d’Acqua
ha memoria quasi infinita:
neppure le mini-cattedrali
pensate come semplice Idea
dalla mente ingegnosa degli
umani
sono mai cancellate
dall’oblio
o dallo spegnimento dei
pensieri
che le hanno generate; non
svaniscono
quindi neanche le strutture
accumulate
nel corso d’una vita
operosa
come quella d’un poeta o
d’un filosofo,
purché essi le abbiano
ideate
per scopi che non siano men
che onesti:
ogni forma è serbata per un
tempo
lunghissimo che sembra
quasi eterno
nelle profondità dell’Acqua
come copia fedele d’ogni
nostro
pensiero o emozione; tutte
infatti
sono nostre dilette
creature,
specie se virtuose, e son
celate
nel nostro mondo acquatico
comune,
materializzabili soltanto
dall’artifizio della
congelazione;
ma attenzione: questa
assegna equamente
ai cristalli di neve una
forma
che come ho detto può
essere bellissima
o bruttissima a seconda del
valore
dei pensieri che l’hanno
generata,
se erano ad esempio d’amore
oppure di profondo rancore.
Se l’atto volitivo è invece
quello
della nostra Grande Madre,
è difficile
materializzare i Suoi
pensieri
evocandoli fuori dall’Acqua
in forma di cristalli di
neve:
essi infatti sono chiusi in
eterno
nel Mondo Perfetto delle
Idee
e ovviamente sono volti
d’ufficio
sempre al Bene; conservano
un’anima
in cui si specchia
l’innocenza e la bontà
anche quando la vulcanica
creatività
della Grande Madre
dell’Acqua
ne ha fatto delle copie
materiali
con reali molecole
acquatiche,
e allora diventano subito
delle vere creature di Dio
e vengono riposte con cura
con le altre elette
creature
negli abissi oceanici
comuni.
20
<E’ dunque generando
perfette
figure mentali ideali
che Madre Acqua dona
un’anima perfetta
a tutte le proprie
ideazioni
e con le brave molecole
acquatiche
ne foggia accuratissime
copie
di uomini, animali,
vegetali,
che ilari entrano
finalmente
a far parte del grandioso
palcoscenico
dell’universo, tutte
fedelmente
modellate con materia
acquatica
nelle forme da Essa
pensate.
Anche dunque la più piccola
creatura
è d’uopo che venga onorata
per la sua degnissima anima
seppure sia sempre celata
agli sguardi corruttori
degli intrusi
provenienti da altri
universi
e capaci di adorare
soltanto
i grassi totem dei Vitelli
d’Oro.
E’ allora meritevole di
lode
la fede profonda e
altamente
religiosa di quei buoni
selvaggi
che usano venerare le anime
di tutte le creature dei
boschi
seppure invisibili – elfi,
gnomi, nanetti, spiriti
benefici –
ma che la falsa civiltà ha
in ispregio
come razze di ominidi
inferiori
o anche truci tagliatori di
teste,
e li addita al pubblico
ludibrio
col nome di ignoranti
“animisti”.
21
<Da quanto ho detto, ma
anche specialmente
dai diligenti tuoi studi
filosofici,
sai dunque purtroppo che il
legame
di squisita natura
elettrostatica,
che unisce le incestuose
molecole
nelle ardite copule
acquatiche,
suo malgrado non può durare
a lungo
poi che viene lentamente
eroso
dall’impietoso tarlo
affamato
dell’Entropia, che sgretola
purtroppo
da sempre il nostro mondo
acquatico
ma essendo un’impietosa
legge cosmica
erode – occorre dire in
modo equo –
anche gli altri universi
paralleli.
La stessa sorte miserevole
dunque
colpisce anche i prodotti
più apprezzati
della nostra mente
ingegnosa
di cui andiamo tanto
orgogliosi;
tutte le strutture
materiali
son votate a un crudele
disfacimento,
come anche le amatissime
forme
di cose, animali, vegetali,
e infine anche gli ultimi
relitti
a poco a poco si
solubilizzano
nella tomba comune
dell’Acqua.
Voi allora, che credete di
venire
da un altro universo, siete
soliti
di dire con grande
compassione
che uomini, alberi, animali
come tutte le creature del
mondo
muoiono, ma come ho già
detto
ciò è solo una vostra
illusione:
ogni Idea, ma soltanto la
mera Idea
iperuranica di essere
vivente,
sia di uomo, ippopotamo, o
sasso,
essendosi creata nella
Mente
della nostra Altissima
Madre
è assolutamente immortale;
al contrario, le copie
delle Idee
fabbricate con la materia
dell’Acqua
ad esempio come te, come
me,
decadono irresistibilmente
ed il loro pietoso
disgregamento
può essere soltanto
assistito
molecola dopo molecola
da sorelle zelanti come api
in una comoda cella
accogliente
del grande alveare
dell’Acqua
fino alla completa
estinzione
e scomparsa perfino della
memoria.
22
Con grande devozione stavo
appeso
alle labbra della strana
Donna Acquatica
scrupolosamente meditando
la sua circostanziata
lezione
sul Mondo metafisico
dell’Acqua;
tuttavia, il mio buon baco
della ragione,
per fortuna severo
abitatore
dei grassi cervelli dei
saggi
per vigilare sulla sana
logica
dei sani ragionamenti,
trovava
un tale ammanco in quelle
dichiarazioni
anche a mia modesta memoria
assolutamente stravaganti,
da far rivoltare nella
tomba
il caro buon senso comune.
Quindi con l’ardire del
Giusto
la apostrofai forse un po’
ingalantemente
esclamando: devi allora
sciogliere
l’aporia che senza dubbio
contraddice
la Logica Aristotelica e il
buon senso:
come puoi asserire, senza
incorrere
in una insostenibile
contraddizione,
che in un medium talmente
omogeneo
da te stessa definito
amorfo
ci siano solide strutture
molecolari
cui il Pensiero della
vostra Grande Madre
diede la Forma ma
non la Sostanza?
O forse nel vostro strano
mondo
la Sostanza non
esiste, dal momento
che dovrebbe riflettere la
luce
per essere visibile, ma qui
non ho visto che ombre,
simulacri
senza corpo che vagano nel
Nulla;
da voi forse riflettere la
luce
non è più una proprietà
indiscutibile
delle sostanze, seppure
siano fatte
di solida e opaca
materia?
23
La bella Acquatica allora
con grazia
ma certo con gran
risolutezza
rispose <sbagli davvero se
pretendi
di accampare la tua Logica
Aristotelica
nel regno onnicapiente
dell’Acqua
dove invece fa legge
l’incertezza
metafisica della scienza
dei quanti,
ovvero del gatto
di Schroedinger
secondo cui nessuno può
sapere,
a causa della ormai più che
nota
indeterminazione
quantistica,
se la povera bestiola è
viva o morta.
Come vedi, il tuo caro
Non-Senso,
certo nativo d’un altro
universo
e giustamente bandito dal
tuo baco
seguace della Ragione
Aristotelica,
qui invece ha diritto di
esistenza
quanto quelli imposti
impunemente
dalla tua Chiesa; anzi, qui
da noi
è proprio il nostro pane
quotidiano.
Dovrai quindi ritenerti
soddisfatto
per il modo in cui io
risponderò
al quesito della tua
sicumera,
seppur (detto fra noi)
perdonabile
a te che ancora credi
d’esser nato
in un altro universo
parallelo
e anche d’essere fornito
del buon senso
che colà ovviamente è di
gran moda.
Ebbene piccolo Grillo
Parlante
che sbandieri la Ragione
Aristotelica
pur essendoti appena
risvegliato
da un sonno comatoso in
questo nostro
Mondo Acquatico da sempre
felice
proprio perché
fortunatamente
ignora i vostri decadenti
problemi:
ciò che a causa d’un abisso
d’ignoranza
hai osato chiamare
Non-Senso
in verità in verità io ti
dico
che qui si tratta d’un
vero, inscalfibile,
Dogma Teologico
che dovrai, con tutta
l’umiltà
di cui ancora sei capace,
accettare>.
24
Dovrei dunque senz’appello
accettare
– replicai alquanto seccato
–
che secondo le sacre
scritture
della vostra inusitata
teologia
io, essendo una mediocre
creatura
sicuramente infinitesimale
innanzi a tanto infinito
Universo,
non sarei che un
trascurabile pensiero
non del mio Dio che ho
sempre caldamente
venerato per l’altissima
onniscienza,
ma solo un pensierino
erratico
e per giunta malamente
pensato
della vostra Grande Madre
Acquatica,
un figliolino forse
abortito
a causa dei legami
elettrostatici
troppo labili di ioni e
molecole,
insomma una cacca di mosca
e quindi da Lei con
nonchalance
scaricato in qualche luogo
perduto
dell’universo come
acquatica spazzatura
a vegetare
insopportabilmente
fra miriadi di molecole
acquatiche
segnate dallo stesso
miserabile
destino di disfacimento;
e quest’onta viene fatta
proprio a me,
segnato dai geni superiori
dei veri ominidi e non dei
Neanderthal
e neppure delle scimmie
urlatrici,
oltre ai geni preziosi e
venerati
assolutamente intoccabili
dei santi, dei poeti e
degli eroi!
A meno che tu ammetta che
Dio
(o il Demonio) abbia
effettivamente
mancato di alitare un po’
di spirito
in questo triste sacco
che fa merda,
come sarebbe dovuto a un
Homo Sapiens;
e allora ch’Egli sia
stramaledetto
nel più alto dei Cieli e
delle Acque
da questo nano privo
d’anima e di spirito
ma che almeno può sempre
rinnegarlo.
25
Dovrei anche prendere per
vero
che questo corpo privo
d’anima e di spirito,
ma ch’è stato fedele
compagno
durante una vita felice
e credevo senza dubbi fosse
fatto
d’ossa, carni, e sangue di
mammifero,
ora a causa della folle
delibera
d’un cieco inappellabile
dogma
non sarebbe in realtà che
virtuale,
cioè invisibile fuori
dall’acqua,
insomma bellamente
inesistente,
forse mai neppure affiorato
dal vostro strano mondo
abissale
perché privo totalmente di
sostanza,
perfino di quella fugace
d’un cristallo di neve che
si squaglia
al minimo alitare d’un
bimbo?
Sarei dunque rimasto
sospeso
sugli orrendi abissi del
Nulla
nella forma d’una mera
immagine
di abortivo ghiacciolo mai
nato,
senza neanche il magro
conforto
di sapere che esistono al
mondo
molecole più fortunate
perché fornite di tanta
sostanza
da potere riflettere la
luce
e potere essere perfino
toccate e ritoccate,
addirittura
assemblate con maggior
decoro
in onorate e longeve
cattedrali?
26
La mia Maestra, forse di
lontana
origine celeste ma a suo
dire
immersa a condividere con
me
questo sconfinato mondo
d’Acqua,
mostrava tuttavia di
possedere
una singolare conoscenza
della mia molecolare natura
e dei dubbi che turbavano
il mio animo,
poiché disse <commetti
ancora errore
se pensi d’essere sospeso
nel Nulla
soltanto perché tu non puoi
vedere
le forme molecolari
perfette
che la Madre ha ideato per
te
e migliorare la
socializzazione
del tuo ego nel nostro
Mondo Acquatico
dato che (lo dico senza
offesa)
eri alquanto carente di
affetti;
è infatti per te che ha
pescato
dall’infinito oceano di Se
Stessa
gli atomi migliori
necessari
ad un’acconcia
ristrutturazione
del tuo inutile ego e a
salvarlo
da un destino tristemente
anonimo
accogliendoti nella nostra
Comunità.
Quindi ancora in verità ti
confermo
che tu esisti realmente in
carne ed ossa,
seppure col tuo ego
minuscolo
che non riflette la luce né
l’ombra,
e che vivi la tua vita
normalissima
nel felice mondo dell’Acqua
come tutti gli Acquatici
dabbene
con un’anima e uno spirito
ben fatti,
seppur con branchie
alquanto difettose;
ti dico anche che la Grande
Madre
per consolarti dei tuoi
dubbi penosi
t’aveva offerto
generosamente
perfino il provvisorio
privilegio
di cullarti nella pia
illusione
(bada bene: soltanto
illusione)
che il tuo Ego sia talmente
sublime
da occupare il centro del
mondo
come un Re, mentre per la
verità
ti ritrovi soltanto un
cervello
inutilmente farcito di
neuroni
totalmente incapaci di
distinguere
il Vero dallo sterco.
Purtroppo
amico mio tu dovrai d’ora
in poi
umilmente accettare la
realtà
– per quanto possa essere
per te
incredibile – che il centro
del mondo
con tutte le infinite
bellezze
pur prive delle luci e
delle ombre
del tuo improbabile
universo parallelo,
è proprio il Pensiero
Onnicapiente
della nostra grandissima
Madre
ed esiste soltanto qui
dentro,
nell’universo oceanico
dell’Acqua
dove Ella si compiace di
specchiare
la Sua sublime
incommensurabile Perfezione.
Ella infatti è talmente
onnicapiente
da comprendere in un unico
abbraccio
il Tutto, il Creato
e il Non-Creato,
poi che il Tutto –
credimi – è proprio
Quello che a te,
bestialmente blasfemo,
sembra essere nient’altro
che la semplice
francescana et humile
acqua pura
sorella dei poveri di
spirito>.
27
Ma io, ch’ero rimasto
attonito
dal Nuovo Verbo, fui di
nuovo assalito
dal dubbio poco prima di
perdere
l’ultimo residuo di ragione
e replicai: ma celeste
Maestra
io pensavo che solo il mio
Dio,
pur non visibile come tutti
gli dei
ma infine per la nostra
salvezza
amorosamente incarnatosi
in un corpo di uomo verace
addirittura con quel vulnus
nel costato
verificabile col dito dagli
increduli,
pensavo che solo quel Dio
fosse veramente
onnicapiente
da contenere in un immenso
Utero
di carne fatto a sua
immagine e somiglianza
ciò che tutti i filosofi
dabbene
designano essere il
Tutto;
credevo quindi fosse vera
quella Carne
che stava atrocemente
succhiando
le mie vene quando tu
apparisti
in mio soccorso, e della
quale in fondo
serbo ancora una perversa
nostalgia;
credevo vero e reale anche
il grembo
della mia buona mamma, che
si dice
m’abbia amorosamente
nutrito
per ben dugensettanta
durissimi
e interminabili giorni di
pena;
vera anche l’aria, aspirata
con un urlo
quando infine sono uscito
dal suo ventre;
vero il mare, la Terra, le
stelle,
la polvere cosmica che vaga
insensatamente nel vuoto,
ahi, ché ora mi sovviene
l’aporia
del Vuoto assoluto e
il suo contrario,
il terribile Nulla
ed il Tutto.
Anche il Nulla,
l’impensabile Nulla,
non potrebbe avere
esistenza
altrettanto reale quanto il
Tutto,
che pur fatto di sostanza e
materia
bellamente riflettente la
luce
è certamente una cieca
Infinitudine
altrettanto impensabile e
si dice
che perfino sia il regno di
Dio?
Ma quale Dio? A me risulta
invece
che siamo eternamente
condannati
ad inseguirne vanamente il
fantasma
ovvero il Nulla, ma
cosa resterebbe
del Dio gentile con la
barba bianca
assiso in cielo come un
padre buono,
quel Dio che tutto vede e
che perdona
di quand’ero fanciullo e
piangevo
rigonfio di gioia e
gratitudine
quando in chiesa la voce
dell’organo
scendeva sublime dalle
Altezze
con la Parola di Lui, che
credevo
fosse il Tutto? che
cosa accadrebbe
se davvero Lui non fosse
altro
che il repellente
innominabile Nulla?
28
Ma la mia divina Tutrice
rispose <il Tutto,
che tu per blasfemia
o sbadataggine chiami
ancora Dio
anziché Grandissima
Madre
e Regina del nostro
Mondo Acquatico,
certamente non può essere
il Nulla;
fosti indotto in tale
stolta credenza
avendo in questo caso
erroneamente
recepito, come un rozzo
illetterato
d’altri tempi e d’altri
universi,
solo la Metafisica
Quantistica
invece della Logica
Aristotelica
che in questo caso è la
sola a dettar legge;
pertanto il Tutto
non può essere insieme
anche il Nulla suo
eterno contrario,
e nostra Madre Acqua, ch’è
il Tutto,
non ammette contraltare
alcuno,
come accade invece per i
vostri
risibili Anticristi ed
Antipapi.
Ma tutto ciò evidenzia
purtroppo
la cecità del tuo Ego
fallesco,
così grassamente
ipertrofico
da sembrare quello d’un
gallo
così infoiato di povere
galline
da darsi narcisisticamente
anche un nome altisonante –
il Condottiero
Sir
Venierus Degli Scarselli –
mentre molto più
modestamente
tu sei nato e vissuto come
noi
in quest’Acqua salubre,
interamente
inventato e assemblato (a
mio parere
anche troppo generosamente)
dalla nostra Grandissima
Madre
solo come umile – sia detto
senza offesa – agglomerato
di molecole
dal nome puramente
virtuale.
Ma questo vale anche per il
Dio
con la barba che invano
cercasti
ed alla cui esistenza
ovviamente
dall’età della ragione più
non credi;
Dio infatti mai può mai
avere
una forma, una figura, o
un’immagine
poiché non è altro che
l’Acqua
di questo Mare infinito,
l’insieme
delle infinite molecole
acquatiche,
e proprio questo è il
Tutto che tu
con tanta tenacia hai
inseguito
nel tuo viaggio illusorio e
che ancora
non vuoi credere d’avere
trovato
nel nostro generoso Mondo
Acquatico
di fedeli e devote sorelle
desiderose soltanto
d’accoglierti
a braccia aperte come un
loro fraticello>.
29
Ma io, ch’ero sempre più
smarrito
nell’orror vacui di
questa Infinitudine
fatta di molecole fantasma
troppo simile all’orribile
Nulla,
gridai Maestra! divina
Maestra!
Ma se il Dio che ho cercato
non è altro
che la Madre Regina d’un
mondo
di miserabili molecole
d’acqua
così invisibili da essere
inesistenti
(lungi da me ogni
intenzione d’ironia)
forse non sarà – come tu
dici –
il Nulla, ma certo è
la Morte,
la totale estinzione
dell’Io,
e nulla v’è di più
ripugnante
per un essere vivente a
sangue caldo
che la tremenda, assoluta,
fredda Morte
ove ogni traccia di noi sia
svanita
nei tetri abissi della
vostra acqua.
Avrei dunque invano cercato
tutta la vita d’afferrare
un Dio
assolutamente inafferrabile
per apprendere infine che
Egli
non è che mera acqua d’un
acquario
senza fine né principio,
forse anche
(perdona la bestemmia) la
tristissima
comune acqua dei nostri
rubinetti?
30
Ora che così brutalmente
m’hai tolto le bende dagli
occhi
e ottenebrato quelli della
Ragione
per un presunto Vero cui
certo
non è umanamente possibile
credere ciecamente, ora so
quel che voglio, e giuro
che non è
questa vita-non-vita
sommersa
nel vostro lago d’acqua di
rubinetto,
ma quella dei chimismi
della carne,
d’un cranio colmo di nervi
e neuroni
in cui scalpita fieramente
un Ego
sia pure, come dici,
fallesco
ma certo un vero eroe
solitario
che vola alto in cielo come
aquila,
messaggero dell’unica
Logica
che nel mio caro altro
universo
era quella sicura della
Ragione
(seppure, ammetto, oggi un
po’ screditata).
Ma qui dov’è la gioia della
carne,
culla d’ogni bene e
bellezza?
Certamente non può mai
esistere
nel vostro cieco oceano di
molecole
che ignorano perfino
d’esser nate,
legate solo dalla labile
colla
d’un nugolo di elettroni e
fotoni
così sfuggenti da poter
svanire
ad ogni alito di vento
nella tomba
dell’antimateria; sempreché
proprio ora non m’inganni
il ricordo
di quella aliena fumosa
teoria
forse più metafisica che
aliena
di strani quanti che
vanno e rivengono
ora come onde del mare
ora come birichini
corpuscoli
che sanno solo giocare a
nascondino.
31
Ma adesso la buona Maestra
severamente con la voce che
vibrava
d’ira celeste disse <figlio
blasfemo,
da chi sei nato? Mi viene
il triste dubbio
che tu provenga davvero da
un altro
sconosciuto universo
parallelo
e non sia figlio della
Grande Madre
ma d’una stupida mignotta
raccattata
dai marciapiedi del tuo
alieno universo,
se pronunci parole che gli
orecchi
mai dovrebbero udire.
Rientra dunque finalmente
in te stesso
e serba nei tuoi labili
neuroni
ciò che dico: che la vita
della carne
che tu errando
schizofrenicamente
cerchi altrove esiste
proprio e solo
in quest’unico e reale
universo
poiché nessun altro mondo
immaginabile
con la più sfrenata
fantasia
esiste o è esistito qui od
altrove.
Nella tua abissale
ignoranza
arretri spaventato come un
bimbo
davanti al naturale e
fisiologico
orror vacui
dell’Infinitudine
che credi molto simile alla
morte,
e ciò t’impedisce di vedere
che invece il Mondo
dell’Acqua
è un fervore di universo
pullulante
di pulsanti organismi
viventi
come te e come me, dalla
più piccola
microscopica creatura alla
più grande,
dove tutti alacremente
succhiano
il prezioso succo della
Vita;
ovviamente se le branchie
sono sane
come vuole la nostra natura
e come accade da un tempo
immemorabile
molto simile all’eternità.
Pertanto il tuo ego che
pulsa
come gli altri, seppur
vergognosamente
miscredente, non può mai
estinguersi
essendo nato e vissuto in
eterno
come Idea nella
mente della Madre,
da cui fosti infine copiato
nella materia acquatica
viva
ove hai trovato reale
collocazione
con le tue brave branchie
d’ordinanza
insieme a tutte le creature
pensate
e copiate dalla
Madre-Regina
nel grandioso alveare
oceanico
ribollente di vita ch’è il
Tutto.
Non vi sono alternative a
questo mondo
e dovrai dunque
necessariamente
accettare per fede questo
Verbo:
il Dio che strenuamente hai
cercato
ha la stessa acquatica
natura
della tua minuscola anima,
ma in misura infinitamente
più grande
poi che in questo universo
parallelo
Dio è l’Anima infinita
dell’Acqua,
l’Acqua Eterna, ordinatrice
onnipotente
di tutte le strutture del
mondo
che Lei in un sol colpo fa
nascere
e morire, eppure ne
conserva
le Idee eternamente negli
abissi
del suo Essere, nel mare
infinito
di Se Stessa.
32
<Certamente non hai mai
compreso
ciò che dissi allorché
primieramente
t’ho incontrato e
strisciavi come un verme
su un cordone ombelicale
fantasma
sperando di farti incarnare
in quello che credevi
ingenuamente
fosse l’utero di Dio, la
grande Meta
predestinata dei tuoi sogni
infantili;
già allora ti dissi che il
viaggio
non ha fine,
eppure tuttora
credi d’essere arrivato
fino al fondo
del tuo cammino e ti
rifiuti di credere
di non essere altro che un
grumo
di erratiche molecole
acquatiche
con appena un misero nome
come noi, e all’eterna
ricerca
d’uno stato infinitamente
più alto
dello Spirito; questo è il
nostro viaggio
senza fine cui siamo votati
per attingere l’Assoluta
Perfezione,
scordando che questa è
l’esclusivo
ed assolutamente
inarrivabile
divino attributo
dell’Acqua.
33
Ma purtroppo sei anche
ribelle,
come alcuni talvolta anche
qui
malgrado il Bene che hanno
ricevuto
ancora osano stoltamente
dubitare,
andando dovunque cercando
vaghe e assurde origini
extra-acquatiche;
anch’essi sperano un giorno
di vedere
materializzarsi in un balzo
dal placido specchio
dell’Acqua
di quest’Oceano anche solo
un modesto
ma solido cristallo di neve
onde credere
fortissimamente
che sia il Padreterno,
seppure
tutti sappiano con
tagliente certezza
che un ente metafisico è
soltanto
creato dal loro desiderio,
ed anche questo è generato
nel grembo
onnicapiente dell’Acqua,
poiché tutto
è generato soltanto
dall’Acqua,
né mai un pensiero, neppure
del più onnipotente dio,
può uscire dal suo mondo
acquatico
e abbracciarli come un
padre, poi che neanche
la forza d’un amore paterno
potrebbe forare le spesse
impenetrabili pareti di
vetro
dell’Acquario ch’è il
nostro universo
fra tutti gli universi
possibili.
34
<Nondimeno tu non devi
credere
che il mondo dell’Acqua,
che sembra
una prigione alla tua mente
malata,
sia tale per gli Acquatici
che l’abitano
da tempo immemorabile;
sappi
ch’essi vivono in modo
assolutamente
normale poiché l’Acqua è
per loro
come l’aria dello strano
mondo
dove tu fantasticavi di
vivere;
tutte le creature qui
dentro,
uomini, animali, vegetali,
come ho detto vivono da
sempre
serenamente la vita dei
pesci
nel loro immenso acquario,
nessuno
pensa d’essere chiuso in un
carcere,
nessuno, tranne un pazzo
visionario,
spera d’essere un giorno
liberato
da un Ente metafisico per
essere
portato chissà dove, anzi
nessuno
neppure immagina che esista
un altro luogo
al di fuori dell’Acqua,
come neanche
può mai immaginare ciò che
accade
negli altri universi
paralleli.
Prendi pure nota che in
quest’Acqua
che la tua delusione fa
sembrare
d’un grigiore mortale
anch’io vivo
serenamente la mia vita
tranquilla
nuotando come te,
piccolissimo
pesce arrogante, ma neanche
una volta
io mi sono sentita
prigioniera.
35
<Ma ora forse t’interessa
di più
aver notizie della tua
malattia,
poi che vedo approssimarsi
trepidando
il giorno della tua
guarigione
da quella singolare
condizione
che senza dubbio ha
afflitto la tua vita
con la tua strana pervicace
nostalgia
di un presunto paradiso
perduto
in un altro universo
parallelo,
vedo quindi avvicinarsi
anche il giorno
d’una mia doverosa
confessione.
E’ mio compito infatti
rivelarti
ciò che tutti i nostri
amici acquatici
per solidale carità
cristiana
e per non aggravare le
crisi
delle tue farneticanti
illusioni
han dovuto celarti fingendo
di ignorare la rara e
incredibile
malattia che t’ha colpito e
che finora
per chi ti ama è stata
fonte d’ansia
essendo stata certamente
causata
da qualche specie maligna
di nanuncoli
di astrale provenienza
aliena,
o forse fu l’infausta
esondazione
di un fiume di onde
elettromagnetiche
fuori dal suo letto
naturale
in qualche labile universo
parallelo
avvenuta al tempo di tua
madre
e riversatasi come uno
tsunami
su noi indifesi acquatici
spettatori.
E’ doveroso tuttavia anche
notare
che qualcuno di questi
universi
è riuscito seppure
raramente
a trapelare dal proprio
parallelo
utilizzando canali
sottilissimi
di ultrafrequenze
telepatiche
riuscendo a sconvolgere la
mente
particolarmente sensitiva
di qualche nostro Acquatico
più debole.
36
<Ma ascolta dunque ciò che
ancora oggi
esito a rivelarti
riguardante
il tuo penoso caso
personale,
seppure mi conforti la
speranza
che in questa fase della
tua convalescenza
sia meno duro incassare un
nuovo colpo.
Ebbene sappi, mio povero
amico,
che per un raro fenomeno
biologico
che accade ogni milione di
anni
per qualcuna delle cause
suddette
la tua pur degnissima madre
purtroppo non ha generato
un figlio sanamente dotato
d’un corpo e d’una mente
normali
ma a quel tempo ha
partorito un Mutante,
che per un lungo periodo
addirittura
è rimasto sfornito di
branchie.
Pare che sia stato un
evento
indipendente da cause
artificiali,
da virus o altri
inquinamenti
di perversa natura sessuale
quali accoppiamenti
incestuosi
d’inconsapevoli cromosomi
consanguinei;
tutti i medici che t’hanno
studiato
hanno anche escluso
patologie
pregresse, schizofrenia,
paranoia,
sdoppiamento della
personalità,
e soltanto dopo avere
analizzato
il DNA delle cellule
cerebrali
hanno potuto accertare la
realtà,
che in un gene dei tuoi
cromosomi
quando tu eri ancora
soltanto
un ignaro innocente
spermatozoo
avvenne l’infelice
mutazione
che covando nel buio
amorevole
dell’utero inconsapevole di
tua madre
è cresciuta smisuratamente
sbocciando nell’enorme
corpo
che ora purtroppo ti
ritrovi
d’un verace gigantesco
Scarafaggio.
Coi tuoi moncherini di
branchie
riesci a malapena a
respirare,
ma sei anche purtroppo
fornito
d’una mente totalmente
contorta
com’è usuale tra gli
scarafaggi,
e ciò per conseguenza ha
capovolto
il modo naturale di vedere
il nostro ordinatissimo
mondo,
ragion per cui ciò che
senza dubbio
è sempre stata la nostra
normalissima
acquatica realtà, a te
appariva
come un mondo al di
fuori dell’acqua,
ovvero un mondo fatto
d’aria ossigenata
da respirare coi sacchi
mezzo vuoti
di strani organi detti
“polmoni”
anziché con le solide
branchie
approvate
dall’Amministrazione;
tu insomma per l’effetto
stravolgente
di quel morbo vivevi
davvero
un’altra secondaria realtà
chiaramente appartenente a
un universo
parallelo, che non stento a
credere
fosse senza dubbio più che
onesto,
ma purtroppo totalmente
diverso
da quello che viviamo nella
semplice
ma operosa quotidianità
noi Acquatici più fortunati
perché felici portatori di
branchie
di provate prestazioni
fisiologiche.
37
<Ebbene questa stravolgente
commistione
di realtà fra universi
paralleli
e la sfibrante stanchezza
del tuo viaggio,
ma soprattutto la sua
deludente
inanità, t’ha ovviamente
causato
una cocente disperata
frustrazione,
oltre ad una totalmente
distorta
immagine del mondo e una
distorta
percezione della stessa mia
persona,
donde venne
l’interpretazione
completamente errata
delle“verità”
che hai creduto di capire
equivocando
frammenti di parole
incautamente
da me balbettate, poi che
io
certamente non sono che una
semplice
e non certo erudita
abitatrice
del nostro acquatico comune
universo;
a te insomma al contrario
di me,
che da sempre vivo contenta
nel mio mondo per quanto
esso possa
sembrarti monotono, è
toccata
la sorte rara e più
fortunata
(la Gran Madre voglia
perdonarmi)
di vivere avventurosamente
con le tue deliranti
fantasie
nella molto più eccitante
dimensione
spazio-temporale d’un
remoto
alieno universo parallelo,
seppure con l’amara
percezione
d’un corpo bestialmente
deforme
ed anche, per colmo di
sventura,
ansimante per difetto
d’ossigeno>.
38
Io che infatti m’ero appena
accorto
di essere alquanto
boccheggiante
per la mia fino allora
inconsapevole
animalesca insufficienza
respiratoria,
risposi con un filo di voce
ch’era certo il difetto
d’ossigeno
ad avermi affievolito le
risorse
più vitali; ma sopra ogni
altra cosa
m’aveva moralmente
abbattuto
la nuova terribile
incertezza
della doppia misteriosa
identità
forse d’uomo o forse di
bestia,
dov’era contestabile
perfino
il possesso di un’anima,
quella
ch’io vagheggiavo
assolutamente perfetta
ma che forse avevo perso
per sempre
nella cieca sfortunata
inanità
del mio viaggio
acquatico-terrestre
senza meta in un mondo
avvilente
e sterminato di semplice
acqua.
Tuttavia la gentile Donna
Acquatica
non sembrava altrettanto
impressionata
dal mio stato di
debilitazione
e con sincero affetto
incalzava:
<non devi assolutamente
abbatterti
poiché i medici son certi
che al danno
ormai molto ben
diagnosticato
debba anche seguire il
rimedio
ed anche (a Dio-Madre
piacendo)
la totale sospirata
guarigione,
considerando le attuali
risorse
della moderna chirurgia
estetica
dei nostri ospedali di
eccellenza
e un magistrale mirato
intervento
sui tuoi disgraziati
cromosomi;
ma le massime speranze son
riposte
nel nostro nuovo
elettroshoc proctologico,
il cui elettrodo dev’essere
infilato
in direzione (con rispetto
parlando)
rigorosamente ano-craniale
sì che arrivi a titillare
il cervelletto
ottenendo un effetto
terminale
efficacemente
trans-mentale;
ciò dovrebbe distruggere i
neuroni
sovvertiti dal maligno
Alieno,
oltre ovviamente a
migliorare
il tuo orribile aspetto
corporale
che ti causa tanto male
morale;
dovrebbe insomma farti
anche rinsavire,
sicché tu possa tornare fra
noi
senza tristi camicie di
forza
e senza più quel disgustoso
aspetto
scarafaggesco, che dovrebbe
a poco a poco
quasi totalmente
scomparire.
39
<Non abbatterti dunque,
puoi ancora
coltivare la speranza di
integrarti
in questo nostro felice
universo
senza più grilli di mondi
metafisici
o nostalgiche situazioni
extra-acquatiche,
anche se dovrai portar
pazienza
per il culo (con rispetto
parlando)
che ti ritroverai malandato
chissà per quanto tempo
ancora;
ma potrai almeno
serenamente
nuotare fra noi quasi-sano
insieme ai sani, e certo
finalmente
con delle branchie nuove di
zecca
generosamente donate
da qualche Acquatico morto
violento.
Potrai insomma, ovviamente
accontentandoti,
godere ancora in qualche
modo rappezzato
le bellezze eterne
dell’Acquario,
che assicura a tutti i suoi
volonterosi
il sorriso d’una vita
sociale
lontana dagli odi e dalle
guerre
che travagliano invece
altri universi
a causa dell’aria inquinata
che son costretti a
respirare in modo
assolutamente improprio
con quel sacco che chiamano
polmoni.
40
In quel giorno felice,
respirando
a piene branchie l’acqua
frizzantina
delle nostre rinomate Alpi
acquatiche
sorgenti nel profondo
dell’Oceano
con le imponenti vette
sottoacquatiche
dorate dal sole che
sembrano
forare arditamente
l’Acquario,
non potrai fare a meno di
apprezzare
la tua vita seppure
mediocre
riconoscendo che questo
universo
è il dono infinitamente più
prezioso
che la nostra generosa
Fattrice,
onnisciente Grande Madre
Acquatica
nonché onnipotente Ape
Regina
si sia degnata di fare a
noi indegni>.
41
Io non sapevo che cosa
rispondere
a tale magniloquente
sciorinare
di tante bellezze e
speranze
purtroppo così poco
credibili
nel grigio oceano che avevo
conosciuto.
Pensai ch’era l’ora del
commiato
per educatamente
ringraziare
tutto quel gentile
consorzio
che s’era fatto in quattro
a confortare
il mio cuore forse un po’
intimorito
per l’ingrata imminente
partenza
ancora priva della Gran
Destinazione.
Forse è fortuna che il peso
degli anni
e il fatale logorio
cerebrale
a poco a poco eroda la
memoria
purché il processo non duri
troppo a lungo,
affinché possa estinguersi
al più presto
il rimpianto degli affetti
terreni.
Ma io, che non sapevo a
quale diavolo
d’universo parallelo
appartenessi,
né in quale fiume la
gentile Acquatica
m’avesse trovato neonato
a galleggiare in una cesta
e raccolto
con tanta generosa
sollecitudine,
lei è l’unico affetto
terreno,
e allora mi piace sognare
d’abbracciarla almeno una
volta,
se non sapessi che davvero
troppo orribile
è questo corpo dimezzato di
bestia
per avvicinarmi anche in
sogno
alla sua bella persona. Ma
almeno
– ti prego dolcissima Amica
–
accogli il mio ultimo
desiderio,
di farmi tornare dove un
giorno
mi trovasti. Però non
guardarmi
quando dovrai lasciare
questa volta
andare per sempre la mia
cesta
alla lenta corrente del
fiume
d’uno dei tanti incredibili
universi,
che vorrei fosse ancora
d’Amore.
APPENDICE
A titolo puramente indicativo ritengo utile fornire al lettore qualche notizia
sulle fonti che hanno colpito il mio immaginario e mi hanno condotto
all’invenzione di questo poemetto. Esso è nato in primo luogo dalla conoscenza
dei numerosi studi sulla Memoria dell’acqua. Uno dei ricercatori è
il giapponese Masaru Emoto, famoso per essere riuscito a evidenziare
cristalli di ghiaccio (vedi
copertina) che mostrano oggettivamente una forma diversa a seconda della
provenienza dell’acqua e delle molecole inquinanti da essa memorizzate, e
perfino secondo la natura dei pensieri dell’operatore che li ha prodotti.
Di fatto, ricerche scientifiche coeve
dimostrerebbero che l’acqua possiede una propria memoria molecolare. Nel 1988 il
medico immunologo Jacques Benveniste ha riportato sulla rivista scientifica
Nature che i globuli bianchi del sangue possono produrre una risposta
immunologica anche con soluzioni di anticorpi talmente diluite da non contenere
più nessuna di queste biomolecole; è insomma come se le molecole dell’acqua
mantenessero in memoria uno “stampo” degli anticorpi con cui sono venute a
contatto. Secondo Benveniste le
biomolecole producono i loro effetti biochimici comunicando con le molecole
circostanti tramite segnali elettromagnetici che egli ha potuto addirittura
registrare con adatti strumenti. Lo stesso
Premio Nobel
Luc Montagnier
ha confermato
sulJournal
of Physics 2011
che la molecola
del DNA produce segnali elettromagnetici chiaramente registrabili in soluzioni
anche altamente diluite, e queste supporterebbero la "memoria" del
DNA stesso.
Anche il nostro
Sergio Stagnaro, specialista di Semeiotica
Fisica all’Univ. di Genova, oltre a molti altri, ha recentemente confermato i
risultati di Benveniste e Montagnier, chel’acqua
non è solo in grado di memorizzare, ma addirittura ricevere e trasmettere
radiazioni elettromagnetiche contenenti informazione.
Altri
sconvolgenti dati sperimentali
sembrano indicare che perfino nostre emozioni o pensieri, intensamente orientati
verso campioni di acqua durante la congelazione, possano influire sulla
struttura dei cristalli ottenuti.
I fautori della medicina
alternativa sostengono naturalmente che tali studi spiegherebbero
e confermerebbero l’efficacia della medicina omeopatica.
Il Gatto di Schroedinger
citato nella lassa 21 è un paradosso discendente direttamente dalla Meccanica
Quantistica, e può essere espresso praticamente affermando che l’esistenza di un
fenomeno dipende strettamente dall’osservatore. Schroedinger ha ideato un
esperimento immaginario che illustra molto bene tale effetto: un processo
quantico ha 50 probabilità su 100 di rilasciare del cianuro che uccide un gatto.
Dalla teoria dei quanti discende che il sistema entra in uno stato ibrido di
realtà in cui il gatto può essere vivo o morto fino al momento in cui viene
effettuata l’osservazione, grazie alla quale si percepirà solo una delle due
opzioni; l’osservazione quindi blocca l’indeterminazione fissando una sola,
seppure qualsiasi, delle realtà possibili.
Hugh Everett ha affrontato la
soluzione di questo paradosso con la teoria degli Universi Paralleli che,
invadendo una zona tra scienza e metafisica, afferma che tutti i mondi quantici
alternativi sono reali e coesistono in parallelo l’uno con l’altro; ogni volta
che si compie una misurazione per determinare ad esempio se il gatto sia vivo o
morto, il nostro universo si scinde in due universi: in uno il gatto è vivo,
nell’altro è morto. Entrambi gli universi sono reali, e in entrambi vi sono
osservatori umani che però percepiscono solo l’universo in cui si trovano.
Infatti, quando l’universo si scinde, si scinde anche la nostra mente in due
menti, ognuna delle quali va ad abitare in un proprio universo dove ciascuna è
convinta di essere unica e indivisa.
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