Servizi
Contatti

Eventi


Il lustro cosparso

Posso darti solo un commento personale da amica, io non sono un critico letterario né ci tengo ad esserlo, comunque nella tua poesia c’è una forte ascendenza minimalista e classicheggiante, la parola è secca, i versi brevi che si riferiscono soprattutto a situazioni di solitudine, silenzio e riflessione. Una riflessione che scaturisce da situazioni intime quasi sempre incontri/scontri con le persone, condivisione di sguardi, sentimenti (ci sono diverse poesie dediche) o della meditazione sulla scrittura sul senso della parola, spesso nata dall’osservazione delle nature morte della casa, i pennini, i libri, gli inchiostri, ma anche sul suo significato come nella poesia “Parole come compagni” o “Giace la parola”. La lingua in cui scrivi e nitida e tendente verso l’alto tramite termini tipici della tradizione letteraria come “polito/a” l’uso di accenti arcaizzanti come “s’io” o “ch’esso”, “ov’è” o parole tronche nell’ultima vocale “or”, “ancor”, “son” ecc. d’altronde l’ascendenza classicheggiante si nota fin dal titolo della seconda raccolta e dalle sezioni che richiamano i termini greci. Molto presente in te anche la lezione novecentesca che rivedo molto nelle poesie “Noi ragazzi di ieri” e “Noi siamo le vostre crepe” quest’ultima una delle mie preferite.

Recensione
Literary © 1997-2021 - Issn 1971-9175 - Libraria Padovana Editrice - P.I. IT02493400283 - Privacy - Gerenza