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Affari di cuore
L'amore al tempo di oggi
La poesia di Paolo Ruffilli
ha sempre una vocazione "corporale": è la cruda realtà che scandisce la vita.
Anche l'ultima raccolta, Affari di cuore (Einaudi, 12 euro) rispetta
questa scelta filosofica. Il tema, l'eterno tema dell'amore che ha segnato la
lunga storia della poesia, ha in queste pagine una rappresentazione che rifugge
da qualsiasi idealizzazione. L'amore invece è combattimento, incontro di corpi,
ricerca del contatto. E' l'amarezza della separazione o l'ansia della
riconciliazione. Seguendo la traccia di Herman Hesse ("Mi comparivano davanti le
figure delle donne che avevo amato") messa in esergo al volume, Ruffilli ci
conduce in un viaggio carico di tensione emotiva ed erotica che sembra sempre
sul punto di spezzarsi. Perché in fondo "il letto per l'amore | è un campo di
battaglia | del mistero" e in questo duello alla fine "qualsiasi arma
| è buona
| in questo corpo a corpo".
Un corpo a corpo, nel quale
ci si combatte, spesso senza risparmio di ferite. Ma alla fine non vince nessuno
e il senso di sperdimento è totale. Ed è per questo che la separazione è dolore:
"è come se | mi avessero strappato | una parte di me | e senza più una gamba
| o
un occhio | o un braccio | avanzo nella nebbia". Ruffilli affronta, con un ritmo
poetico incessante, le scorie dell'egoismo e le pulsioni crudeli, l'ansia dei
corpi e l'esausto silenzio del dopo. In questa guerra, che ha i suoi orrori ma
anche le sue tregue, sono i corpi i veri protagonisti. Ma nonostante il male che
domina e si insinua nelle pieghe delle storie, l'amore faticosamente riaffiora:
"non so | come è accaduto | ma ho cominciato | ad amarti appena | mi hai
lasciato". Un libro che segna, nel tema ma anche nello stile poetico
frammentato, un passaggio importante per un poeta che da Piccola colazione
a Le stanze del cielo non ha mai smesso di indagare sulle complicate
connessioni della vicenda umana.
22 aprile 2012
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Recensione |
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