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Puzza di bruciato
Tra plagi editoriali e affinità elettive
Nick
Drake, ovvero Nicola Drago, è l'investigatore privato protagonista del giallo "Puzza
di bruciato", prova d'esordio di Monica Florio. Nick-Nicola, come svela il
suo nome, vive una doppia dimensione: quella del professionista, titolare
dell'agenzia investigativa "A prova d'errore", alle prese con una realtà caotica
e sfuggente, in affanno per guadagnare e affermarsi in un ambito lavorativo
difficile, e quella dell'uomo curioso e sensibile, pronto ad ascoltare le
richieste del proprio subconscio.
Si muove in una Napoli caotica e affascinante, provinciale eppure
cosmopolita, per dipanare il mistero della scomparsa di Stefano Di Nardi,
raffinato editor implicato in un'oscura vicenda di plagi editoriali. Nick
sovrappone e intreccia gli interrogativi sorti nel corso dell'indagine. Spesso
inevasi, questi quesiti incalzanti trovano risposte e si risolvono grazie agli
imprevedibili avvenimenti della vita. Così, irrompe nella sua quotidianità
Carmen, la bruna cassiera del bar corteggiata da tutti gli avventori, che si
concede, incomprensibilmente, solo a lui: non giovane, né bello, né ricco. Ma la
logica delle azioni umane, sembra suggerire l'autrice, è spesso soltanto
apparente, ed è evanescente quanto l'attendibilità delle nostre supposizioni,
governate da aspettative e proiezioni.
In concreto, dominano gli istinti, le pulsioni irrazionali, che spesso
vengono qualificate come affinità elettive
Onesto fino in fondo, Nick riconosce nella ragazza un'amica attenta e
accogliente, un «riparo dalla sofferenza», ma non riesce ad andare oltre.
Intuisce -e quindi sa — che cerca altro. Prosegue in parallelo tanto nella
disamina scrupolosa degli indizi del giallo quanto nell'analisi dei suoi
sentimenti, per approdare ad una conclusione, in cui tutti gli elementi
coincidono perfettamente. E la soluzione del "caso" segnerà anche il finale del
suo lungo percorso personale alla ricerca dell'amore.
30 luglio 2016
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Recensione |
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