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Richiamandosi a una tradizione fortemente radicata nel nostro panorama
culturale dal certamen romano alla tenzone poetica medievale, Rossano Onano e
Veniero Scarselli si sfidano in un duello giocato non sul proporre propri testi
narrativi o poetici ma note critiche relative all'attività letteraria
dell'avversario.
L'apertura compete a
“Telemaco a Pratovecchio” di Rossano Onano, dedicato a
Veniero Scarselli. L'autore si lancia in una approfondita analisi (che tenteremo
di sintetizzare) delle opere di Scarselli precisando che il suo obiettivo è
"svalutarlo per ciò che lui crede di essere, e cioè fra le altre cose un grande
filosofo, per valorizzare invece quello che lui è, cioè un grande poeta".
Rossano Onano distingue nell'opera di Scarselli quattro fasi partendo da
quella esistenziale introdotta dalla Pavana per una madre defunta del 1990,
passando a quella della filosofia biologica (Priaposodomomachia, del 1992) "che
rappresenta, credo, la parte pia originale della sua poesia" per giungere a
Il
palazzo del Grande Tritacarne (1998) testo di riferimento della terza fase, detta della
filosofia metafisica, approdando infine all'attuale fase teologica con Genesis
(2008) e Trionfo delle Anime Artificiali (2009).
La replica è affidata a “Onano desnudo” di Veniero Scarselli, dedicato a Rossano Onano. A differenza del rivale,
Scarselli dedica le proprie attenzioni prevalentemente all'ultimo lavoro di
Onano, intitolato Ammuina (2009) rimproverando all'amico-avversario la mancanza
nelle proprie poesie di "un respiro geo-epico-esistenziale" e accusandolo di
utilizzare termini troppo ricercati o desueti e di esagerare con quel "gusto un
po' sadico che ha Onano di costringere il lettore a decifrare significati
allegorici troppo criptati per essere riconoscibili" aggiungendo: "ricordando
infatti che Onano-Psichiatra è per mestiere un esimio analizzatore di gente più
o meno mentecatta, è lecito supporre che la storia di qualche paziente sia
finita dentro il libro". Conclude Scarselli: "lui già sa quanto anch'io, in
fondo, subisca a denti stretti la sua fascinazione; infatti nonostante analisi,
pensamenti e ripensamenti devo confessare di non avere ancora capito il vero
meccanismo del perverso piacere che Onano riesce a produrre. Temo tuttavia che
esso consista soltanto nell'estrosa artificiosità del linguaggio, mentre i
contenuti non hanno praticamente alcun rilievo e talvolta non sembrano neanche
esistere.
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Recensione |
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