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Il cantare delle mie castella

Rossano Onano ha dato alle stampe nell'aprile del 2017 due nuove opere la prima delle quali, intitolata Il cantare delle mie castella, si discosta dal linguaggio poetico abitualmente criptico, simbolico e onirica dello psichiatra di Cavriago.

Dalle pagine della silloge si leva viceversa il canto dell'Onano che non ti aspetti, limpido e lineare, narratore di vicende e leggende legate a quelli che gli storici usano definire “secoli bui”. Al ritmo di antiche ballate il poeta-menestrello rievoca la disputa tra la contessa Dorilla e il prevosto di Spineto, il quale si rifiuta di celebrar messa nel castello delle Moiane “dove vive la Contessa / con la muta degli amanti, / mala gente di mestiere / di giudei e di briganti” con i quali ella banchetta “nella sala fra carole / vino tosco e sconci canti”.

Quando Dorilla si traveste da sacerdote e officia il rito, dal calice esce un terribile serpente che le si avvinghia, la bacia e con lei “giù nell'orrido sprofonda”. Onano accorda ampio spazio alle vicende di un'altra celebre contessa anzi... grancontessa, quella Matilde protagonista tanto dell'episodio legato all'assedio del castello di Moriano quanto allo storico incontro di Canossa quando la donna sfoderò tutte le proprie abilità diplomatiche, lei che “...per le insane voglie / rese docili al suo sguardo / in età virile Enrico / e Gregorio da vegliardo”, vale a dire l'imperatore Enrico e il papa Gregorio, al secolo Ildebrando di Soana.

Nella silloge trovano spazio anche le imprese di Ezzelino da Romano e il duello, destinato a protrarsi per l'eternità nella torre del castello di Oramala, tra Federico Barbarossa e Obizzo Malaspina.

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Recensione
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