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Testimonio eternamente errante
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Il secondo volume,
Testimonio eternamente errante, sottotitolato La simbologia biblica nel
primo e nell'ultimo Veniero Scarselli ripercorre l'opera del poeta toscano,
scomparso a Pratovecchio nel settembre del 2015. Onano, che con Scarselli
coltivava un rapporto di amicizia, inizia la propria riflessione da Isole e
Vele, romanzo lirico nel quale l'eroe, protagonista della vicenda,
preannuncia sin dall'incipit “che il termine del viaggio coincide con il
ritorno al luogo di partenza”. Essendo il viaggio stesso una metafora
dell'esistenza, il vascello “ondeggiante, quasi immobile” nel liquido
amniotico viene improvvisamente “espulso nel mare fragoroso della vita” e
approda a un'isola ove “soffia irrevocabile il respiro biblico del Padre”.
Tuttavia, a differenza di quello biblico, “il nuovo Adamo si identifica
totalmente col Padre: non genera figli, ma genera il mondo” cadendo nel
peccato che “non è la pretesa della conoscenza del mondo, ma
l'identificazione con la stessa volontà creatrice del mondo, attraverso l'utero
perennemente spalancato della madre”.
Andrà vagando, il
marinaio-eroe protagonista di Isole e Vele, sino all'approdo in una “terra
desolata dove l'utero non è più in grado di partorire” sicché, capovolgendo
il dettato biblico, qui la donna non è condannata a partorire con dolore ma “ad
essere una sacca vuota, uno sterile contenitore di semi. Contestualmente, l'uomo
non è più in grado di riconoscere la sacralità materna dell'utero: e questa è,
precisamente, la sua condanna”. In Torbidi amorosi labirinti Eva,
tentatrice compulsiva, esagera mettendo a dura prova la resistenza di Adamo il
quale la invita infine ad offrire anche ad altri il... proprio frutto “allo
scopo d'avere pause tranquille di riflessione” all'insegna del... “prendete
e mangiatene tutti” mentre il filo conduttore della Vera storia del
vascello fantasma è costituito dal racconto del nostro marinaio ormai
divenuto molto vecchio, il quale rievoca il peccato del quale si macchiò
uccidendo l'Albatro che rappresentava “la Colomba dello Spirito, simbologia
biblica”. Parrebbe inizialmente che tale peccato abbia “maggior forza di
quanta forza possa avere il perdono di Dio” ma così non è: “Se l'uomo non
incontra il Padre, è il Padre che si fa incontro all'uomo”, ne raccoglie la
confessione e lo assolve. Conclude Rossano Onano: “Veniero è morto
sorridendo, dice Gemma. Le endorfine non c'entrano. C'entra il Padre che è sceso
a Pratovecchio, per abbracciare il figlio che tanto l'ha cercato”.
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Recensione |
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