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Nevio
Nigro è un docente universitario che si occupa di
medicina e che nel suo ultimo libro, Il sale dei baci, pubblicato da Crocetti
va in cerca di un linguaggio poetico elementare. Ha ragione
Maria Luisa Spaziani nell'introduzione a sottolineare lo spiazzamento cui può
indurre, oggi, una poesia di sabiano lindore (è ben vero che entriamo in
sospetto ogni volta che ci pare di cogliere, nella "semplicità" di un poeta, più
un moto di presunzione che uno di ingenuità). Di fatto, tra le tante lune di un
mondo riducibile ad un vocabolario essenziale (notte, acqua, mare, mattino,
vento, sera, gabbiani, risveglio, ricordo...), ogni parola è intagliata in legno
dolce. Poesia come trascrizione di momenti e sentimenti, poesia come geografia
emotiva degli occhi e del cuore. Antonio Spagnuolo – nella postfazione – coglie
uno dei versi che mi sembrano più riusciti: 'Tra funerali e sottane | nessun
vizio è perduto", così consapevole e segreto, così castamente surreale. Una
moralità di fondo che si affida a pronunce morbide ("Fuggono le rose | dalla
parola | nata nell'acqua), ma che vengono a tratti incise in passaggi e chiuse di
disarmante e disarmata registrazione: "E siamo innamorati. | E siamo soli". il
sale dei baci", appunto: il sogno perduto, il tramonto, la ninfa gentile.
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Recensione |
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