Historia Medica
(in nomine diagnosi et prognosi)
dei figli dAsceplio narrasi o Musa l'Historia peccatosa d'anime
ribelli
Nel
mese di marzo del 2019, a cura di Flavio Ermini, è uscito il volume numero 53
della Collana “Via Herákleia”, dedicata alle “Forme della poesia contemporanea”,
ideata da Ida Travi e dallo stesso Flavio Ermini (per le veronesi Anterem
Edizioni), recante il titolo Historia Medica (in nomine diagnosi et prognosi),
scritto da Roberto Fassina.
L’autore è nato nel 1950 a Curtarolo, in provincia di Padova, dove vive e lavora
come Medico di Famiglia, specializzato in Ginecologia. Nel corso del tempo egli
non si è limitato a scrivere e pubblicare poesie. Infatti, tra le sue opere
figura anche qualche romanzo, oltre ai suoi saggi e alle note critiche che
vengono inserite nella pagina riservata alla Cultura del Bollettino dell’Ordine
dei Medici di Padova.
Historia Medica può essere considerato libro di
poesia alquanto insolito. Roberto Fassina aveva già trattato l’argomento del
mondo medico, elaborando testi teatrali satirici, che poi sono stati
rappresentati a Padova e a Piove di Sacco in più occasioni.
L’opera edita da Anterem si colloca anche nei territori della narrazione,
essendo stata concepita in forma di poema. Accompagnano il testo poetico,
un’immagine di Leonardo Rosa e la prefazione, scritta da Carlo Rao (“La lingua e
il respiro della vita”).
Del
contenuto di questa pubblicazione era già stata data qualche significativa
anticipazione, con l’inserimento di alcuni testi allora ancora inediti, nel
numero del mese di gennaio del 2018 di “Versante Ripido”, insieme a una nota
dello stesso autore.
La
Storia della Medicina in versi non è di certo argomento facile. Tuttavia Roberto
Fassina riesce a rendere accattivante la lettura, offrendo un libro che può far
riflettere sulla complessità e sul fascino della nostra lingua, sulle sue
origini e i suoi sviluppi e sulle sue potenzialità, calando il racconto in una
densa stratificazione di significati.
A
dimostrazione di ciò, l’Introitus genera subito un certo tipo di attesa. La
premessa introduce immediatamente il lettore a un percorso poetico al di fuori
degli schemi, all’insegna di una stimolante ricerca di nuove o inconsuete
modalità espressive:
«Dei figli
d’Asclepio narrami o Musa / l’historia peccatosa d’anime ribelli // audaci
eretici curiosi / furiosi Orlandi imbisturati // cavalieri di ventura e
razziatori / clisterici acclamati et venerati // a volte Don Chisciotte
inturmentati / a volte Sancio Panza di verzura // truppe cammellate sparaballe /
inquisiti massoni e predatori // di melodiose poppe auscultatori / dissoluti
guardoni intemerati // di carne ai raggi X / segugi medicali in calzamaglia //
moderne macchine d’assalto / strafugliano il codice genetico // novelli
Kocco-Bill dal grillo facile / puntano all’eterno senza sconti».
Chi legge viene trasportato in epoche e luoghi lontani con rapidità e
disinvoltura, mentre vengono ricostruite le tappe principali della storia della
medicina e dei suoi progressi.
La
prima parte si intitola “Dal mythos al logos” (“dalle cause divine alle cause
naturali delle malattie”). Così il lettore può imbattersi nelle figure
reinventate di Alcmeone di Crotone, medico e filosofo della Magna Grecia (quando
si procedeva ancora «per ignoti saperi»), Democede (di area pitagorica),
Ippocrate «il primo medico eretico» (forse il medico più famoso tra gli antichi,
grazie al Giuramento di Ippocrate, il primo testo deontologico della storia
della medicina, risalente al 430 a.C., al quale si ispira anche il moderno
giuramento che viene prestato prima di poter iniziare la professione), Galeno
(la galenica, ovvero la preparazione dei farmaci, gli deve il nome). Dopodiché
ci viene presentata la Schola Salernitana ed è occasione per ricordare Trotula
de Ruggero, prima dottoressa, della stessa scuola, a seguire le partorienti. Il
Medio Evo viene descritto tra «Impiastri e cataplasmi
/ sanguisughi e clisterici // emetici et calidi intrugli / contra bubbonica
influentia»; poi in queste pagine incontriamo Avicenna e Averroè, e viene
ricordato il «connubio
islamico / de fide cum ratione».
Successivamente il
percorso ci conduce “Dal logos all’experimento”, nella seconda parte del libro,
«dal testo
galenico al cadavere, dalla metafisica alla fisica secondo forma e funzione».
Incontriamo Paracelso, Vesalio, l’anatomista e fisiologo Girolamo Fabrici d’Acquapendente
(«in cadavere manus / s’inviscera et apprende»),
Gabriele Falloppio, e molti altri, sino a giungere a Ignac Semmelweis.
Nella terza parte, si prosegue “Dall’experimento alla clinica”, «dal
cadavere al malato, / dal conscio all’inconscio». Tra gli aspetti
e argomenti più interessanti su cui ci si sofferma, la psicosomatica e il
concetto di “medicina narrativa”. In particolare, sulla figura di Sigmund Freud,
l’autore si è così espresso: «Analista d’assalto /
cocaìna isperimenta // strafuglia per ipnosi / la mente inturbolata // diagnosta
psicoanale / fallico e orale // censura il sogno baro / insegue l’alibi tradito
// (che Bertha filava il suo filo / edipi in transfert // tra cesti e incesti, /
lapsus lapidata)».
Nella quarta sezione del volume, viene affrontato, sotto vari aspetti,
l’argomento “Dalla clinica alla tecnologia”, ovvero “Dall’arte al rigore
metodologico”.
La più moderna strumentazione medica offre anche nuove possibilità espressive,
per esempio possiamo rammentare per intero la pagina dedicata alla
“TAC et magnetiche risonanze (… o della diagnosi per campi quantici)”:
«Come
segugi in traccia / occulto puntano lo sbavo // periodici incursori / l’idioma
tissutale // sottili filamenti / radianti e incantamenti // per tic e tac e tomo
/ discoprono lo slurpo // stregatti ammaliatori / zompano lo cagno bieco //
(positroni ed elettroni / sezionano obbedienti // li corpi demoniati / in dischi
silicati) // encefali divelti / et speculati // annudati li sensi tutti /
inconscio e conscio appenetrati // (risonanze e personanze / devianze e
conturbanze)».
Tra il serio e il faceto (l’ironia e il
senso dell’umorismo di certo aiutano la salute),
il
verso breve, durante l’intera lunghezza del libro, rende più agevole la lettura,
la alleggerisce con un forte e variegato impatto sonoro.
Se da un lato, come
sosteneva Umberto Veronesi,
«Bisogna
tornare alla “Medicina della persona”»,
dall’altro, come diceva Enzo Jannacci,
«La Medicina moderna ha fatto veramente enormi
progressi: pensate a quante nuove malattie ha saputo inventare».
In
questa Historia Medica la complessità della vita viene catturata
costantemente, verso dopo verso, attraverso una molteplicità di toni e soluzioni
espressive; tuttavia ciò forse si rivela con maggior evidenza nel quinto
capitolo, “In meo parvulo horto”, “dal metodo rigoroso all’empatia creativa”.
Limitandoci a soli due esempi, qui di seguito ricordiamo prima un personaggio
maschile, Gian Vito, e poi uno femminile, Alice.
Gian Vito
«il
secondino / mi chiede un mese dopo l’altro // “tutti l’esami kà moro se nò / lu
fegato catorcio // un sorcio dritto al petto / na scatarrata pertussiva // lo
sfiato manco / la sincope paonazza // m’aiuti dòctor!”» (quest’ultimo
segmento di parole isolato, e non elemento di una coppia di versi, rappresenta
uno dei punti di rottura di uno schema ipotizzabile).
Alice
«pavoncella
/ a papera s’avanza // la panza d’otto mesi / inorgoglita mostra // feconda et
fecondata / mi porta l’eco eco… // è masculo dotto’! / la mi futura verga //
perfetto scodellato / plasmato homo mio // (Pollicino in bosco / saltella la
marea // capriole in onde tonde / svirgola il cordone // naviga in solitario /
brigantino a la ventura)» (in questo caso, risulta ravvisabile un
certo contrasto di colori e toni, tra la prima parte, più accesa, e la seconda
più delicata, essendo stati caratterizzati i vari personaggi con tratti ben
identificabili in tutta l’opera).
Nel
susseguirsi delle pagine, viene ribadita la centralità del rapporto che si
instaura tra medico e paziente, ricordando che ogni caso e ogni soggetto vanno
considerati nella loro singolarità.
Per le inevitabili implicazioni sia di ordine etico che scientifico, questo
libro può essere utile per stimolare ulteriori riflessioni e dibattiti sia in
poesia che in altri ambiti.
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