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Notizie dalle Esperidi
Il discorso poetico di Ruffilli intercorre fra una prima motivazione
culturale e intellettuale, che nasce del resto da un sedimento elaborato e
sofferto, e una capacità di presa sulle circostanze felicemente puntualizzata,
sul lievito di una sottile discriminazione ironica che arriva a definirsi nella
frase con incisiva nettezza.
L’attenzione va anzitutto alla situazione umana di fondo su cui gravita
l’impegno poetico, per muovere poi agli oggetti prescelti, un’attenzione
singolarmente sospensiva, come réfoulée nella prospettiva vocale, che imprime
ciascuna lirica e arriva a suggellare il ciclo poetico.
C’è nel fondo del lavoro di Ruffilli, nella sua scrittura, come un’attesa
inerme che pur mirando alle cose ne rifugge, se ne distanzia, e si circoscrive,
direi metafisicamente, nel cerchio di questa operazione fondamentale di
riconoscere ed eludere. Ed è come un invito a chi legge a percorrere un
itinerario, forse un’avventura, che aspetta i suoi sviluppi proprio da quel
punto in poi, dietro alle “Notizie dalle Esperidi”.
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Recensione |
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