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Ascesa all'ombelico di Dio

Tutto quello che Dante non sapeva ma che voi vorreste sapere

Diciamo la verità: chiunque non fosse Scarselli verrebbe accusato, di fronte alla sua opera poetica dell'ultimo decennio, di delirio ossessivo d'onnipotenza, ne gli verrebbe in soccorso il sottotitolo di questo libro recente: "Tutto quello che Dante non sapeva ma che voi vorreste sapere". Ma per fortuna Scarselli è invece un uomo, di lettere ma anche di scienze, che può vantare un solido percorso di pensiero coerente e persino organizzato, per quanto possa esserlo un sistema che rimane pur sempre frutto di fantasia poetica prima che di (ancor evidente) speculazione teoretica.

Il tema centrale, ormai ricorrente, è appunto il cammino in progressione ascesa verso un Divino che assomma molte delle caratteristiche di cui l'hanno vestito religioni, credenze, miti e fedi, unitamente ad altre che di volta in volta il poeta esplora. Ne derivano poemi articolati, intensamente ragionativi (ma non aridi), visionari, futuribili e stimolanti come forse nessun'altra esperienza letteraria contemporanea ha saputo realizzare. Questa "ascesa", introdotta dalla prefazione di Sandro Gros Pietro (in realtà un piccolo saggio critico, come spesso avviene con gli scritti di questo studioso-editore), non teme neppure di parodiare  rispettosamente, s'intende  addirittura Dante, se il primo verso è il medesimo della Commedia e i successivi proseguono in tenzone con il proemio del grande modello. Il resto e una prolungata, insistita meditazione sull'Idea stessa di Dio, messa in raffronto con la sua inattingibilità nell'esistenza comune e quotidiana ossia con le sue circostanze, vicissitudini e soprattutto domande sempre inevase, prime tra tutte quelle relative all'umana mortalità.

Tra "blasfemi pensieri", come teme l'autore, e considerazioni scientifiche e astrofisiche, tra divagazioni liriche e raffinati sofismi, la lettura procede forse con qualche difficoltà per i meno avvezzi, ma in realtà senza eccessivi intoppi: il poeta sa dipanare la sua materia e ben concatenare i pensieri e i concetti. Oltremodo immaginifico, come nella raffigurazione della Mela Gigante esplorata dal se narratore divenuto uomo-baco, il viaggio prosegue tra dotte disquisizioni tra il poeta e la sua Guida-Maestra, seguendo per l'appunto il Cordone Ombelicale di Dio in un viaggio senza fine. Grande Placenta, Utero Divino: espressioni che riconducono all'idea di Dio come Madre, basilare in Scarselli. Vano tentare di riassumere qui le molte questioni affrontate, dalle più teologiche e metafisiche ad altre concrete (ad esempio, la scelta tra sepoltura e cremazione), basti sottolineare quindi come la vertigine del ragionamento verta essenzialmente sui concetti di Conoscenza-Coscienza e di Bene-Bontà, ma sfoci (uscito il poeta dalla Mela e dal sogno, parallelo a quello dantesco) in una cosmologia nella quale non è "l'Amor che move il sole e l'altre stelle" a governare it tutto, bensì "l'unica veridica Luce / della Ragione Pura e Assoluta". Iniziato come la Commedia, il poema di Scarselli se ne divarica del tutto nel finale. Eresia, blasfemia? Nulla di questo: piuttosto, la prerogativa di una ricerca personale che qui non sancisce un approdo, ma soltanto un passaggio ricco di implicazioni.

Recensione
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