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Come nasce un sindaco. Cesarino Crescente e l'impegno sociale e politico
Massimo Toffanin non è storico
di professione, ma non gli difettano né la passione né l’attitudine alla
ricerca, sia come autore sia come fondatore e anima del Centro Studi Onorevole
Sebastiano Schiavon: con il quale ha realizzato, nel corso dell’ultimo decennio,
numerose iniziative dedicate al passato del nostro territorio. Tutto questo nel
nome di un personaggio – Sebastiano Schiavon, appunto – che nella sua breve vita
fu parlamentare e sindacalista, spendendo la propria esistenza (non a parole, ma
con impegno concreto) al servizio di quelle categorie di lavoratori e di
cittadini forniti, all’epoca, di pochi o nessun diritto, sostenendone le
rivendicazioni economiche e sociali.
Toffanin ha il merito di averne riscoperto
la figura, caduta nell’oblio dopo la prematura scomparsa – nel 1922, ad appena
38 anni – illustrandone l’azione, attraverso un saggio biografico pubblicato nel
2006, nel Veneto rurale d’inizio Novecento. Ma non di Schiavon parla
innanzitutto questo nuovo libro, bensì d’un suo illustre sodale: quel Cesare
Crescente passato alla storia come eminente (e più longevo) sindaco di Padova
che, in nome della comune appartenenza al mondo cattolico e al Partito Popolare,
manifestò come uomo e come amministratore la medesima sensibilità per le classi
svantaggiate.
Furono giovani insieme e furono amici, pur diversissimi per
estrazione e carattere (e destino: Crescente vivrà fino a 97 anni), l’uno
oratore estroverso e l’altro riflessivo e riservato, politici “d’altri tempi”
nel nome di un’etica che ancor oggi varrebbe quale esempio di carattere e
comportamento, effettiva dedizione alla comunità; saranno poi anche parenti
quando Sebastiano sposerà Elvira, la sorella maggiore di Cesare. Se l’attività
di sindaco è ampiamente documentata e indagata, assai meno si sapeva del
“prima”, della formazione umana e civile: questo saggio focalizza precisamente
tale periodo, recuperando documenti anche poco noti. Padova, in quegli anni, è
tutt’altro che territorio periferico: conosce un progressivo sviluppo sociale,
imprenditoriale e commerciale e, durante la Grande Guerra, sarà capitale del
conflitto, con la presenza del re e degli alti comandi (qui verrà siglato lo
storico armistizio). Crescente e Schiavon si formano confrontandosi con le
precarie condizioni di vasti strati della popolazione (in seguito aggravate
dallo scenario bellico) e la seconda parte del volume rende conto dell’azione di
Schiavon, con interpellanze e appassionati discorsi parlamentari, affinché il
governo si faccia carico della terribile situazione – per i combattenti e i
centomila profughi – conseguente alla spedizione punitiva messa in atto dagli
Austriaci nel 1916, sull’altopiano di Asiago.
Ma è Crescente il fulcro di questo
studio che ne ripercorre la formazione giovanile e gli incontri con altre figure
fondamentali e innovatrici (primo tra tutti, il vescovo Pellizzo), nel contesto
del rinnovamento del movimento cattolico: un’epoca in cui i bisogni concreti si
uniscono alla coscienza religiosa e finalmente si parla anche di terreni,
scioperi, stipendi, orari, contratti e condizioni di lavoro. Sicché il libro di
Toffanin, inquadrando il personaggio, delinea anche le vicende storiche e le
numerose personalità che segnano il periodo. Un periodo decisivo di entusiasmo e
condivisione d’ideali nel quale formazione religiosa, stampa, impegno sindacale,
azione giovanile erano tutti aspetti di un’unica realtà, l’azione cattolica
ispirata dalla dottrina sociale della Chiesa.
I primi incarichi amministrativi
(consigliere, e poi sindaco, a Ponte San Nicolò, oltre che a Cittadella e
nell’Ente provincia) gli procurarono l’esperienza che tornerà preziosa, nel
dopoguerra, per governare il capoluogo; utile anche il suo spendersi, nei
collegi veneti, nel sostegno elettorale a Schiavon, aiutando l’amico ad essere
eletto in Parlamento, oltre all’organizzazione di iniziative di solidarietà e
soccorsi materiali per i soldati e le loro famiglie. Tutto ciò prima
dell’avvento del fascismo, durante il quale non è documentata alcuna attività
politica (e anche la prematura morte dell’amico Sebastiano inciderà sicuramente
su questo ripiegamento) ma solo la dedizione alla sua attività professionale di
avvocato, comunque sempre sorvegliato dal regime. Né, dopo l’armistizio,
Cesare
Crescente parteciperà alla resistenza armata ma a guerra conclusa, quando sarà
tempo di pacificare e ricostruire, si metterà a disposizione del prefetto Sabadin: sarà eletto sindaco di Padova nel 1947, inizio di una vicenda
amministrativa che durerà fino al 1970 e che, ancor oggi, viene ricordata come
esemplare.
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Recensione |
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