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I luoghi di Sebastiano [Schiavon]
Sebastiano Schiavon, nato nel 1883, fu deputato nel
parlamento nazionale, dedicando la propria attività politica al miglioramento
delle condizioni di lavoro e di vita nelle campagne venete. Incarnò la dottrina
sociale della Chiesa in un periodo in cui i lavoratori della terra erano
pressoché privi di diritto, dando loro consapevolezza e favorendo le prime
conquiste attraverso discorsi, incontri, iniziative, interventi. Morì
prematuramente, nel 1922, e la sua coraggiosa e intraprendente figura di uomo (e
politico) fu dimenticata, anche nell’ambito locale, per tutto il Novecento.
Finché, nel 2005, Massimo Toffanin – che non è storico di mestiere, ma dello
storico ha la passione e la tenacia – pubblicò, dopo anni di ricerche, un libro
che ne ricostruiva la vita e le vicende: Lo Strapazzasiori, che era il
modo in cui Schiavon veniva soprannominato ai suoi tempi per la ferma volontà, e
capacità, di non farsi intimidire da nessuno, quando c’era da battersi per la
giustizia. Un libro riuscito e apprezzato, ma pensato per un pubblico adulto.
Senonché Toffanin, assieme e sua moglie Maria Luisa, da molti anni si occupa
assiduamente di giovani, orientandoli e seguendoli nello studio e nella loro
formazione. Spontaneo, quindi, pensare ad un racconto che presentasse la
medesima storia con trama, situazioni, linguaggio adatti a ragazzi e ragazze di
oggi, adolescenti per i quali i valori incarnati da Schiavon possano risultare
sicuramente istruttivi e, perché no, modello di comportamento, quantomeno a
livello morale.
Ecco quindi che il saggio storico si tramuta in uno scorrevole e
accattivante dialogo tra un nonno e una nipote, che sarebbero tra l’altro lo
stesso Toffanin e la giovane Giulia. Le varie questioni vengono esposte
attraverso un flusso di domande, risposte e osservazioni articolate in modo
piacevole, realistico e non didattico, proprio come un colloquio che avvenga
spontaneamente. Giulia si mostra curiosa e desiderosa di apprendere, com’è in
effetti nella realtà, e il nonno-autore è ben felice di esporre in modo chiaro e
ordinato il risultato delle sue ricerche. Impossibile, in questo breve spazio,
condensare anche solo uno degli episodi narrati, tutti esemplari di una
rettitudine e un’etica davvero di altri tempi: basti dire che Schiavon, agli
occhi degli emici di Giulia (con i quali lei condivide, nel libro, le conoscenze
apprese dal nonno), appare via via come un piccolo eroe per la sua sete di
giustizia, il suo coraggio e la sua onestà, fino al piccolo “colpo di scena”
finale che aggiunge all’insieme un pizzico di ulteriore fascino.
Sarebbe davvero
bello e opportuno che questo libro “maieutico”, dove un nonno istruisce una
nipote che a sua volta diffonde tra i propri coetanei quel che apprende, fosse
adottato o almeno proposto in tutte le scuole. Oltre ai valori che esprime,
sicuramente condivisibili e preziosi, è infatti ambientato in diverse località
della nostra provincia e non solo, da Boccon a Calaone, da Ponte San Nicolò a
Cittadella, da Praglia ad Asiago, da Firenze a Roma e naturalmente a Padova:
appunto “I luoghi di Sebastiano”, quelli dove visse e operò e dove oggi, grazie
ai due autori, le sue orme sono di nuovo vive.
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Recensione |
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