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Martinelli poeta della pace insignito ad Empoli per le sue liriche
La grafica, la pittura, la poesia sono elementi su
cui si poggia l'essenza artistica di Martinelli nei confronti del prossimo. Il
prossimo inteso come usufruitore dei suoi multiformi lavori. Egli spazia dalla
produzione pittorica, ali' esternazione di sentimenti che sono propri della sua
sensibilità che lo caratterizza e lo manifesta un artista completo. Martinelli
ha pubblicato un volumetto relativo al tema di scottante attualità quale la
guerra in Iraq ed è stato finalista ad un concorso a Empoli. Egli osservandone
l'evoluzione, il come si è generata e registrando giorno dopo giorno la caduta
di esseri viventi sotto bombe assassine, dà origine a La Guerra in frammenti di poesia. Martinelli
è pacifista come lo sono tutte le persone di buona volontà e questo traspare
immediato dalla grafica presente in copertina che, non e sua opera bensì di
Mihu Vulcanescu. Un volto di donna, una colomba, che è simbolo di pace, che non
è in volo, ha quasi le ali spezzate, ma è presente. Il volume fa parte della
raccolta "Il Caprifoglio" della Ibiskos Editrice di Empoli. Sul come nasce
questa ultima ispirazione poetica, l'autore spiega: "E' nata a seguito della
pubblicazione fatta sull'11 settembre. Di questo evento nefasto, mi sono
occupato, sempre in espressione lirica, con altri autori. Quest'ultima
pubblicazione poso dire che è consequenziale al tema cne e già un lontano ricordo, essendo nato nel 1940 e
quindi sensibile all'avvenimento". La raccolta è risultata finalista ad un
concorso bandito da Ibiskos Editrice di Empoli. "Non potevo rimanere
indifferente, insensibile a leggere su quotidiani e nel vedere la televisione,
media più immediati, per trascrivere le mie impressioni che sono divenuti
"frammenti di poesia". Oggi, sembra che tutto si sia dimenticato anche se la
drammaticità dell'evento continua e questo, mi ha fatto riflettere sulla,
caducità dei nostri giorni così turbati, così violenti, con la caduta dei
muri, con la caduta delle due torri a New York e con la violenza delle mine in
Iraq, a Bagdad. La guerra per me distrugge anche i deserti, come in effetti è
avvenuto per cui, ritengo che la guerra non è altro che una momentanea
pazzia, come dico in una lirica, tanto che la guerra non è una cosa, anche se è
una cosa che distrugge, ammazza, decapita essere umani senza alcuna motivazione
plausibile o giustificata. In conseguenza nasce spontanea la mia ripugnanza
alla guerra per una pace duratura, utile all'uomo per manifestare la libertà
dei suoi pensieri, del suo modo di operare, lavorare, manifestare". Ci sono
messaggi nella sua lirica?
"Ho detto che ho acquisito frammenti attraverso la
televisione, i giornali e il mio monito è che non serve il rancore, non serve
l'odio, non serve la vendetta, non serve la violenza per capire la pace. Il
messaggio che sottintende la mia lirica è per un mondo di convivenza civile e
sociale più dignitoso per l'uomo d'oggi, in deriva".
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Recensione |
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